Via libera in commissione
Decreto carceri verso la fiducia in Senato: l’ira delle opposizioni per gli emendamenti respinti
Via libera in commissione, le minoranze non votano: “Chiuso ogni spazio, ripresenteremo gli emendamenti respinti”. Oggi il testo in Aula. Detenuto si ammazza a Rieti, è il 61esimo
Giustizia - di Angela Stella
Via libera ieri pomeriggio della commissione Giustizia al Senato al dl Carceri, con il conferimento del mandato per l’aula ai relatori, la presidente della 2a di Palazzo Madama Giulia Bongiorno (Lega) e il senatore di Fratelli d’Italia Sergio Rastrelli. Il dl Carceri è ancora in prima lettura al Senato e va convertito in legge entro il 2 settembre. Oggi arriverà nell’aula di Palazzo Madama ma è probabile che il governo ponga la questione di fiducia che verrebbe votata nella giornata di giovedì.
Le opposizioni non hanno partecipato al voto sul mandato, limitandosi in segno di protesta ad esprimersi soltanto con una dichiarazione di voto sul provvedimento. In Assemblea sono intenzionate a ripresentare la maggior parte delle proposte di modifica al testo, che sono state respinte in commissione. «Ci voleva un po’ di coraggio per affrontare di petto la situazione di emergenza che c’è nelle carceri. Coraggio perché parlare di detenuti e carceri non porta voti. Loro hanno mostrato scarso coraggio. Anzi, anche un po’ di vigliaccheria»: questo il duro commento del capogruppo del Pd in Commissione Giustizia del Senato Alfredo Bazoli.
A lui si è aggiunto la senatrice Ada Lopreiato, capogruppo M5s in commissione Giustizia: «Per questo voto sul mandato al relatore le opposizioni sono presenti solo con i capigruppo e solamente per ribadire tutto il nostro sconcerto per come la maggioranza e il governo hanno condotto i lavori su questo decreto carceri. Il governo ci ha presentato un provvedimento sostanzialmente vuoto, inutile per affrontare una situazione tanto critica come quella degli istituti penitenziari. A quel punto il ruolo delle forze politiche parlamentari è quello di proporre modifiche e integrazioni, cosa che abbiamo fatto ma lì si è iniziato male perché ci è stato concesso poco tempo. Ancora peggiore il prosieguo dei lavori: il governo ha riscritto il suo testo vuoto e lì il centrodestra ha chiuso ogni spazio per le ulteriori proposte delle opposizioni e dato parere contrario a ogni emendamento delle minoranze».
Intanto ieri c’è stato il 61esimo suicidio in carcere. «Si è impiccato stamattina (ieri, ndr) nella sua cella del reparto isolamento della Casa Circondariale di Rieti, dov’era stato condotto a seguito di alcuni disordini avvenuti ieri, il 61esimo detenuto suicida in quelle che ormai sono vere e proprie carceri della morte. A nulla sono valsi i soccorsi. A questi decessi bisogna poi aggiungere i 6 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita». Lo ha reso noto Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. “Io il conto non lo tengo più: sono comunque troppi e (quasi) ogni giorno uno di più. Oggi (ieri, ndr) nel carcere di Rieti si è tolto la vita un ragazzo di venticinque anni, in attesa di giudizio, in isolamento. Ogni caso è un caso a sé, ma tutti insieme sono l’indice della crisi di un sistema che non riesce a garantire i principi costituzionali di umanità nella detenzione e di sostegno al reinserimento sociale dei condannati”: così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa.