Situazione esplosiva
Cpr di Ponte Galeria, altra rivolta dei detenuti contro le condizioni disumane: materassi bruciati e persone sui tetti

Come dei “normali” istituti di pena, scoppino esattamente come le carceri italiane. Parliamo dei Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri dove vengono portati in detenzione amministrativa i cittadini non comunitari sprovvisti di un regolare documento di soggiorno oppure già destinatari di un provvedimento di espulsione.
Strutture in perenne difficoltà e finite più volte al centro di inchieste per lo stato in cui versano gli “ospiti” al loro interno. Situazione che porta spesso a rivolte, come quella avvenuta giovedì 25 luglio nel Cpr di Ponte Galeria a Roma.
Qui alcune persone hanno messo in atto un tentativo di rivolta nel centro di via Cesare Chiodi: inizialmente quattro detenuti si sono appese sulla rete che delimita due settori mentre all’interno del centro veniva dato fuoco a una decina di materassi, quindi è stata rotta una porta e gli ospiti del Cpr hanno invaso i corridoi, fino a quando tre di loro sono saliti sul tetto. La situazione è rientrata solamente dopo quasi due ore, con l’intervento di polizia e vigili del fuoco.
Lo stato del Cpr di Ponte Galeria è da tempo sotto osservazione. A inizio luglio un detenuto aveva tentato il suicidio al suo interno, mentre a febbraio ci erano state violente proteste dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Ousmane Sylla, 22enne originario della Guinea, trovato impiccato con un lenzuolo a una grata.