L'avvertimento Usa all'alleato
Iran pronto alla vendetta per il bombardamento di Damasco, pronto un attacco a Israele “entro 24-48 ore”
Esteri - di Redazione
Un attacco iraniano nelle prossime 24-48 ore. Israele si sta preparando ad una offensiva del regime di Teheran “probabilmente sul suolo israeliano” entro due giorni: è questo quanto riferito da un funzionario statunitense al Wall Street Journal citando rapporti dell’intelligence, con l’attacco che potrebbe avvenire nel sud come nel nord del Paese.
Non a caso un rapporto citato dal quotidiano economico Usa sottolinea come ai dipendenti del governo americano in Israele e alle loro famiglie è stato vietato viaggiare in aree al di fuori del centro di Israele, Gerusalemme e Beersheba, evitando il nord e il sud del Paese, fino a nuovo avviso.
La vendetta iraniana per l’attacco di Damasco
Si tratterebbe della temuta “vendetta” iraniana dopo il bombardamento che il primo aprile ha colpito un edificio dell’ambasciata di Teheran a Damasco, la capitale della Siria: offensiva attribuita ad Israele che ha provocato la morte di Mohammad Reza Zahedi, funzionario di alto rango delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, e di altri cinque membri dei pasdaran.
La “risposta” di Israele
“Siamo in allerta, altamente preparati per vari scenari e valutiamo costantemente la situazione. Siamo pronti per l’attacco e la difesa utilizzando varie capacità di cui dispongono le Idf, e pronti anche con i nostri partner strategici“, aveva dichiarato ieri il portavoce delle Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari.
Annunciando che “non vi è alcuna modifica alle istruzioni del Comando del fronte interno“, Hagari ha sottolineato che “un attacco dal territorio iraniano sarebbe una prova evidente delle intenzioni iraniane di aggravare la situazione in Medio Oriente e di smettere di nascondersi dietro i proxy“. “Abbiamo una capacità di difesa a più livelli che si è dimostrata valida durante la guerra, con migliaia di intercettazioni riuscite“, ha aggiunto il portavoce, pur ammettendo che “la difesa non sarà mai ermetica”.
Non solo. Durante un colloquio col suo omologo statunitense Lloyd Austin, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha sottolineato che qualsiasi attacco iraniano diretto su Israele porterà a una risposta israeliana proporzionata e ”ha sottolineato che Israele non accetterà un attacco iraniano sul territorio israeliano”, secondo il suo ufficio.
La sorte degli ostaggi israeliani
Sempre il WSJ riferisce, dopo aver sentito alcuni funzionari americani, che Washington teme che gran parte degli ostaggi israeliani tenuti nelle mani di Hamas a Gaza siano morti. Nelle mani del gruppo radicale che controlla la Striscia vi sarebbero ancora 129 ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso.
L’Idf ha confermato la morte di 34 di questi ma, scrive il quotidiano statunitense “funzionari israeliani e americani stimano in privato che il numero di morti potrebbe essere molto più alto”. Il rapporto cita funzionari statunitensi che sostengono che alcuni ostaggi siano stati probabilmente uccisi durante gli attacchi israeliani su Gaza, mentre altri sono morti per problemi di salute, comprese le ferite subite durante la loro cattura iniziale.