La magistrata

Francesca Morvillo, chi era: moglie di Giovanni Falcone, prima magistrata assassinata in Italia, la strage a Capaci

"Dov'è Giovanni?", le sue ultime parole nel trasferimento all'ospedale dopo l'attentato sull'A29. Fu tra le prime donne in Italia a intraprendere la carriera della magistratura

Cronaca - di Redazione Web - 23 Maggio 2024

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FOTO DA YOUTUBE (Fondazione Progetto Legalità – Paolo Borsellino)
FOTO DA YOUTUBE (Fondazione Progetto Legalità – Paolo Borsellino)

Non soltanto la moglie di Giovanni Falcone. Francesca Morvillo moriva anche lei nella strage di Capaci. 17:57, sabato 23 maggio 1992: 500 chilogrammi di tritolo fecero esplodere un tratto dell’autostrada A29, morirono Falcone, Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo che viaggiavano sulla prima auto investita in pieno dall’esplosione. Francesca Morvillo aveva 46 anni, magistrata, la prima a essere assassinata in Italia.

Era nata a Palermo il 14 dicembre 1945, figlia del sostituto procuratore Guido Morvillo. Anche il fratello divenne magistrato. Si era laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Palermo nel 1967 con soli tre esami senza trenta e lode. Per la sua tesi di Laurea “Stato di diritto e misure di sicurezza” vinse il Premio Giuseppe Maggiore per la migliore tesi nelle discipline penalistiche. Divenne giudice del Tribunale di Agrigento e sostituto procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, Consigliere della Corte d’Appello di Palermo e componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura.

Francesca Morvillo e Giovanni Falcone

Francesca Morvillo fu tra le prime a vincere il concorso da magistrata nel 1968, cinque anni dopo l’apertura alle donne della carriera, nel 1963. Il primo incarico da uditore giudiziario a Palermo, nel 1971 giudice del Tribunale di Agrigento, dal 1972 al 1988 sostituto procuratore al Tribunale dei minori, nel 1988 consigliere di Corte di Appello. E nel 1990 divenne l’unica donna in toga nella Corte di Appello di Palermo. Soltanto nel 1990 depositò 768 sentenze. Quando lo conobbe, Falcone era giudice istruttore al Tribunale di Palermo ed era stato sposato con Rita Bonnici, maestra elementare. Anche lei era stata sposata, un primo matrimonio culminato in una separazione.

Francesca Morvillo e Giovanni Falcone si conobbero a casa di amici in comune. Cominciarono a vivere insieme nel 1986. Si sposarono dopo i rispettivi divorzi nel 1986, la cerimonia venne officiata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Una cerimonia molto intima. Il magistrato Antonino Caponnetto fece da testimone. La coppia non ebbe mai figli. “Giovanni faceva di tutto per proteggerla. Anche costringendola a una vita da separati”, ha raccontato Girolamo Lo Verso, nel libro di memorie Quando Giovanni diventò Falcone descrivendo una donna “accogliente, gentile, tranquilla e piena di modestia”.

Morvillo nel 1991 inviò domanda di trasferimento per uffici giudiziari con sede a Roma per “l’esigenza di raggiungere la sede richiesta per mantenere l’unità del nucleo familiare dato che il proprio coniuge Giovanni Falcone, anch’esso magistrato, è stato destinato al Ministero di Grazia e Giustizia con l’incarico di direttore generale degli affari penali”. Giovanni Paparcuri, autista di Rocco Chinnici, tre anni dopo la strage ritrovò in un libro un biglietto che Morvillo scrisse al marito dopo l’attentato fallito dell’Addaura nel 1989 con un borsone riempito da 58 candelotti di tritolo nei pressi della villa che il giudice aveva affittato. “Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me, così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore, Francesca”.

La strage di Capaci

Francesca Morvillo il 22 maggio del 1992 faceva parte della commissione d’esame a un concorso per l’accesso in magistratura all’Ergife Palace Hotel di Roma. Con il marito stavano viaggiando dall’aeroporto di Punta Raisi verso Palermo, in una Croma Bianca con il marito e l’autista Giuseppe Costanza. Erano atterrati con un Falcon 10 partito da Ciampino. A guidare l’auto era Falcone, la moglie era seduta al suo fianco.

L’esplosione li fece sbalzare e li scaraventò contro il parabrezza. Il convoglio era l’obiettivo della Mafia che voleva colpire Falcone da quando all’inizio degli anni ’80 fu costituito il pool antimafia di Palermo che indagò Cosa Nostra e istruì il celebre Maxiprocesso. Morvillo fu trasportata all’ospedale Cervello prima di essere trasferita al Civico, dove venne ricoverata nel reparto di neurochirurgia. Morì intorno alle 23:00 durante un’operazione. Troppo gravi le lesioni interne riportate nell’esplosione. “Dov’è Giovanni…?”, le ultime parole raccolte da un poliziotto durante il trasporto in ospedale.

Il messaggio del Presidente Mattarella

“A trentadue anni da quel tragico 23 maggio è doveroso ricordare anzitutto il sacrificio di chi venne barbaramente ucciso: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. Insieme a loro ricordiamo Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina”, ha dichiarato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio in occasione del 32° anniversario della strage. “Testimoni di legalità, il cui nome resta segnato con caratteri indelebili nella nostra storia. I loro nomi sono affermazione di impegno per una vittoria definitiva sul cancro mafioso e il pensiero commosso va ai loro familiari che ne custodiscono memoria ed eredità morale”.

23 Maggio 2024

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