La battaglia di Francia
Parla Mélenchon: “In Francia è battaglia, dobbiamo fermare i fascisti, Macron ha aumentato i guadagni dei ricchi”
Macron ha saputo solo aumentare i guadagni dei ricchi e far scendere i salari medi. Ha aumentato di 1000 miliardi il deficit, non ha mantenuto le promesse elettorali. Noi proponiamo una riforma fiscale
Editoriali - di Jean-Luc Mélenchon
Sta accadendo qualcosa di clamoroso nella politica in Francia. E non riguarda solo la Francia. Perché sta accadendo sotto gli occhi di tutti i popoli europei che affrontano come i francesi le minacce dell’estrema destra e del razzismo. In poche ore si è manifestato un bel fervore popolare per incoraggiare gli sforzi della negoziazione per fermare l’estrema destra attraverso una grande unione politica. Così si afferma un fattore essenziale per il futuro e per l’atto stesso del voto: il coinvolgimento popolare è la chiave del futuro. È un dovere. Molti appelli di personalità, associazioni o organizzazioni politiche tra loro assai diverse esprimono una ferma volontà di partecipare al successo di questo Nuovo Fronte Popolare.
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Il Nuovo Fronte Popolare. È una novità così positiva! Tutti esprimono consapevolezza del pericolo. Per noi, le candidature dei deputati proposte ai voti devono mostrare questo nuovo legame con personalità del mondo associativo e sindacale. In questo campo come negli altri, gli Insoumises (gli attivisti di La France Insoumise, Francia ribelle, il movimento creatosi attorno a Jean-Luc Mélenchon n.d.r.) saranno esemplari. In fine dei conti, di fronte al pericolo, stiamo scrivendo una grande e bella pagina della Storia politica del nostro Paese. E scontiamo i calcoli politici di Macron che contava su una sinistra disunita e isolata per produrre un nuovo dibattito limitato a un nuovo faccia a faccia, in ogni circoscrizione, tra il suo partito e il Rassemblement National (partito di estrema destra francese fondato nel 1972 da Jean-Marie Le Pen n.d.r.). Ora due visioni del futuro della Francia si affrontano. Quella dell’ultra-destra che continua una storia oscura. Quella del Nuovo Fronte Popolare al servizio delle aspirazioni democratiche e sociali del nostro popolo.
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Appena pubblicato il contratto di legislatura del Nuovo Fronte Popolare, il campo macronista – già molto febbrile dall’annuncio dell’unione di tutta la sinistra tradizionale e del partito verde con i ribelli – ha tirato fuori le sue argomentazioni dal fondo del cassetto. Con una triste banalità, ha scelto di usare contro di noi il classico argomento della destra. E cioè la domanda: “quanto costa il vostro programma?”. Aumentare gli stipendi, ricostruire i servizi pubblici, aumentare i minimi sociali, le pensioni, dare ai giovani una garanzia di autonomia: tutto questo è per loro una spesa superflua! Niente a che vedere con i 140-220 miliardi di aiuti e tagli fiscali con cui riempiono le tasche delle grandi aziende ogni anno. Quindi, per spaventare, i fini cagnetti segugi del presidente hanno tirato fuori una cifra molto grande e fantasiosa. Attenzione, rulli di tamburo: il programma del Nuovo Fronte Popolare costerebbe secondo i loro esperti non meno di 286 miliardi di euro! Tremate, persone perbene! Non ci vuole più di uno sguardo, a chi conosce i numeri, per rendersi conto della truffa.
Due esempi. Nella lista delle nostre misure che il campo macronista contribuisce a far conoscere attraverso questa campagna di comunicazione, c’è il fatto di rendere progressivo il CSG (contribuzione sociale generale, la tassa francese sui redditi che è al 9,2% sui redditi da lavoro e al 6,2% sui redditi sostitutivi, come l’indennità di disoccupazione, l’indennità da malattia etc, n.d.r.). Oggi è una tassa ingiusta poiché, qualunque sia il reddito, tutti pagano lo stesso. Quindi vogliamo renderla progressiva, secondo fasce di reddito, in modo che i piccoli paghino in piccolo e i grandi paghino in grande. Ma per la minoranza presidenziale tutto ciò costa 39 miliardi di euro! Perché? Forse non hanno capito il principio della condivisione della ricchezza. Chi pagherà di più compenserà la parte mancante da chi pagherà meno per questa tassa. Costo totale per le finanze pubbliche: 0 euro. Caramba! Prima brutta battuta. Ecco la seconda, e la migliore. Il documento del potere valuta la sesta settimana di ferie pagate ad un costo di 30 miliardi di euro. Problema: questa proposta non è scritta da nessuna parte nel programma del Nuovo Fronte Popolare. È vero, è nel programma degli Insoumis. Ma poiché il nostro contratto di legislatura è un programma che mira a rispondere alle emergenze e, in un certo senso, a stuzzicare l’appetito, questa forma di riduzione dell’orario di lavoro non è presente. Il programma è il frutto di un compromesso con gli altri partiti (significa che c’erano… opposizioni). Risultato del confronto: due righe della loro presunta lista di spesa vengono annullate e questo è sufficiente per abbassare di un quarto la somma sbandierata da loro. Quindi additarci come asini è stata una grande maleducazione, non siamo noi ad avere sbagliato i conti.
La cosa più divertente sarebbe sicuramente restituire a Cesare ciò che è di Cesare. Perché non è certo che il macronismo sia nella posizione migliore per vantarsi di una cifra seria del programma. Ricordiamo come, durante le elezioni presidenziali, gli Insoumises avevano mobilitato un battaglione di economisti. Emmanuel Macron si era accontentato delle poche righe che presentavano numeri senza giustificazione. Diceva allora che avrebbe speso 50 miliardi di euro durante il suo quinquennio. Due anni dopo, sono già 133 miliardi di euro. Emmanuel Macron ha portato il Paese a 3000 miliardi di euro di debito pubblico, la banalità di 1000 miliardi di euro in più rispetto al suo arrivo! Che Mozart del crash di bilancio abbiamo noi! Per lui, si trattava di risucchiare i soldi dal basso verso l’alto. La prova: l’incredibile aumento dell’85% dei dividendi pagati agli azionisti dal 2017. Il salario orario medio dei lavoratori, nello stesso periodo, è sceso del 5% e tutti i servizi pubblici sono peggiorati. Il governo del Nuovo Fronte Popolare farà il contrario. Farà restituire i soldi dei ricchi al popolo. Una politica virtuosa. Perché è il consumo popolare che trae il 53% dell’attività dell’economia francese, riempie i libri degli ordini e, alla fine, riempie le casse dello Stato.
Da 7 anni la Francia subisce la teoria del “deflusso” o dello “sgocciolamento”. La ricchezza accumulata al vertice della società – secondo loro – finirebbe per “scolare” verso il basso della scala del reddito. Ma in effetti, nulla è scolato fin qui, nemmeno una gocciolina di quel fiume di soldi. Al contrario, i mostruosi profitti capitalisti sono evaporati nella sfera finanziaria senza venire quaggiù sul pavimento delle mucche dove sono gli investimenti o i salari. E se cambiassimo la dottrina economica e di bilancio? Quella disegnata dal programma ecologico e sociale del Nuovo Fronte Popolare non nasconde il suo obiettivo: governare partendo dai bisogni. In altre parole, partire dalla vita reale e concreta del comune mortale e soddisfare i bisogni vitali del comune mortale. Semplice. Efficace. Rende la vita più bella.