Brugnaro: "Era insostituibile"

Incidente di Mestre, il dossier del 2017 sul guardrail “da cambiare”: il buco di 2 metri per una vecchia scaletta rimossa 20 anni fa

Cronaca - di Redazione

6 Ottobre 2023 alle 13:06 - Ultimo agg. 6 Ottobre 2023 alle 13:12

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Incidente di Mestre, il dossier del 2017 sul guardrail “da cambiare”: il buco di 2 metri per una vecchia scaletta rimossa 20 anni fa

Prosegue a ritmo serrato l’inchiesta sull’incidente avvenuto martedì sera sul cavalcavia Rizzato di Mestre, lo schianto che ha coinvolto un pullman precipitato da una decina di metri di altezza provocando la morte di 21 persone.

La procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo stradale, ma non ci sono indagati e non sono state fatte ipotesi sulle cause dell’incidente. Per ora i pochi punti certi dell’indagine sono stati resi noti dal procuratore capo Bruno Cherchi: sul luogo dell’incidente non sono stati rilevati segni di frenata sull’asfalto e non ci sono prove che l’autobus abbia toccato altri mezzi prima di sfondare il guardrail e cadere dal cavalcavia, col mezzo pesante che procedeva a bassa velocità al momento dell’incidente.

Lo stesso Cherchi ha annunciato che nei prossimi giorni affiderà l’incarico di una consulenza a periti di “provata competenza” per ricostruire storia e caratteristiche della barriera lungo il cavalcavia della Vempa.

Le polemiche sul “buco” e sulla manutenzione

A scatenare le polemiche, anche politiche, il “buco” di poco meno di due metri nel guardrail in cui sarebbe finito il bus prima di precipitare. Per l’assessore ai Trasporti di Venezia Renato Boraso “quella mancanza di un metro e cinquanta è un punto di passaggio, un varco di accesso per motivi di sicurezza, per la manutenzione”, e interruzioni di questo tipo si trovano spesso lungo i guardrail.

L’urto tra l’autobus e il guardrail sarebbe avvenuto almeno una ventina di metri prima dell’ormai noto varco di servizio: l’Agi riferisce che sono stati 27 gli urti del bus contati dai rilievi tecnici nel luogo dell’incidente, col mezzo pesante che nella caduta ha divelto almeno una decina di metri del restante guardrail.

Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, il varco di servizio però sarebbe rimasto in quelle condizioni nonostante la scaletta alla quale garantiva l’accesso non esistesse più da oltre 20 anni.

Il quotidiano quindi evidenzia come nel 2017 indagini conoscitive sulla struttura indicavano la “necessità” di sostituire i guardrail su entrambi i sensi di marcia del Nuovo cavalcavia superiore di Marghera: si citava in particolare l’esigenza di un adeguamento normativo delle barriere di sicurezza in ossequio alle raccomandazioni Ue varate nel 2012, che comprendevano anche l’innalzamento e l’ispessimento dei parapetti sulle strade ad alta circolazione.

In quel parere dei tecnici si segnalava inoltre l’ammaloramento delle fasce metalliche dovuto alla ruggine e delle solette che reggono le putrelle di sostegno dei parapetti, oltre al parziale rifacimento della pavimentazione che avrebbe dovuto sopportare il peso di mezzi più pesanti.

Il sindaco Brugnaro: “Quel ponte doveva restare all’Anas”

Tenta di allontanare le polemiche invece il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che a proposito del cavalcavia spiega al Corriere della Sera che “è una infrastruttura degli anni Sessanta passata al Comune una quindicina di anni fa. Noi abbiamo fatto le manutenzioni che la legge ci consentiva di fare. Se mi chiedete perché non abbiamo pensato di cambiare il guardrail rispondo che non potevamo farlo. Serviva un progetto unitario, che e’ stato approvato l’anno scorso, per cui abbiamo stanziato oltre sei milioni di euro anche di fondi Pnrr e i cui cantieri sono già in corso. L’iter e’ stato avviato nel 2016 con i primi rilievi. Per sostituire la barriera di protezione bisogna intervenire anche sulla piattaforma stradale e sui pilastri, insomma su tutta la struttura”.

Il ponte, aggiunge Brugnaro, è comunque omologato: “Per la legge era in regola. Il problema semmai è un altro: non doveva essere in capo al Comune. Non a caso era gestito dall’Anas che l’ha ceduto alle amministrazioni precedenti. Io non lo avrei mai accettato senza un finanziamento per poter adeguarlo”.

di: Redazione - 6 Ottobre 2023

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