L'impresa del Front

Schlein carica la sinistra dopo l’exploit francese: “Ora fermiamoli anche noi”

L’impresa del Front rilancia il campo largo, con Schlein a centrotavola Conte mette per l’occasione il vestito di sinistra “Vincono i diritti sociali”

Politica - di David Romoli

9 Luglio 2024 alle 14:30

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Schlein carica la sinistra dopo l’exploit francese: “Ora fermiamoli anche noi”

Elly festeggia: nessuno potrebbe darle torto. La porta per il Campo Largo era già apertissima, adesso è spalancata. “Se siamo uniti la destra si può battere”, ha commentato a caldo nella notte della lieta sorpresa. In politica la psiche e il morale hanno tutto il loro peso. Dopo il ribaltone deciso dagli elettori in Francia, chiunque si mettesse di mezzo ostacolando il Fronte Popolare all’italiana perderebbe ogni credibilità agli occhi dei propri stessi elettori. L’intero coro 5S, in effetti, esalta la formula vincente, partecipazione popolare più programma progressista, quella che “può cambiare la storia”.

Conte si adegua. Non si può dire che all’uomo manchi il senso dell’opportunità del momento. Ma non a caso sottolinea che il voto ha premiato “chi non ha mai avuto dubbi sulla pace”, oltre che sui “diritti sociali” e sulla “tutela dei più fragili”. Insomma, un pensierino sulla possibilità di trasformarsi in Mélenchon della penisola l’avvocato lo fa di certo e non è il solo. Tridico, fresco di elezione a Strasburgo lo dice chiaro: “Tra la destra reazionaria e il centrosinistra liberista il popolo ha scelto la sinistra popolare e progressista”. Solo che la postazione è affollata. Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, ha una sorta di diritto di prelazione ma anche la stessa Elly non ha alcuna intenzione di lasciare sguarnito quel fianco. Alla vigilia della sorpresa fancese c’era ancora dibattito, all’interno del Pd. I fan del modello inglese, quello di una sinistra molto moderata, ne vantavano in anticipo i vantaggi rispetto alla formula radicale francese già data per spacciata. Le urne hanno messo a tacere la polemica, peraltro tra le più provinciali.

Anche all’interno del partito sta prendendo corpo una formula che, pur senza assegnare alla segretaria i pieni poteri sognati, la stabilizza e rinsalda. I capicorrente, i pezzi da novanta locali, insomma i cacicchi, si organizzano per costituire il nerbo dell’area schleiniana. A sostegno della segretaria ma trattando con lei da pari a pari, avendo le elezioni europee dimostrato al di là di ogni possibile dubbio che con quelle aree di potere chiunque voglia governare il Pd deve saper patteggiare: i voti vengono di lì. Ma gli stessi capibastone non hanno alcuna riserva sul progetto di campo largo, che ormai converrebbe davvero chiamare anche qui Fronte Popolare.

La versione italiana delle elezioni francesi di domenica scorsa, nella strategia del Nazareno, dovrebbero essere i due referendum: quello sull’autonomia e quello sul premierato. Nel primo tutti sanno che raggiungere il quorum è a dir poco estremamente difficile, ma portare alle urne milioni e milioni di persone basterebbe a cementare l’alleanza. Nel secondo, invece, le speranze di una vittoria che segnerebbe la fine politica di Giorgia sono altissime. La rosa ha le sue spine. Molto dipende da quanto il Front Populaire riuscirà a evitare una clamorosa spaccatura che avrebbe tutto il suo peso negativo anche sui cugini da questa parte delle Alpi. La responsabilità dei leader del Front, oggi, non è solo nei confronti dei francesi ma di tutta la sinistra europea.

9 Luglio 2024

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