Un nuovo banco di prova
Elezioni in Basilicata, “campo largo” impantanato sul candidato dopo la sconfitta in Abruzzo: stallo su Chiorazzo
Archiviata la sconfitta in Abruzzo, dove la “remuntada” su Marco Marsilio non è riuscita, le opposizioni guardano già alla Basilicata. Le elezioni lucane si terranno il prossimo 21 e 22 aprile e arriveranno, come in Abruzzo, col ruolo di sfavoriti.
In Basilicata destra per la riconferma di Bardi
Da una parte perché il centrodestra a Potenza già comanda la Regione con Vito Bardi, l’ex vicecomandante generale della Guardia di Finanza che dal 2019 è governatore e, dopo lunghe trattative, è stato riconfermato dal centrodestra come candidato per un secondo mandato, nonostante i tentativi della Lega di strappare la Regione a Forza Italia; dall’altra perché le opposizioni non hanno ancora raggiunto una intesa su un nome comune.
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A differenza proprio dell’Abruzzo, dove tutte le opposizioni al governo Meloni e al governo regionale di Marsilio era stato raggiunto per sostenere l’ex rettore dell’Università di Teramo Luciano D’Amico, in Lucania il “campo largo” non ha ancora un nome condiviso e i malumori sono evidenti. Tempo inoltre ce n’è poco: le liste andranno presentate il 22 e 23 marzo, data limite per trovare una sintesi.
Le trattative del “campo largo” sul candidato
Al momento l’unico nome in campo è quello di Angelo Chiorazzo, sostenuto in particolare dal Pd locale e dall’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Il “Re delle cooperative” però non è apprezzato dal resto della possibile coalizione, a partire ovviamente dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che in Abruzzo ha rimediato una performance a dir poco sottotono.
Tutto sta nell’ipotesi di un passo indietro dello stesso Chiorazzo, uomo del cattolicesimo di sinistro e vicino alla comunità di Sant’Egidio, fondatore del movimento “Basilicata casa comune”. Ci sarebbe anche una rosa di nomi, prontamente smentita, di personalità indicate dallo stesso Chiorazzo come possibili candidati per la Regione nell’ipotesi di un suo passo indietro: a partire da Lorenzo Bochicchio, dirigente sanitario e a sua volta componente di “Basilicata casa comune”, oltre a Giampiero Maruggi, anche lui del movimento fondato da Chiorazzo.
D’altra parte i risultati deludenti in Abruzzo potrebbero anche spingere Giuseppe Conte a convincersi della scelta di lasciare al Partito Democratico l’indicazione di un suo candidato da appoggiare. Conte e Schlein che la scorsa settimana hanno entrambi incontrato l’imprenditore lucano, con l’ex premier che al termine del faccia a faccia ha parlato della “volontà da parte di tutti gli attori di impegnarsi per un nome condiviso”. Il tempo sta per scadere…