Piccolo lessico del fine vita
Il Vaticano apre all’eutanasia: si alle cure palliative
Aperture dalla Pontificia accademia per la vita: sì alle cure palliative ma anche “uno spazio per la ricerca di mediazioni sul piano legislativo”
Editoriali - di Fabrizio Mastrofini
No all’eutanasia, sì alle cure palliative ma anche uno “spazio per la ricerca di mediazioni sul piano legislativo”. È la posizione della Pontificia Accademia per la Vita espressa in un libro intitolato Piccolo Lessico del Fine-Vita, pubblicato a inizio luglio dalla Libreria Editrice Vaticana. Nelle 23 voci, da Accompagnare a Trattamenti di sostegno vitale, si passano in rassegna le principali questioni di un dibattito complesso e spesso assai tecnico. Come già diceva Pio XII nel 1957, va sempre valutata la proporzionalità dei trattamenti. A ciò si aggiunge, oggi, l’idea che la cura di una malattia non deve far perdere di vista la globalità della persona, il suo benessere generale e il rispetto della sua capacità di decidere, in un corretto rapporto tra medico e paziente.
In merito a “nutrizione e idratazione artificiali” fornite a persone in stato vegetativo permanente la Pontificia accademia per la vita si richiama al “criterio della proporzionalità dei trattamenti” perché non si tratta di “semplici procedure assistenziali ,e il medico è tenuto a rispettare la volontà del paziente che le rifiuti con una consapevole e informata decisione, anche anticipatamente espressa in previsione dell’eventuale perdita della capacità di esprimersi e di scegliere”. Viene citata una dichiarazione, molto restrittiva, pubblicata dalla congregazione per la Dottrina della fede nel 2007 per sottolineare che possiede una “validità generale, che però chiede di essere declinata con discernimento nei casi concreti”.
“La libertà implica quindi sempre l’esigenza di essere responsabili della vita: in me e nell’altro, indissolubilmente. Una prospettiva che certo non collima con una concezione individualista, che tende a ridurla alla solitudine dell’autodeterminazione assoluta e cede alla volontà di potenza dell’amore di sé, senza riguardo per la vulnerabilità alla quale espone gli affetti dell’altro. Siamo tutti radicalmente relazionati”, scrive monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la Vita, nell’introduzione al testo, motivando le ragioni della sua pubblicazione. “Non disponiamo di noi stessi nel vuoto di ogni legame”, “è così che viviamo, noi umani: fino alla fine”, premette mons. Paglia, “nell’affrontare i temi evocati dalle singole parole, questo lessico tiene conto del contesto pluralista e democratico delle società in cui in cui il dibattito si svolge, soprattutto quando si entra nel campo giuridico. I diversi linguaggi morali non sono affatto incomunicabili e intraducibili, come alcuni sostengono; lo sforzo che ciascuno compie per comprendere le ragioni dell’altro e per accettare il dialogo con chi la pensa diversamente, favorisce e, favorisce il confronto e una almeno parziale condivisione delle ragioni valide in favore dell’una o dell’altra scelta”.
“La discussione aperta e rispettosa conduce a un dialogo pubblico capace di influenzare positivamente anche le decisioni politiche, mostrando come le mediazioni tra diverse posizioni non sono necessariamente destinate ad assumere la figura scadente di un compromesso al ribasso o della negoziazione per uno scambio di favori politici”, aggiunge. Nel documento, in sintesi, si ripropone un rifiuto netto dell’eutanasia, così come dell’accanimento terapeutico, il rilancio delle cure palliative e delle “disposizioni anticipate di trattamento”, il cosiddetto testamento biologico, la necessità di trovare, in società democratiche e pluraliste, “un punto di mediazione accettabile fra posizioni differenti” in merito al suicidio assistito, e la possibilità di sospendere alimentazione e idratazione a pazienti in fin di vita. Ieri tra l’altro il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Mons. Vincenzo Paglia, è stato in udienza da Papa Francesco, al quale ha presentato anche il Piccolo Lessico del Fine-Vita e le attività di questi mesi, ricevendo un incoraggiamento a proseguire.