L'inchiesta

Inchiesta di Venezia e blind trust di Brugnaro, avviso di garanzia per “tutela del sindaco”

L’assessore alla mobilità del comune di Venezia, Renato Boraso, presente dal 1997 in consiglio comunale di cui era stato presidente, è stato arrestato per corruzione, riciclaggio e false fatturazioni nell’ambito di una indagine nata tre anni fa sulla base di un esposto relativo all’uso di alcuni terreni in periferia

Cronaca - di Frank Cimini

17 Luglio 2024 alle 08:00 - Ultimo agg. 17 Luglio 2024 alle 10:02

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Inchiesta di Venezia e blind trust di Brugnaro, avviso di garanzia per “tutela del sindaco”

L’assessore alla mobilità del comune di Venezia, Renato Boraso, presente dal 1997 in consiglio comunale di cui era stato presidente, è stato arrestato per corruzione, riciclaggio e false fatturazioni nell’ambito di una indagine nata tre anni fa sulla base di un esposto relativo all’uso di alcuni terreni in periferia. Secondo il procuratore Bruno Chierchi la presunta attività delittuosa sarebbe proseguita fino ad oggi, nonostante Boraso fosse a conoscenza degli accertamenti in corso. Nell’inchiesta è indagato anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. A questo proposito il procuratore spiega che si tratta di un atto a tutela del primo cittadino. «Stiamo valutando la correttezza della gestione del blind trust del sindaco – aggiunge il magistrato – quindi l’avviso di garanzia è stato emesso a sua favore per correttezza nei suoi confronti. Forse poteva anche non essere necessario, però per trasparenza dell’attività della procura abbiamo ritenuto che fosse messo a conoscenza della nostra valutazione. Non c’è niente di segreto, per cui abbiamo ritenuto di poterlo fare nonostante il sindaco non sia stato nemmeno perquisito».

Il quadro complessivo dell’inchiesta parla di due arresti in carcere e sette ai domiciliari. Con Boraso è finito in cella l’imprenditore edile Fabrizio Ormenese. Ai domiciliari ci sono funzionari comunali e di società partecipate pubbliche tra cui l’azienda dei trasporti Actv. In tutto gli indagati sono 18. Tra questi il direttore generale di Actv, Giovanni Seno, e il responsabile del settore appalti del Comune, Fabio Cacco. Racconta il procuratore Bruno Chierchi: «Abbiamo iniziato con le intercettazioni per poi passare ai riscontri documentali con l’attività della guardia di finanza. Gli arresti sono scattati perché abbiamo saputo che Boraso stava distruggendo i documenti».

Sempre secondo le accuse «Boraso si era messo a disposizione da assessore con le sue svariate società per attività che non avevano nulla da spartire con la pubblica amministrazione. Si faceva pagare con fatture per prestazioni inesistenti in modo ripetuto. Interveniva su appalti e servizi modificando piani comunali a favore di diversi imprenditori che poi lo pagavano». Alle società di Boraso sono stati sequestrati l’equivalente di due milioni di euro. L’area dei Pili era stata acquistata da Brugnaro prima dell’ingresso in politica. La società porta di Venezia fa sempre capo a Brugnaro ma insieme a tutte le sue attività dal 2017 è in mano a un brand trust di diritto newyorkese. Sul presunto conflitto di interessi le opposizioni polemizzano da tempo.

17 Luglio 2024

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