La premier e i manganelli
Studenti picchiati e assalto alla volante, Meloni dopo le parole di Mattarella: “Pericoloso delegittimare le forze dell’ordine”
Pisa e Torino, nel mezzo le parole del Presidente della Repubblica e il trasferimento della dirigente della Mobile della città toscana. Le affermazioni della Presidente del Consiglio
Cronaca - di Redazione Web
È accusato di deturpamento, oltraggio a pubblico ufficiale e violazione delle norme sull’immigrazione l’uomo di origini marocchine che una cinquantina di antagonisti e anarchici ha cercato di liberare, assaltando una pattuglia della polizia, davanti alla Questura di Torino. Si tratta di un 31enne in Italia dal 2012. A quanto si apprende da fonti autorevoli l’uomo ha sulle spalle tredici condanne passate in giudicato. Una di queste è per violenza sessuale di gruppo. Il parapiglia scoppiato questo pomeriggio nel capoluogo piemontese è nato perché il 31enne doveva essere trasferito in centro di rimpatrio in Lombardia dopo che il prefetto di Torino aveva firmato il decreto di espulsione. Cinque antagoniste sono state fermate e identificate dalla polizia durante il parapiglia scoppiato davanti alla Questura di Torino, dove una pattuglia è stata assalita per impedire il trasferimento di un migrante in un centro di espulsione. Le cinque donne sono state rilasciate e sono indagate per resistenza a pubblico ufficiale.
Torino: assalto alla volante della Polizia
É un “gioco che può diventare molto pericoloso” quello di “togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra“. Sei giorni dopo le botte agli studenti in corteo a Pisa, e il richiamo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul “fallimento” che queste rappresentano per le forze dell’ordine perché “l’autorevolezza” non si misura sui manganelli, la premier Giorgia Meloni conferma il sostegno del governo alla Polizia e mette in guardia dai rischi che potrebbero derivare da un crollo di fiducia nei confronti di chi garantisce la sicurezza. Parole che arrivano nel giorno in cui si intrecciano due episodi non legati tra loro, ma che è invece il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a mettere in qualche modo in relazione: il trasferimento del dirigente del Reparto Mobile di Firenze Silvia Conti – da cui dipendono amministrativamente i reparti che hanno operato a Pisa – che da domani prenderà servizio alla sezione anticrimine di Pescara e che tra sei mesi andrà in pensione, e l’assalto ad una volante della Polizia davanti alla questura da parte degli antagonisti avvenuto nel pomeriggio a Torino.
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Studenti manganellati a Pisa
“Un’inaccettabile atto di violenza” che è, sottolinea infatti il titolare del Viminale, “sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le forze dell’ordine e la Polizia in particolare“. Sia la premier che il ministro – che oggi farà la sua informativa in Parlamento proprio sui fatti di Pisa – dunque, si schierano apertamente con i poliziotti, perché non si può parlare di loro “solo quando qualcosa non funziona“. Ribadendo, lo ha fatto nei giorni scorsi Piantedosi e lo ha fa oggi Meloni, che “se qualcuno sbaglia, chiaramente si deve intervenire e sanzionare“. Sanzione che non c’è e non c’è stata per Silvia Conti. Il trasferimento della dirigente del reparto mobile di Firenze, dice il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, rientra in un “avvicendamento programmato“, che “non c’entra nulla” con gli scontri di piazza di venerdì. Chi l’ha sentita oggi l’ha trovata “serena” anche se resta la coincidenza quantomeno singolare di un “avvicendamento“, così a ridosso delle manganellate.
Le parole di Mattarella
Ed infatti qualcuno lo ha interpretato proprio come una “rimozione“, come un voler indicare un capro espiatorio. Silvia Conti, però, a quanto riferiscono i colleghi, non ha avuto alcun ruolo operativo nella gestione dell’ordine pubblico a Firenze come a Pisa: il dirigente del Reparto mobile ha una funzione amministrativa, non fa parte della catena di comando che ha deciso in che modalità intervenire sui manifestanti, né tantomeno era in piazza dove si sono registrati i disordini. Al dirigente spetta fornire le squadre anche alla questura di Pisa per l’ordine pubblico; la responsabilità dei cortei è di chi viene comandato a dirigere il servizio. Fonti segnalano comunque diverse contestazioni dei sindacati di Polizia nei confronti della Conti. Non legate, viene sottolineato, ai servizi di ordine pubblico ma ad altri aspetti: non avrebbe fatto ruotare adeguatamente il personale, organizzerebbe servizi troppo stressanti, ci sarebbero poi lamentele sui buoni pasto assegnati agli agenti.
Trasferita la dirigente della squadra mobile
Il trasferimento sarebbe quindi stato deciso da tempo, anche alla luce di numerose segnalazioni sindacali. La versione della “mobilità ordinaria” è suffragata dal segretario generale del Siulp di Firenze Riccardo Ficozzi: “Non ha nulla a che vedere – osserva – con i fatti di Pisa. Come era già previsto, la dirigente prenderà servizio a Pescara, così come altri funzionari in questi giorni sono stati assegnati a nuovi uffici“. Altre voci, che arrivano da personale in divisa, segnalano invece che al Dipartimento c’è chi non avrebbe gradito la decisione della dirigente di inviare alla manifestazione al teatro dell’Opera a Roma – che poi si è spostata nella piazza del Viminale – personale di rinforzo del Reparto mobile di Pisa, reduce proprio dal corteo delle polemiche.
Le parole di Giorgia Meloni
Intanto, nella città toscana procede l’indagine della Procura, al momento senza ipotesi di reato e contro ignoti. Lo scenario più plausibile potrebbe essere la contestazione delle lesioni volontarie e della violenza privata. I magistrati hanno acquisito i video dai social e dalle telecamere di sorveglianza urbana e a breve saranno ascoltati i primi testimoni. Tra questi, il personale scolastico del liceo artistico Russoli, che hanno girato decine di video del corteo. Al vaglio le posizioni di una ventina di poliziotti di reparto mobile e questura. Per ora nessuno di loro è formalmente sotto indagine. Si vogliono capire ruoli e funzioni nel dispositivo di ordine pubblico.