Malagiustizia

Giorgia Meloni vada ad abbracciare Beniamino Zuncheddu

Se a sinistra c'è stata propaganda per sfruttare in termini politici il caso Salis, a destra è accaduto lo stesso con Chico Forti. Eppure, il simbolo dell'illegalità nella quale vive l'Italia è proprio il pastore sardo, al quale lo Stato ha rubato 30 anni di vita

Editoriali - di Andrea Aversa - 23 Maggio 2024

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Giorgia Meloni vada ad abbracciare Beniamino Zuncheddu

Come è ben noto uno dei principali problemi dell’Italia è il mal funzionamento della giustizia. Cosa peggiore, il sistema giudiziario nostrano è di fatto irriformabile. Da Tangentopoli in poi, ci hanno provato tutti i governi, nel bene e nel male, è nessuno è riuscito a portare a casa una riforma strutturale della giustizia. È questo l’esempio di come la politica si sia rivelata, da una parte succube dello strapotere delle procure, dall’altra beneficiaria a proprio uso e consumo del dualismo tra garantismo e giustizialismo. Tutto ciò si ripercuote negativamente in modo tragico sulla vita dei cittadini. Tra questi ci sono anche i detenuti. E nelle carceri, da decenni, si verificano le più gravi violenze che un normale Stato di Diritto non dovrebbe tollerare.

Una giustizia da riformare

E veniamo all’attualità. Ancora oggi è più vivo che mai lo scontro tra magistratura e politica. Da un lato: inchieste (a orologeria?) che piombano sulle amministrazioni locali, dispositivi di una severità inaudita contro i migranti, personaggi noti tornati nel tritacarne mediatico – giudiziario (come il Generale Mori) e la ‘fatwa‘ lanciata dall’Associazione Nazionale Magistrati contro ogni tentativo di riequilibrare i poteri dello Stato. Dall’altro: il governo ha parlato tanto di riforme ma non ne ha fatta neanche mezza, se non sotto forma di provvedimenti repressivi che hanno aumentato le leggi in questo paese, già penalmente ‘ingolfato’.

La mala giustizia

Dunque è come se fosse stata siglata una ‘pax‘ silenziosa, che la politica ha usato per esprimersi sotto forma di propagandapasserelle. Comportamento ben interpretato sia dalla maggioranza che dall’opposizione. E così, prima abbiamo letto e ascoltato la clamorosa (e giusta) indignazione rispetto alle condizioni detentive di Ilaria Salis in Ungheria. Poi abbiamo visto l’accoglienza a braccia aperte della premier Meloni nei confronti di Chico Forti. Peccato che sia la sinistra che la destra abbiano dimenticato, non solo che l’Italia ha poco da insegnare sul tema della detenzione ma che c’è un’altra persona che avrebbe meritato un’attenzione politica e mediatica maggiore e straordinaria.

Salis e Forti: propaganda e passerella

Stiamo parlando di Beniamino Zuncheddu. Il pastore sardo al quale lo Stato ha rubato 30 anni della sua vita. Zuncheddu da innocente ha scontato questi tre decenni in carcere. È stato condannato per omicidio a causa di un processo basato su prove farlocche, intercettazioni dubbie e una confessione estorta con la forza. Solo il Partito Radicale ha preso a cuore la storia di Zuncheddu. Nessun altro segretario di partito ha incontrato il pastore vittima della malagiustizia italiana. Le istituzioni del Belpaese, come una sorta di beffa, hanno chiuso in questo modo la vicenda: con 30mila euro di risarcimento per essere stato detenuto in celle strette e non con un’assoluzione piena (perché, “non è certa l’estraneità al delitto ma c’è dubbio sulla sua colpevolezza“).

Il mancato abbraccio a Beniamino Zuncheddu

Eppure, i leader della sinistra avrebbero potuto candidare anche lui alle Europee, lo avrebbe potuto fare il Partito Democratico. Elly Schlein avrebbe potuto ergere Zucheddu come simbolo e caso concreto per una campagna politica volta a riformare la giustizia. La Meloni sarebbe potuta andare a casa sua per abbracciarlo, con la stessa tempestività con la quale si è recata all’aeroporto di Pratica di Mare per accogliere Forti. Ma è evidente che né a sinistra, né a destra c’è la vera volontà di riformare la giustizia e di utilizzare il volto di un povero cittadino schiacciato dai giudici come mezzo per farlo. Perché se a sinistra ha sempre fatto comodo il braccio armato delle procure, a destra carceri e detenuti non portano consenso. Meglio le passerelle e la propaganda: un modo sicuro per prendere un voto in più oggi. Tanto, domani, chissà. E chi se ne importa di tutti coloro che vedono giorno dopo giorno calpestati i propri diritti.

23 Maggio 2024

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