La follia
La follia delle armi atomiche
La pazzia degli attori in campo in uno scenario globale che va verso l'escalation e non verso la pace
Editoriali - di Mario Capanna
L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi.
(A. Einstein)
Ci risiamo. Con i missili nucleari. In Europa e in Russia. Pazzia simmetrica, di chi non impara mai nulla dalla storia. L’ultimo vertice della Nato, conclusosi a Washington pochi giorni fa, ha deciso di schierare in Germania (ma siamo sicuri che in Italia no?), a partire dal 2026, nuovi missili con testate tradizionali e nucleari, in funzione anti-Russia. Mosca, va da sé, ha subito risposto: installerà missili atomici contro quelli a lungo raggio posizionati all’Ovest.
La notizia, data di soppiatto dai grandi media, è sparita dopo qualche ora, come se si trattasse di piccola cosa. È, invece, la più stupida e pericolosa coazione a ripetere. Una scelleratezza analoga, infatti, era già stata realizzata nella prima metà degli anni Ottanta: missili sovietici SS20 puntati verso l’Occidente e missili Cruise e Pershing, americani dislocati in Europa, anche in Sicilia a Comiso, volti contro l’Urss. Dopo grandi tensioni e pericoli, le grandi mobilitazioni pacifiste, in tutta Europa, portarono allo smantellamento degli ordigni in seguito agli accordi Reagan-Gorbaciov.
Si pensi al costo colossale di tutta l’operazione e agli alti rischi corsi: vista la conclusione, non era più intelligente evitare di porre in essere l’avventura?
Ora ci risiamo. Se l’imbecillità si ripete, è perché da allora ad oggi è rimasta immutata la “logica” della Mutual assured destruction (la “Reciproca distruzione assicurata”). La definizione fu coniata nel 1963 dall’allora segretario alla Difesa statunitense McNamara. Racchiudeva la dottrina cosiddetta dell’ “equilibrio del terrore”: se una delle due superpotenze, Usa e Urss, avesse sferrato un attacco nucleare all’altra, avrebbe subìto, in risposta, una analoga, totale distruzione. Sicché, dicono gli “strateghi”: la paura reciproca (il terrore) ha finora impedito l’uso delle armi atomiche.
Già, finora. Ma da adesso in poi? Gli Stati con armi nucleari sono oggi ben più di due, e già questo aumenta il rischio di un attacco per incidente o per errore. Ma, quel che è peggio, è che le armi vengono prodotte per essere, prima o poi, usate. Per capirci in concreto: se, per esempio, Israele venisse minacciato realmente nella sua esistenza (poniamo dall’Iran o da altri), siamo certi che non userebbe gli ottanta ordigni nucleari che possiede?
Analogamente: se la Russia – a seguito della guerra Russia-Ucraina-Nato-Usa – vedesse pregiudicata seriamente la propria indipendenza, chi garantirebbe il non uso del suo arsenale atomico? Chi potrebbe scongiurare il… “muoia Sansone con tutti i filistei”? È evidente che, a quel punto, la mutua distruzione assicurata non costituirebbe più un freno garantito.
È la dottrina in sé a non reggere. Non a caso l’acronimo di Mutual assured destruction è Mad, che in inglese significa precisamente: “pazzo”, “folle”, “matto”, “demente”… Se si ragiona a mente fredda, non è esattamente così? E non è evidente che la cosa migliore, per non pregiudicare il futuro umano, è non installare missili atomici né da una parte né dall’altra? E l’ideale sarebbe distruggerli tutti, sotto controllo internazionale? Lo sanno, questo, anche i “grandi” presidenti e i loro generali. Se non lo fanno, non è perché non arrivano a capirlo, ma perché dispiegare missili e ogive consente un business elevato, nutrito di finanziamenti stratosferici, di produzioni belliche e di garanzie del… loro posto di lavoro. Non vedono l’umanità – non la vogliono vedere – vedono solo se stessi. E il profitto: tabe originaria della modernità, che pregiudica l’avvenire della Terra e dei popoli. Pazzi. Folli. E noi di più, visto che permettiamo loro di esserlo.