Al servizio dell'Ayatollah
Cosa vuol dire Pasdaran: chi sono i Guardiani della Rivoluzione islamica in Iran
Sono il gruppo politico e militare più importante dell'apparato statale di Teheran
Esteri - di Andrea Aversa
Secondo il dizionario Treccani la parola pasdaran deriva dal persiano ed è la forma plurale di pasdar, letteralmente, “colui che veglia“. Per le cronache storiche, politiche e geo politiche (e purtroppo anche per quelle di guerra), il termine è riferito ai Guardiani della Rivoluzione, l’organo militare più importante dell’Iran. L’organizzazione conta oltre 200mila uomini che si occupano di ‘proteggere’ la Repubblica Islamica, i suoi valori religiosi votati all’Islam sciita e del tutto fedeli alla loro Guida Suprema e spirituale: l’Ayatolah Alì Khameneì (che ne è anche il Comandante in capo). Con gli anni il gruppo è diventato ‘para’ militare, perché impegnato anche su altri fronti. Ad esempio, quella della sicurezza interna, sia in termini di milizie dispiegate sul territorio iraniano (utilizzate anche per i controlli alle frontiere) che di intelligence.
Cosa vuol dire Pasdaran
I Pasdaran sono divisi in forze di terra, navali e aeree. La loro nascita risale al primo febbraio del 1979, anno della Rivoluzione islamica che stravolse l’Iran rendendolo ciò che è ancora oggi: una dittatura teocratica. I Guardiani della rivoluzione, prima di prendere il totale controllo delle forze armate iraniane, hanno avuto il compito di sostenere i leader religiosi a capo della Repubblica Islamica, nei primi anni dell’instaurazione del regime. Questo perché c’era il pericolo che l’esercito regolare, in parte ancora fedele allo Scià, potesse organizzare e promuovere un colpo di stato. Dal giorno della loro fondazione, i Pasdaran sono stati fondamentali per tutti i conflitti che hanno visto protagonista l’Iran: la guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein, la guerra civile libanese, la guerra combattuta in Libano contro Israele: in questo scenario è nato Hezbollah, l’estensione politica e militare della Repubblica Islamica con sede a Beirut. L’ultimo grande conflitto, dove i Guardiani della Rivoluzione sono stati protagonisti, è stato quello della guerra civile in Siria.
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Chi sono i Guardiani della Rivoluzione
Lo Stato Ebraico e i sunniti. Sono loro i principali nemici dell’Iran. Israele è il demonio da distruggere perché portatore del sionismo, i sunniti sono invece gli ‘infedeli’, quelli che sono dalla parte sbagliata dell’Islam. In generale, il grande avversario degli ayatollah, è l’Occidente con il Grande Satana in testa: gli Stati Uniti. Sono due i reparti ‘speciali’ che compongono i Pasdaran: i basiji della quale fanno parte i volontari e i riservisti e soprattutto le forze Quds (o Brigata Gerusalemme) che hanno il compito di ‘esportare’ i valori della Repubblica Islamica nei ‘paesi satelliti’: Siria, Iraq e Libano la famosa Mezzaluna Sciita che geograficamente rappresenta l’argine sociale, culturale, militare e politico all’Arabia Saudita (‘regina’ dell’Islam sunnita) e Israele. Attraverso queste nazioni, l’Iran si è posizionato ai confini dei suoi principali avversari geo politici. Ai vertici delle Quds c’era il Generale Qasem Soleimani, una ‘leggenda’ in Iran, ucciso nel 2020 – guarda caso – in Iraq da un raid americano. E coincidenza ha voluto che l’ultimo e grave attentato terroristico, compiuto dall’Isis (gruppo terrorista sunnita) su territorio iraniano (a Kerman), c’è stato in occasione della commemorazione di Soleimani: era lo scorso 3 gennaio.
Il ruolo dell’Ayatollah
Negli anni l’influenza dei Guardiani della Rivoluzione è di gran lunga aumentata. Non solo da un punto di vita politico ma anche economico. Secondo quanto riportato dal Los Angeles Time, i Pasdaran hanno, “legami con più di un centinaio di aziende e un fatturato superiore ai 12 miliardi di dollari tra affari e costruzioni, secondo quanto affermato da economisti e analisti politici iraniani. Il corpo ha ottenuto contratti per diversi milioni di dollari nei settori del petrolio, del gas, dell’industria petrolchimica ed anche per progetti infrastrutturali“. L’attuale comandante dell’organizzazione è Hossein Salami. I Guardiani della Rivoluzione sono considerati dagli Usa, da Israele e altri paesi della comunità internazionale occidentale, un’organizzazione terrorista. Questo per diversi avvenimenti accaduti fuori i confini dell’Iran (su tutti gli attacchi contro l’ambasciata americana a Beirut nel 1983 e quello contro l’ambasciata israeliana a Buenos Aires nel 1992) ma anche per i tanti episodi di tortura, violenza e repressione perpetrati contro i propri cittadini, solo perché considerati dissidenti o irrispettosi nei confronti dell’Islam.