Paura mondiale

Attacco Iran a Israele, cosa sta succedendo: il lancio di droni e missili, “99% intercettati”, l’avvertimento degli USA

Il lancio annunciato da giorni scattato in tarda serata, il mondo intero col fiato sospeso davanti al rischio di una nuova escalation. Teheran: "Questione chiusa". Gli USA avvertono: "No a reazione israeliana"

Esteri - di Redazione Web - 14 Aprile 2024

CONDIVIDI

Foto da X
Foto da X

Centinaia tra droni e missili, quasi tutti intercettati dai sistemi di difesa di Israele. E il mondo intero che sta a guardare, che assiste a un’ulteriore escalation nella guerra in Medio Oriente che questa volte coinvolge due potenze regionali. “Se Israele non commette altri errori, la questione è chiusa”, il commento di Teheran il giorno dopo. Israele alle 7:30 locali ha riaperto lo spazio aereo, nonostante molti voli in partenza dall’aeroporto di Tel Aviv Ben Gurion siano stati cancellati. L’attacco era atteso da giorni.

Da giorni infatti fonti di intelligence e militari soprattutto israeliane e statunitensi parlavano di un attacco di Teheran, che aveva confermato: una ritorsione per il bombardamento israeliano a Damasco, in Siria, che aveva colpito la sede dell’ambasciata di Teheran e in cui era morto Mohammad Reza Zahedi, importante generale delle Guardie della Rivoluzione, la vittima più illustre nell’esercito iraniano dopo l’eliminazione da parte degli Stati Uniti di Qassem Suleimani a inizio 2020. A questa operazione si era aggiunta nell’ultima settimana l’uccisione nella Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano di tre figli di Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, gruppo alleato dell’Iran.

L’attacco dell’Iran a Israele

L’attacco verso il territorio israeliano non ha precedenti. È scattato nella tarda serata di ieri, intorno alle 22:00 italiane, le 23:00 in Israele. L’Iran ha lanciato più di 300 tra droni, missili da crociera e missili balistici. Le prime immagini sui media riprendevano i droni in viaggio sull’Iraq. Le fonti militari annunciavano che si sarebbero volute delle ore prima che i droni potessero arrivare in Israele e colpire obiettivi neanche specificati. Alcuni dei droni e dei missili sono partiti anche da Iraq, Yemen e Siria, grazie al sostegno di milizie filoiraniane.

Israele si stava preparando da giorni all’attacco, ha aumentato al massimo il suo livello di allerta e ha attivato il suo sistema antimissile israeliano Iron Dome e aerei da guerra. Avichay Adraee, portavoce dell’esercito israeliano, ha dichiarato che in totale sono stati lanciati 170 droni e che “nessuno di questi è penetrato in territorio israeliano, poiché gli aerei da guerra dell’aviazione di Israele e i sistemi di difesa aerea nostri e dei nostri alleati li hanno intercettati”. Oltre 30 i missili da crociera lanciati, nessuno di questi ha raggiunto il territorio israeliano.

Una piccola parte dei missili balistici è penetrata invece, alcuni hanno colpito la base aeronautica di Nevatim, nel sud del Paese, causando danni minori alle infrastrutture. L’esercito ha fatto sapere di aver intercettato il 99 per cento dei lanci dell’Iran. Una decina i feriti. Ferita dalle schegge di un drone intercettato una bambina di dieci anni nel Sud di Israele. È ricoverata in gravi condizioni. Le altre persone coinvolte sono rimaste ferite in modo lieve.

La risposta di Israele

Al momento non è chiaro se Israele risponderà all’attacco dell’Iran. Prevista per oggi una riunione del gabinetto di guerra israeliano, l’organo creato dal governo di unità nazionale di Israele formatosi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Alle operazioni di difesa hanno partecipato anche Stati Uniti, Gran Bretagna, Giordania e Arabia Saudita. Un’infrastruttura inedita, significativa per quanto riguarda gli equilibri nella regione. L’allerta rimane alta, ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant.

“Ho stabilito un principio chiaro: a chiunque ci farà del male, noi gli faremo del male. Ci difenderemo da ogni minaccia e lo faremo con calma e determinazione”, aveva dichiarato ieri il premier Benjamin Netanyahu nel suo discorso durante il quale aveva espresso “apprezzamento” per gli Stati Uniti “per essere stati al fianco di Israele” e per “il sostegno del Regno Unito, della Francia e di molti altri Paesi. Restiamo uniti e, con l’aiuto di Dio, insieme sconfiggeremo tutti i nostri nemici. Cittadini israeliani, negli ultimi anni, e ancor più nelle ultime settimane, Israele si sta preparando alla possibilità di un attacco diretto da parte dell’Iran. I nostri sistemi di difesa sono schierati, siamo preparati per qualsiasi scenario, sia in difesa che in attacco. Lo Stato di Israele è forte, le Idf sono forti”.

Ieri sera diffusa anche la notizia del decollo dell’aereo del premier, Kenaf Zion, per una destinazione imprecisata. Gli Stati Uniti, tramite una conversazione tra il presidente Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, hanno già fatto sapere che non sosterranno una reazione israeliana. Hamas intanto ha rigettato la proposta di accordo sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi prelevati negli attacchi dello scorso 7 ottobre e sequestrati nella Striscia da oltre sei mesi.

L’Iran commenta l’attacco a Israele

“Sulla base dell’articolo 51 delle Nazioni Unite relativo alla legittima difesa l’azione militare dell’Iran è stata una risposta all’aggressione del regime sionista contro le nostre sedi diplomatiche a Damasco. La questione può dirsi conclusa”, ha affermato la rappresentanza iraniana all’Onu in una lettera. “Tuttavia, se il regime israeliano dovesse commettere un altro errore, la risposta dell’Iran sarebbe notevolmente più severa “e porterebbe a “un conflitto tra l’Iran e il regime canaglia israeliano, dal quale gli Stati Uniti devono stare lontani. Le misure difensive adottate dall’Iran indicano il suo approccio responsabile alla pace e alla sicurezza regionali e internazionali, in un momento in cui il regime di apartheid di Israele continua a praticare atti illegali e di genocidio contro la Palestina, aggressioni militari ripetute contro stati vicini oltre a manovre foriere di guerra nella regione e oltre”.

Teheran ha comunque rivendicato la distruzione di due importanti siti militari israeliani. “Israele ha oltrepassato i limiti prendendo di mira il nostro consolato in Siria, e si è dovuto rispondere. Il nostro attacco è terminato e non desideriamo continuarlo ma risponderemo con forza se Israele prenderà di mira i nostri interessi. Se Washington partecipasse ad un attacco contro di noi, prenderemo di mira le sue basi nella regione e non sarà sicuro”. Un Comandante delle Guardie della Rivoluzione ha spiegato ad Al Jazeera che “avremmo potuto lanciare un’operazione su vasta scala, ma abbiamo individuato obiettivi specifici nei territori occupati. La nostra operazione è stata limitata e di successo e abbiamo colpito i siti che costituivano il punto di partenza per prendere di mira il nostro consolato in Siria”.

La posizione dell’Italia

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani è intervenuto allo speciale del Tg2 della Rai sull’attacco: “Fortunatamente la situazione sta migliorando, almeno in questo momento, perché è stato riaperto lo spazio aereo nei luoghi dove era stato chiuso, cioè Israele, Giordania e Iraq. L’offensiva iraniana è stata respinta, quindi c’è stata una positiva reazione militare da parte di Israele, perché quasi tutti i missili e i droni sono stati abbattuti, soltanto un paio di missili hanno colpito una base aerea israeliana nel deserto senza provocare gravi danni”.

“Come ho già fatto con l’Iran”, in una telefonata con il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, “dico anche a Israele di usare la massima prudenza. L’Iran ci ha assicurato che sarà rispettata l’incolumità del nostro contingente” in Libano. “Voglio tranquillizzare, in questo contesto complicato, tutti gli italiani su quanto accade nel Nord di Israele”.

14 Aprile 2024

Condividi l'articolo