Ma l'IDF smentisce

Israele, ondata di dimissioni: lascia anche il portavoce Daniel Hagari, terremoto nell’esercito

La notizia di Channel 14. Per questioni "professionali e personali" ma non è chiaro quanti funzionari abbiano lasciato. Israele boicotta i colloqui al Cairo

Esteri - di Redazione Web

4 Marzo 2024 alle 11:02 - Ultimo agg. 4 Marzo 2024 alle 17:14

Condividi l'articolo

People protest against Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu’s government in Tel Aviv, Israel, Saturday, March 2, 2024. (AP Photo/Leo Correa)
People protest against Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu’s government in Tel Aviv, Israel, Saturday, March 2, 2024. (AP Photo/Leo Correa)

A sorpresa: ondata di dimissioni nell’esercito di Israele. A pochi giorni dalla strage di palestinesi in cerca di cibo nei pressi dei convogli umanitari, nel pieno di una guerra che avrebbe fatto oltre 30mila morti secondo i numeri di Hamas, si sono dimessi il tenente colonnello e portavoce Daniel Hagari, il tenente colonnello e portavoce dell’Idf per i media esteri, Ricard Hecht, gli ufficiali Merav Granot e Tzupia Moshkovich. Non è chiaro tuttavia quanti funzionari abbiano in effetti abbandonato l’unità. E neanche i motivi dietro le decisioni.

La notizia è stata data da Channel 14. Secondo l’emittente le dimissioni sono state dovute da questioni “professionali e personali”. La stessa emittente ha definito comunque “insolita” questa ondata di dimissioni nel pieno di una guerra in corso. Il portavoce Hagari in un video dello scorso primo marzo parlava dopo la strage delle persone nei pressi dei convogli umanitari a Gaza e aveva dichiarato di riconoscere “la sofferenza delle persone innocenti di Gaza. Questo è il motivo per cui stiamo cercando modi di ampliare i nostri sforzi umanitari”.

Dimissioni di Hagari però smentite dallo stesso esercito dello stato ebraico, in quello che è diventato così un “giallo”. “Notizie categoricamente non corrette“, ha fatto sapere l’Idf, sottolineando che l’unità di portavoce delle sue forze “continua a portare avanti la sua missione di condividere la verità con trasparenza e accuratezza, contrastando al contempo la disinformazione – comprese tesi senza fondamento come queste“.

Chi è Daniel Hagari

Hagari ha 47 anni, brigadiere generale tra il 2021 e il 2014, era stato stato direttore dell’ufficio dell’allora capo di stato maggiore Benny Gantz, oggi ministro e nel gabinetto di guerra e rivale politico del premier, Bibi Netanyahu. Aveva parlato domenica di un’indagine preliminare sull’accaduto, definito “uno sfortunato incidente”. Più di un centinaio di persone sarebbero morte schiacciate nella calca. “La nostra indagine iniziale ha confermato che i soldati non hanno sparato verso il convoglio di aiuti”, ha detto Hagari, che ha anche aggiunto come “numerosi saccheggiatori si sono avvicinati alle nostre truppe, costituendo una minaccia immediata”.

 

La notizia è arrivata mentre sono in corso i negoziati a Il Cairo per il secondo giorno consecutivo. Si parlava di una tregua di sei settimane in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi israeliani prigionieri a Gaza, prelevati negli attacchi dello scorso 7 ottobre. Una delegazione di Hamas si è presentata in Egitto, la delegazione israeliana ha disertato. Il governo di Benjamin Netanyahu aveva messo come condizione per procedere ai colloqui la lista degli ostaggi israeliani prigionieri ancora in vita. Hamas non ha consegnato la lista e la delegazione israeliana ha boicottato l’incontro.

I colloqui per una tregua al Cairo

Alla guida della delegazione di Hamas Khalil al Hayya, un collaboratore di Yahya Sinwar, leader di Hamas all’interno della Striscia con cui, secondo il Wall Street Journal che cita funzionari egiziani e del Qatar, i vertici dell’organizzazione islamista avrebbero perso i contatti da settimane. Un funzionario di Hamas citato dal Wsj ha dichiarato che il primo fine settimana di Ramadan, il mese sacro all’Islam che inizierà sabato 10 marzo, potrebbe essere l’occasione propizia per il raggiungimento di un accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per lo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi. Secondo la stessa fonte anonima è improbabile che si arrivi a un accordo in questa settimana.

4 Marzo 2024

Condividi l'articolo