La malattia
Glioblastoma, cos’è il tumore al cervello che ha colpito Sophie Kinsella: sintomi, cure, diagnosi, terapie
L'annuncio della scrittrice sui social: "In generale mi sento molto bene, anche se mi sento molto stanca e la mia memoria è peggiorata, ancora più di prima!". Una forma molto aggressiva di cancro, la neoplasia al cervello più difficile da curare
Salute - di Redazione Web
Sophie Kinsella ha annunciato su Instagram di essere malata di una grave e aggressiva forma di tumore al cervello: un glioblastoma. “Al momento tutto è stabile e in generale mi sento molto bene, anche se mi sento molto stanca e la mia memoria è peggiorata, ancora più di prima!”, ha scritto la scrittrice londinese, autrice di best seller venduti in tutto il mondo del genere chic lit.
Kinsella, nome d’arte di Madeleine Sophie Wickham, ha detto di aver ricevuto la diagnosi a fine 2022 e di aver cominciato le terapie. “Non l’ho condiviso prima perché volevo assicurarmi che i miei figli fossero in grado di ascoltare ed elaborare la notizia e adattarsi alla nostra ‘nuova normalità’”. Ha ringraziato i lettori per la solidarietà, i familiari per la vicinanza e i medici e gli infermieri che si stanno prendendo cura di lei. “A tutti coloro che soffrono di cancro mando il mio amore e i migliori auguri, così come a coloro che li sostengono e li aiutano”.
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Cos’è il glioblastoma
Il gliobastoma è noto anche come glioblastoma multiforme o astrocitoma di grado IV, appartiene alla famiglia dei gliomi. È una forma molto aggressiva di tumore che colpisce il sistema nervoso centrale, soprattutto il cervello ma anche il tronco cerebrale, il cervelletto e il midollo spinale. È la neoplasia a carico del cervello più difficile da curare. Rappresenta il 45% di tutti i tumori che hanno origine nel cervello. Il suo nome deriva da glia: si tratta di un gruppo di cellule che svolge una funzione di sostegno per le cellule nervose, i neuroni.
Il gliobastoma può colpire anche i bambini ma la fascia più colpita è quella delle persone in età matura, tra i 45 e i 75 anni. Può manifestarsi con forti mal di testa, nausea, vomito e attacchi epilettici. La diagnosi avviene tramite visita neurologica, esami strumentali per immagini e biopsia. A renderlo oltremodo aggressivo e difficile da curare la difficoltà della diagnosi precoce e le cause ancora sconosciute. Come si legge sul sito della Fondazione Veronesi, il tumore riesce anche ad assumere le sembianze di cellule cerebrali perfettamente sane.
Come si cura il glioblastoma
Come si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) la cura prevede un approccio multidisciplinare. “L’attuale terapia standard prevede la massima rimozione (resezione) chirurgica del tumore che possa essere effettuata in sicurezza, seguita da radiazioni con somministrazione concomitante di temozolomide, un agente chemioterapico detto alchilante orale. Successivamente, il protocollo prevede chemioterapia con temozolomide (Protocollo Stupp)”.
Difficile la rimozione chirurgica estesa e completa del glioblastoma per l’invasività del tumore e la localizzazione in aree del cervello che controllano il linguaggio, la funzione motoria e i sensi. Le terapie previste sono l’intervento chirurgico, la radioterapia, la chemioterapia, la terapia con i campi elettrici, la terapia farmacologica mirata, sperimentazioni cliniche o cure palliative per attenuare dolore e disturbi. Il glioblastoma presenta anche tasi di recidiva molto elevati.
Per approfondire si consiglia di rivolgersi a siti specializzati, come quelli citati e linkati nell’articolo