La curiosità sulla serie
Chi è Tommaso Tano, la storia del fratello di Rocco Siffredi nella serie Netflix Supersex
Curiosità - di Redazione Web
La serie Tv Netflix ispirata alla vita di Rocco Siffredi macina visualizzazioni da quando è andata online il 6 marzo. La serie Tv racconta le vicende di Rocco Siffredi da quando era un bambino nato a Ortona in Abruzzo il 4 maggio del 1964 fino a quando è diventato una star del porno. Nella serie ci sono una serie di personaggi che avrebbero fatto parte della vita di Siffredi ma come lui stesso ha sottolineato più volte, non è tutto vero al 100%: c’è qualche parte romanzata e alcuni personaggi rappresentano solo simboli della sua vita e la loro narrazione è liberamente ispirata a fatti realmente accaduti. Tra le figure narrate c’è quella del fratello Claudio, di poco più grande di lui e poi anche di un altro fratello, di molto più grande, Tommaso Tano. Chi è?
Tommaso Tano, chi è il fratello di Rocco Siffredi nella serie Netflix interpretato da Adriano Giannini
Nella Serie tv da 7 puntate su Netflix, Alessandro Borghi interpreta Rocco Siffredi, Jasmine Trinca è Lucia, un personaggio femminile di finzione che rappresenta la sintesi di molte donne con cui Rocco ha avuto una relazione nella sua vita, Adriano Giannini interpreta Tommaso, il fratellastro di Rocco, mentre Saul Nanni veste i panni di Rocco ragazzo. Nel cast anche Enrico Borello (Gabriele), Vincenzo Nemolato (Riccardo Schicchi), Gaia Messerklinger (Moana), Jade Pedri (Sylvie) e Linda Caridi (Tina).
Il fratello maggiore Tommaso, nella serie è un eroe per il piccolo Rocco. Secondo quanto riportato dal sito Bufale.net non è dato sapere quanto ci sia di vero nella figura raccontata nella serie tv. Non è chiaro nemmeno se il nome del fratello maggiore fosse davvero Tommaso. Certo è che a un certo punto della sua vita Rocco Siffredi ha raggiunto uno dei suoi fratelli che viveva a Parigi e ha lavorato nel suo ristorante. A raccontarlo è stato lo stesso Rocco Siffredi in una intervista a Vanity Fair in cui ha confermato di aver lavorato da ragazzo a Parigi nel ristorante del fratello. “È stato lì che ho iniziato a chiedere dove si faceva il porno, mio fratello si incazzava, non voleva che disturbassi i clienti. Io la prima volta questa domanda l’ho fatta a lui a 13 anni, poi a 16, poi a Parigi. Finché un tizio, lì, mi dice: qualche pornostar l’ho vista nei club per scambisti. Ma mi guardavano come un matto, perché all’epoca i pornodivi erano considerati degli scappati di casa, dei mezzi banditi…”.
Il cammeo di Rocco Siffredi (quello vero) in Supersex
Nella serie tv Supersex c’è anche un cammeo di Rocco Siffredi, quello vero, proprio nel ristorante di Parigi del fratello. Lo si vede seduto a un tavolo nel ristorante per un istante e fare una ordinazione.
Chi è Claudio Tano, il fratello di Rocco Siffredi
Nella serie tv e nella vita vera dell’attore, un’altra figura importante è stato il fratello Claudio. La sua è una storia drammatica che ha segnato per sempre la vita di Siffredi. Era il 1971 quando il fratello Claudio, 12enne, perse la vita per una violenta crisi epilettica. Questo il ricordo di quei tristi momenti, raccontati alla stampa da Siffredi: “Claudio era epilettico e morì soffocato nel sonno per una crisi. Ero all’ultimo anno dell’asilo, quando un giorno venni prelevato da una signora che non conoscevo, mi portò a casa e sentii gridare…Era mia madre. Mi ricordo mio padre che arrivò con la vespetta e il cappellino da cantoniere, guardò in alto verso il balcone con uno sguardo che non ho mai dimenticato: aveva capito subito. Dall’età di sei anni ho vissuto con una mamma impazzita dal dolore. Quando mi rompeva la roba addosso, pensavo che da qualche parte quel dolore doveva pur sfogarlo. L’ho sempre capita. Ricordo l’altro fratello che era lì a mangiare i confetti che erano stati cosparsi sul corpo di Claudio, come si usava una volta in Abruzzo. Io che mi ritirai in un’altra stanza piangendo a far scoppiare, uno a uno, i palloncini rimasti da una festa di qualche giorno prima. Tutto questo nel caos di parenti“.
È sempre Siffredi a spiegare quanto la madre abbia lavorato e faticato per la famiglia e quale potrebbe essere stata l’origine del malessere del fratello Claudio: “Il vero pilastro era la mamma, era lei che si occupava di portare per ospedali Claudio a Milano e a Roma, da quando a due anni, alle case popolari, si prese una mazza di ferro in testa da un altro bambino. Da lì pare che gli venne l’epilessia per l’ematoma. Mentre papà, per carità, era un gran padre ma molto passivo, l’unica cosa che faceva davvero bene era andare a cercar donne… Da qualcuno avrò preso…Una passione in comune tra padre e figlio“. Siffredi ha sempre parlato bene dei suoi genitori. Un uomo e una donna che hanno cresciuto sei figli tra mille difficoltà e che soprattutto hanno accettato e capito la strada professionale intrapresa dal figlio, andando oltre i pregiudizi.