Affossata la 'legge Zaia'
Anna Maria Bigon: chi è la Consigliera regionale del Veneto ‘punita’ dal Pd sul fine vita
La decisione dei vertici del Partito Democratico regionale che ha destituito la Bigon dal ruolo di vice segretaria
Politica - di Andrea Aversa
Il fine vita è tornato a scatenare feroci polemiche politiche. Non solo da un punto di vista della battaglia civile per il diritto di poter scegliere cosa fare della propria esistenza. E nemmeno da un punto di vista etico – morale sollevato da Vaticano ogni qual volta l’eutanasia o il suicidio assistito tornano ad essere temi centrali nel dibattito pubblico. Questa volta l’argomento ha fatto discutere perché protagonista di uno stop legislativo che ha riguardato una regione a guida leghista: il Veneto. Qui il Presidente Luca Zaia si è fatto promotore di una legge sul fine vita affossata dall’opposizione. O meglio da un solo voto proveniente da una cattolica del Partito Democratico: la consigliera Anna Maria Bigon, diventata per questo motivo famosa. Una notorietà che ha aperto un fronte interno al Nazareno.
Regione Veneto: la legge Zaia sul fine vita
Ma chi è Anna Maria Bigon? L’ormai ex vice segretaria del Pd veneto è stata silurata dopo il voto. Ha spiegato il Segretario Provinciale Dem Franco Bonfante: “È una mia scelta, una scelta politica. Non ho condiviso la decisione di Bigon specie nel metodo. Non si poteva far finta di nulla. Non credo nelle sanzioni disciplinari su temi etici ed è corretto che sia lasciata libertà di voto per motivi di coscienza, ma chi la pratica deve essere consapevole delle conseguenze politiche, a maggior ragione se vi erano alternative, come l’uscita dall’aula con una contemporanea dichiarazione esplicativa. Consiglieri e consigliere di centrosinistra, componenti di importanti comunità religiose cattoliche, hanno votato a favore della proposta di legge, spiegandone le ragioni con interventi di grande spessore e profondità in riviste cattoliche.
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La decisione del Partito Democratico in veneto
Rilevo – ha continuato Bonfante – altresì che nella mia esperienza decennale di consigliere regionale e di vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto mi sono trovato in alcuni casi in dissenso rispetto al mio gruppo, ma ho sempre votato quello che il gruppo a maggioranza decideva, pur su temi che potevano essere considerati sensibili, perché è così che ci si comporta quando rappresenti un’intera comunità: il senso di responsabilità nei confronti degli altri e della comunità che si rappresenta, non è meno importante del rispondere alla propria coscienza, che riguarda se stessi. Non voglio coinvolgere nessun altro dell’esecutivo, della direzione o del partito al quale eventualmente risponderò della decisione nelle sedi ed organi competenti“.
Le dichiarazioni di Anna Maria Bigon
In merito, la Bigon ha invece dichiarato: “Prendo atto per l’affetto alla comunità del Partito Democratico. Sono nel Pd non per avere l’incarico di vicesegretario ma per i principi e valori che lo statuto sancisce e che vorrei fossero riconosciuti. Ribadisco che la scelta di garantire diritti ai malati deve essere fatta in maniera diversa, con leggi nazionali o delibere sanitarie specifiche, per evitare diritti diversi ai cittadini a cui va garantita in ogni caso la qualità delle cure palliative. Le cure palliative sono uno strumento per la vita, per l’alleviamento delle sofferenze dei malati, per un loro libero esercizio su modi e tempi di conclusione della propria vita.
Il fine vita spacca i Dem e la legge resta al palo in Parlamento
Mi è stato chiesto di uscire dall’aula. Credo che la libertà di scelta che il Partito democratico prevede, consente l’espressione di un libero pensiero e non soltanto quando esso è ininfluente. Se fossi uscita, anziché astenermi al voto, avrei ridotto il mio comportamento alla dimensione di pura testimonianza. La giunta Zaia ha sbagliato e la destra non sceglie la via maestra in parlamento. Forse come pd dovremmo parlare dei 25 voti mancati a Zaia più che della mia astensione“.
Chi è Anna Maria Bigon
Nata a Verona, 57 anni, Anna Maria Bigon è laureata in giurisprudenza ed ha svolto il lavoro di avvocato come libera professionista. Nel 1997 è diventata Assessore ai Servizi Sociali ed Istruzione, e poi – fino al 2005 – Vice Sindaco, del Comune di Povegliano Veronese. L’anno successivo è stata eletta Sindaco dello stesso Comune, ruolo ricoperto fino al 2016 per un secondo mandato. Gli argomenti di cui si è spesso occupata sono: sanità, ambiente, legalità, sociale e parità di genere.