L'audizione alla Camera
Carceri che scoppiano, il sovraffollamento tocca anche il 240%: unica soluzione la liberazione anticipata
La presidente di Nessuno tocchi Caino audita dalla Commissione giustizia della Camera: “«I dati forniti dal ministero della Giustizia ci dicono che siamo a quasi 61mila detenuti e i posti regolamentari effettivi sono poco più di 47mila, quindi abbiamo un sovraffollamento che è intorno al 128%».
Giustizia - di Angela Stella
Ieri mattina la Commissione Giustizia della Camera, nell’ambito dell’esame della proposta di legge in materia di concessione della liberazione anticipata, presentata da Roberto Giachetti (Iv), ha svolto l’audizione di Rita Bernardini, presidente di “Nessuno Tocchi Caino”.
«I dati forniti dal ministero della Giustizia ci dicono che siamo a quasi 61mila detenuti e i posti regolamentari effettivi sono poco più di 47mila, quindi abbiamo un sovraffollamento che è intorno al 128%».
L’ex parlamentare radicale ha aggiunto che «da uno studio di NtC sui dati alla fine di dicembre dello scorso anno, emergeva già che sono almeno 106 gli istituti penitenziari con un sovraffollamento medio del 150%, e ci sono istituti che toccano o superano il 240% come il carcere di San Vittore».
Bernardini ha sottolineato che «gli agenti di polizia penitenziaria sono in sofferenza per 18mila unità. Come sono pochi gli educatori, gli psicologi nonché il personale amministrativo e addirittura i direttori delle carceri, nonostante l’ultimo concorso abbia portato nuove energie ma non sufficienti. Una comunità penitenziaria sofferente, ieri (due giorni fa, ndr) l’ennesimo suicidio, siamo arrivati a 28 e se si mantenesse questo trend arriveremmo alla fine dell’anno con oltre 100 suicidi, battendo il record del 2022 quando furono 84. Non dimentichiamo anche il suicidio di tre agenti penitenziari. E ancora la popolazione carceraria, come detto dal capo del Dap, Giovanni Russo, sale di 400 detenuti al mese; alla fine dell’anno arriveremo ad oltre 65mila detenuti e non possiamo permettercelo».
Bernardini ha ricordato poi la manifestazione dell’Ucpi di qualche giorno fa ‘Non c’è più tempo’ sull’emergenza suicidi: «direi che ‘non c’è più tempo da troppo tempo’, tenendo conto che il problema, qualunque sia stata la maggioranza di governo, non si è voluto affrontarlo».
Sollecitata poi dalle domande di Giachetti e Serracchiani del Pd Bernardini ha concluso: «In teoria le soluzioni da intraprendere non potrebbero che essere quelle dell’indulto e dell’amnistia, ma manca la praticabilità politica. Le soluzioni invece che si possono attuare sono quelle della ‘liberazione anticipata’ su due versanti: aumentare per il futuro i giorni di liberazione anticipata da 45 a 60 per ogni semestre, e portare a 75 giorni la premialità sempre per ogni semestre di pena scontata nel passato. Sarebbero misure non certo risolutrici del sovraffollamento carcerario, ma potrebbero rappresentare un piccolo ristoro alla situazione attuale di grande sofferenza e illegalità».
Intanto l’ex ergastolano Beniamino Zuncheddu, che ha passato 32 anni in carcere da innocente dopo essere stato condannato per un triplice omicidio del 1991, verrà risarcito dallo Stato con circa 30mila euro per aver trascorso anni in celle piccole e sovraffollate.
Invece appena arriveranno le motivazioni della sentenza di assoluzione, Zuncheddu, tramite l’avvocato Trogu, avrà due anni per richiedere il risarcimento per l’ingiusta detenzione e l’errore giudiziario subìti.