Harris e Vance boicottano Bibi
Cosa ha detto Netanyahu al Congresso Usa e perché ci sono state proteste
Numerosi i big dei dem che hanno disertato il discorso del premier israeliano al Congresso, tra cui anche Nancy Pelosi e Bernie Sanders. A causa di “impegni” è rimasta vuota anche la sedia del vice di Trump
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
In migliaia fuori a protestare. Sedie vuote all’interno di una super blindata Capitol Hill. Kamala Harris, J.D.Vance e Nancy Pelosi non l’hanno ascoltato. E come loro oltre 30 democratici. È il “flop di Bibi”. L’arrivo di Benjamin Netanyahu al Congresso Usa ha scatenato le proteste di centinaia di manifestanti contro la guerra nella Striscia di Gaza. “Non nel nostro nome”, “Lasciate Gaza vivere”, “Gli ebrei chiedono: fermate il genocidio”, “Fermate l’invio di armi a Israele”: questi alcuni degli slogan che hanno lanciato i presenti, rappresentanti dell’associazione Jewish Voices for Peace, tutti con indosso una maglia rossa. Oltre 200 gli arresti, come ha riferito la polizia della Us Capitol. Altre proteste sono state messe in atto davanti l’hotel dove alloggia il primo ministro israeliano, chiedendo il suo arresto e lo stop del genocidio davanti a un cordone di forze dell’ordine. E i manifestanti non sono i soli a sostenere ciò.
Secondo quanto riferisce Nbc news, alcuni boicotteranno completamente il discorso, altri lo ascolteranno dai loro uffici senza andare in aula. Ed alcuni hanno organizzato programmi alternativi. Tra i senatori che non saranno in aula anche Patty Murray, presidente pro tempore del Senato, avrebbe dovuto presiedere la seduta, dal momento che Kamala Harris, che è anche presidente del Senato, non ci sarà per impegni precedenti. «Assicurare un duraturo, reciproco cessate il fuoco è di vitale importanza in questo momento, ed io continuerò a spingere affinché si raggiunga al più presto possibile» – ha dichiarato la senatrice dem eletta nello stato di Washington. «Spero che il primo ministro Netanyahu usi l’opportunità di questo discorso per dire come intende assicurare un cessate il fuoco e una pace duratura nella regione». Anche il senatore Dick Durbin ha annunciato che diserterà il discorso in una dichiarazione in cui afferma che la guerra a Gaza sotto la direzione di Netanyahu «È una strategia brutale che va oltre un livello accettabile di autodifesa. Io starò al fianco di Israele ma non applaudirò all’attuale primo ministro al Congresso».
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Anche la sedia di J.D.Vance è rimasta vuota. Il vice di Trump nella corsa alla Casa Bianca non è presente al discorso di Benjamin Netanyahu. A confermarlo, poche ore prima, è Jason Miller, consigliere della campagna di Trump, assicurando che il senatore dell’Ohio scelto da Donald Trump come candidato alla vice presidenza «È solidamente schierato con il popolo di Israele nella sua lotta per difendere la propria patria, sradicare la minaccia terroristica e riportare a casa i suoi cittadini tenuti in ostaggio». «Non sarà tuttavia presente al discorso del primo ministro Netanyahu al Congresso, a causa dei suoi impegni come candidato repubblicano alla vice presidenza», conclude Miller. «Netanyahu è un criminale di guerra che sta commettendo un genocidio contro il popolo palestinese. È estremamente vergognoso che i leader di entrambi i partiti l’abbiano invitato a parlare al Congresso. Dovrebbe essere arrestato e mandato alla Corte penale internazionale». È quanto afferma Rashida Tlaib, la deputa democratica di origine palestinese, in un post su X. Anche un’altra componente della famosa “Squad”, il gruppo di donne della sinistra dem, Alexandria Ocasio-Cortez, annunciando che boicotterà il discorso di Netanyahu, ha scritto che è «un giorno triste nella storia americana quando a un leader autoritario con un mandato di arresto del tribunale penale internazionale viene permesso di parlare al Congresso». «Quarantamila palestinesi sono morti, gli ostaggi non sono tornati a casa, Netanyahu è un criminale di guerra e io boicotterò il suo discorso», ha concluso su X la deputata newyorkese.
Durissimo anche il commento di un altro “assente” illustre: il senatore indipendente Bernie Sanders, che ha dichiarato che «Netanyahu non dovrebbe essere accolto nel Congresso degli Stati Uniti». «Al contrario, le sue politiche a Gaza e in Cisgiordania e il suo rifiuto di sostenere una soluzione a due stati dovrebbero essere condannate», ha scritto Sanders in un post sui social media, aggiungendo che non avrebbe partecipato. Biden riceverà oggi alla Casa Bianca Netanyahu, che vedrà poi separatamente anche la vicepresidente Kamala Harris, conferma che arriva dalla Casa Bianca stessa. Dopo il bilaterale, Biden e Netanyahu vedranno anche «le famiglie degli ostaggi americani tenuti a Gaza». L’amministrazione Biden, che comunque continua ad appoggiare Israele da un punto di vista militare, è sempre più fredda nei confronti del governo Netanyahu. La settimana scorsa Jake Sullivan, il consigliere per la Sicurezza nazionale, aveva detto che l’incontro tra Biden e Netanyahu avrebbe riguardato i negoziati per il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e il piano per gestire la situazione umanitaria a Gaza. Una prospettiva piuttosto diversa rispetto a quella presentata da Netanyahu. Non è un caso che “Bibi” faccia apertamente il tifo per l’ “amico Donald” nella corsa alla Casa Bianca.