Ad Afragola

Sesso in cambio di cibo, ricatti, la rapina per rubare i telefoni: due frati francescani arrestati per violenze

Tutto è partito dalla rapina: due soggetti muniti di mazze e coltelli. Gli abusi in alcuni monasteri tra i quali la Basilica di Sant’Antonio. I "rapporti sessuali subiti in cambio di assistenza sociale"

Cronaca - di Redazione Web

1 Agosto 2024 alle 13:36

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FOTO DAI CARABINIERI
FOTO DAI CARABINIERI

Ad Afragola, in provincia di Napoli, tutto era cominciato da una rapina anomala: un’irruzione di due soggetti, soltanto un telefono sottratto. Ma perché? Le indagini hanno portato all’arresto in carcere per sei soggetti, gravemente indiziati di rapina aggravata in concorso e di violenza sessuale. Due di questi sono frati francescani, uno dei quali è anche accusato di essere il mandante della rapina. Il tutto per coprire delle violenze sessuali, le cui tracce sarebbero rimaste impresse nei dispositivi mobili. Agli indagati sono stati sequestrati i telefoni, i computer, i tablet, le pendrive e ogni altro dispositivo elettronico.

La misura cautelare è stata eseguita dai Carabinieri della Stazione di Afragola, era stata messa dal Tribunale di Napoli. Le attività d’indagine dei Carabinieri della Stazione di Afragola, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, erano partite tra aprile e giugno 2024. La rapina si era verificata il 26 aprile. Due uomini residenti ad Afragola avevano denunciato una rapina “commessa da due soggetti, travisati e muniti di mazze e coltello, che dopo aver fatto irruzione nella loro abitazione, sfondando la porta di ingresso, si erano impossessati di un telefono cellulare e tentato invano di impossessarsi anche di un altro telefono dandosi poi alla fuga”.

Gli autori della rapina sono stati individuati in breve tempo, grazie anche ausilio di strumenti tecnici, come chi li aveva reclutati. Acquisite le immagini dei sistemi di video sorveglianza, attivate le operazioni di intercettazione telefonica. Le vittime, che avevano anche riconosciuto in foto i rapinatori, avrebbero subito ricondotto nelle loro testimonianze il fatto criminale a “pregressi rapporti con alcuni frati del territorio campano e ad abusi e violenze sessuali subite”.

Dichiarazioni cui erano seguiti i riscontri delle forze dell’ordine sulle violenze sessuali subite all’interno di alcuni monasteri tra i quali la Basilica di Sant’Antonio di Afragola. Dalle indagini era emerso quindi che la rapina era stata commessa per sottrarre alle vittime i telefoni: su questi si trovavano memorizzate immagini, video e chat “a dir poco imbarazzanti che avrebbero potuto creare seri problemi ad alcuni frati dei monasteri in cui avevano lavorato le vittime”. A confermare il movente anche l’escussione di un altro frate a conoscenza delle violenze sessuali.

Da intercettazioni telematiche e telefoniche “emergeva che a dare il mandato per compiere la rapina fosse stato il parroco di Afragola che rivolgendosi ad altri soggetti che avrebbero dovuto assoldare gli esecutori materiali, poi individuati negli odierni indagati tratti in arresto, avrebbero recuperato i telefoni cellulari in possesso delle vittime”. Nel corso delle indagini è stata anche acquisita una lettera degli avvocati delle vittime della rapina e diretta ai frati superiori con la quale sollecitare il pagamento delle prestazioni lavorative eseguite nei monasteri e fino a quel momento non corrisposte. Nella stessa “si faceva riferimento anche a rapporti sessuali subiti dalle vittime in cambio di assistenza di carattere sociale (abiti, alimenti e quant’altro necessario alla loro sopravvivenza) e lavorativa (assicurando loro un impiego retribuito in ogni luogo di culto in cui i due frati si trovavano a svolgere le proprie funzioni religiose).

1 Agosto 2024

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