Elezioni e campo largo

Sondaggi politici: in vista delle Europee sale il Pd, ma Conte è una zavorra per la sinistra

L’Abruzzo incorona Schlein regina dell’opposizione e mette a tacere i detrattori della segretaria, che punta a conquistare il 22-23% alle europee. Ma i magri numeri dei grillini rendono ardua la sfida a Meloni

Politica - di David Romoli

13 Marzo 2024 alle 14:30 - Ultimo agg. 13 Marzo 2024 alle 15:04

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Sondaggi politici: in vista delle Europee sale il Pd, ma Conte è una zavorra per la sinistra

Il campo largo ha perso. Elly Schlein invece ha vinto. La doppietta delle regionali in Sardegna e in Abruzzo la incorona regina dell’opposizione e blinda all’interno del partito una leadership che traballava.

Dagli spalti dell’opposizione interna lo ammettono senza giri di parole: “Ora Elly non è fragile come prima di queste elezioni. La sua determinazione si sta dimostrando vincente”.

Più che i commenti contano peraltro i fatti: alla vigilia del voto in Sardegna gli oppositori si preparavano a un attacco già annunciato da Bonaccini.

Il nodo del terzo mandato appariva come il fronte nevralgico sul quale mettere con le spalle al muro una leader debole, perché lì si blindavano le ragioni dell’opposizione e quelle degli amministratori in rivolta.

Non se ne è fatto niente, nonostante Bonaccini avesse già annunciato l’attacco subito dopo le elezioni sarde, proprio in conseguenza dell’esito di quel voto e dell’attesa dell’Abruzzo. Ora di guerriglia interna non se ne parla proprio più.

Questione di cifre, in voti assoluti e in percentuali. Le crocette sulla scheda elettorale, dalle regionali di cinque anni fa, sono raddoppiate. Anche rispetto alla molto più recente e dunque più attendibile prova delle politiche 2022 il Pd di Elly conquista il 4% tondo in più.

In entrambe le regioni nelle quali si è votato, il partito di Schlein era sotto gli alleati a Cinque stelle: ora li surclassa in entrambe, anche se a governare la Sardegna sarà la pentastellata Todde.

Si potrebbe dire che i due test, nonostante l’enfatizzazione dell’intero mondo politico, rappresentavano un campione limitato. Ma i sondaggi confermano la tendenza: il Pd è oltre la soglia psicologica del 20%, anche se di strettissima misura ed è un asticella che appena un mese fa sembrava se non proibitiva neppure a portata di mano.

Secondo i calcoli del Nazareno sondaggi simili oggi dovrebbero voler dire che alle europee, con i candidati che dovranno mobilitarsi al massimo per raccogliere le preferenze, il Pd dovrebbe raggiungere il 22-23%. È una soglia psicologica anche quella: il risultato raggiunto nel 2019 dal Pd di Zingaretti.

Non che l’opposizione si sia arresa, ma ha capito di non poter sfidare apertamente la segretaria ed è passata a una più sotterranea guerriglia di partito.

In tutte le circoscrizioni gli oppositori si stanno organizzando e muovendo per piazzare le loro triplette, dal momento che si potranno esprimere tre preferenze ma con genere alternato.

L’obiettivo è piazzare in Europa un gruppo controllato dalla minoranza e non dalla segretaria. Ma questa è una partita del tutto aperta sulla quale pesano due incognite: la decisione di Elly sulla sua candidatura, che quasi certamente ci sarà e in tutte le circoscrizioni ma non come capolista, e la pesca del candidato eccellente, in corso ma con risultati ancora incerti.

La rosa ha le sue spine: la prima è che se i rapporti di forza attuali fossero confermati il campo largo non sarebbe in grado di vincere le prossime elezioni.

Però, argomentano gli esperti di lungo corso, neppure perderebbe perché il campo prevarrebbe in molti più collegi del 2022. Non ci sarebbero vincitori.

Sempre che le prossime elezioni non si tengano nella nuova repubblica, quella del premierato ma su questo fronte regna l’ottimismo, anche perché per la prima volta i sondaggi dicono che una maggioranza pur molto esigua di italiani sarebbe contrari alla riforma di Giorgia.

La seconda spina è Conte. È inevitabile che il leader dei 5S, dopo una mazzata pesantissima faccia di tutto per ribaltare un quadro che lo costringe a un ruolo di scudiero.

Lo sta già facendo: per chiudere l’alleanza in Basilicata pretende che il candidato sia scelto da lui, come in Sardegna. Non è solo un capriccio o una prova di forza da rivendere al suo elettorato in via di prosciugamento.

L’obiettivo dell’avvocato resta quello di contendere al Pd sia la guida politica che la candidatura a premier, quando sarà il momento. Indicare i candidati oggi, soprattutto se come in Sardegna vincenti, sarà un argomento da far valere quando il leader dei 5S metterà sul piatto della bilancia la sua popolarità personale per reclamare la candidatura a premier e si è visto proprio in Sardegna quanto decisivo sia scegliere il candidato giusto.

Quella di Giuseppe Conte però è una strategia destinata a rivelarsi fallimentare se le elezioni europee certificheranno le proporzioni indicate dal voto delle regionali: una cosa è chiedere la guida se tra i due partiti principali del campo, largo o stretto che sia, non corre immensa distanza, tutt’altra se si tratta di partiti la cui rispettiva forza è incomparabile.

Tutto insomma lascia pensare che dalle prossime europee sino alle ancora lontane elezioni politiche la politica italiana sarà segnata dalla sfida diretta tra due leader senza rivali, Giorgia Meloni ed Elly Schlein nei panni che furono di Silvio Berlusconi e Romano Prodi.

È un risultato che in parte la segretaria del Pd ha effettivamente cercato ma per uscire vincenti, anzi trionfanti, da una sconfitta elettorale ci vuole anche un po’ di fortuna e forse più di un pizzico. Ma forse non a caso Elly Schlein è la prediletta di Romano Prodi, che quanto a fortuna non ha mai temuto rivali.

13 Marzo 2024

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