Il fenomeno naturale
Bomba vulcanica trovata sull’Etna, che cos’è e come si forma. Parla l’esperto Carmelo Cavallaro: “È ancora incandescente”. FOTO e VIDEO
Il ritrovamento e le foto, si è trattato di un masso particolarmente grande e pesante: "Questa è tra le più grandi mai viste, peserà almeno 10mila chili e può causare ustioni"
Scienza - di Andrea Aversa
La recente attività parossistica dell’Etna ha come sempre regalato immagini meravigliose e causato alcuni disagi. Finito il fenomeno vulcanico, riaperto lo spazio aereo, ripristinata la normale viabilità e ripuliti dalla cenere i centri abitati, di quelle ore sono rimaste indelebili le fotografie scattate, pubblicate e diventate virali sul web. Alcune in particolare hanno suscitato la curiosità delle persone. Tra queste ci sono quelle realizzate dalla guida etnea Carmelo Cavallaro.
Che cos’è la bomba vulcanica: il ritovamento sull’Etna
Scatti che hanno avuto il merito di immortalare un elemento della natura, davvero particolare, unico e speciale: la bomba vulcanica. Di per sè ci siamo trovati di fronte un masso enorme, incredibilmente pesante e letteralmente intoccabile a causa del suo calore. Tale pietra gigante è stata lanciata dal vulcano siciliano ed è caduta a circa 500 metri dal cratere, rotolando per un’ulteriore decina di metri fino a raggiungere una superficie di sabbia vulcanica. All’interno della roccia sono ancora evidenti le venature della lava.
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La guida Carmelo Cavallaro
“Le bombe vulcaniche di questo tipo si generano per via esplosiva – ha spiegato Cavallaro a l’Unità – Si tratta di pezzettoni di lava fuoriusciti dal vulcano che poi toccano una parete e iniziano a rotolare, modellandosi e diventando sempre più grandi. Non sempre, nell’impatto con la superficie, si frantumano. Questa credo sia tra le più grandi mai viste, peserà almeno 10mila chili. È ancora calda e incandescente, al suo interno c’è ancora il rosso della lava. Può mantenere questa temperatura per circa 15-20 giorni. C’è chi ha visto queste esplosioni da Piano Provenzano. Tali deflagrazioni hanno conseguenze limitate esclusivamente alle zone alte del vulcano. Verso le aree più basse e quelle abitate o percorse dalle auto, cadono pietre molto più piccole, portate dal vento. Quest’ultimo, associato ad una forte attività vulcanica, può far viaggiare le scorie fino a due chilometri di distanza. Circa 10 anni fa, dal cratere Sud-Est dell’Etna, caddero in strada pietre che pesavano sui 2 chili e mezzo. Accadde sempre nella zona di Piano Provenzano. In quel caso può capitare che tali detriti possano danneggiare, ad esempio, i vetri delle auto“.
Il post su Facebook
“ETNA – SPETTACOLARE!!! Da Carmelo Cavallaro, guida dell’Etna, ritrovata una ‘bomba’ vulcanica enorme, lanciata durante l’ultimo parossismo e caduta a circa 500/600 metri dove poi è rotolata per una decina di metri sulla sabbia vulcanica. Come potrete notare ancora internamente si vede il rosso della ‘lava’ e non è possibile toccarla perché potrebbe provocare ustioni. Credo sia tra le più grosse ‘bombe vulcaniche’ ritrovate dopo una attività parossistica“.
Il video di Carmelo Cavallaro