Il monitoraggio del Governo
Giustizia spettacolo, ispezione in 13 procure per tutelare la presunzione d’innocenza
L’annuncio di Delmastro in risposta all’interpellanza di Enrico Costa che accusava i titoli delle indagini: “A Milano inchiesta dal nome Banda Bassotti...”
Giustizia - di Angela Stella
Il nome dell’inchiesta della Procura di Milano “Banda Bassotti” tutela la presunzione di innocenza come da legge di recepimento della direttiva europea?
È una delle tante domande che ha posto il responsabile giustizia di Azione Enrico Costa in una interpellanza a cui ha risposto ieri mattina a Montecitorio il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro delle Vedove.
“Lo Stato – ha detto il parlamentare – deve fornire la garanzia che, quando una persona chiamata a rispondere in un procedimento penale, ne esca da innocente, sia la stessa persona, come immagine, reputazione, portafoglio e credibilità, di quella che è entrata nell’ingranaggio giudiziario”.
“In questo contesto – ha sottolineato – si inserisce la direttiva europea sulla presunzione di innocenza, che noi abbiamo recepito, come Paese, e in seguito alla quale è stato approvato il decreto legislativo n. 188 del 2021”.
Costa ha chiesto dunque al Ministero “se ritiene compatibili con la presunzione di innocenza (visto che il decreto legislativo stabilisce che i nomi alle indagini devono essere compatibili con la presunzione di innocenza) nomi come quelli che fioriscono continuamente per le indagini”.
E ne cita uno come esempio: “Mi spiegate come possa essere compatibile con la presunzione di innocenza il nome – assegnato e devo dire sottoscritto anche da una Procura – di ‘Banda bassotti’? Non penso che un cittadino che vede una persona coinvolta nell’inchiesta ‘Beagle Boys’ pensi che si possa trattare di un presunto innocente, non mi pare proprio. Allora, cerchiamo di fare in modo che la legge sia applicata e non sia soltanto un pezzo di carta che non viene preso in considerazione. Peraltro – ha concluso Costa – la legge prevede anche delle sanzioni disciplinari e mi chiedo se qualche azione disciplinare sia stata avviata e dove e quando sia stata avviata”.
La risposta di Delmastro è stata lunga ed articolata. Innanzitutto ha fatto sapere che “L’Ispettorato generale ha attivato le procedure per l’effettuazione di un monitoraggio degli atti motivati in ordine alla sussistenza dell’interesse pubblico che giustifica le comunicazioni con la stampa” nelle Procure di Avellino, Brescia, Cagliari, Catanzaro, Ferrara, Frosinone, Livorno, Latina, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Torino, Vercelli.
Sarà un caso che c’è Catanzaro, dove fino a qualche mese fa esercitava le sue funzioni di capo della Procura Nicola Gratteri, famoso per le sue conferenze stampa show?
Delmastro ha confermato poi come il Governo “pur senza deprivare minimamente la magistratura di un solo strumento di indagine”, abbia “posto in campo un arsenale volto a dare corpo vero alla segretezza degli atti istruttori, a garantire la presunzione di innocenza nella comunicazione, a evitare la spettacolarizzazione mediatica della giustizia, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia” e ha parlato della “necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni” ricordando le “innovazioni normative” introdotte, “tese a rafforzare la privacy del terzo estraneo”.
Ha quindi rammentato come si ampli “l’obbligo di vigilanza del Pm anche sui brogliacci” e si stabilisca “il dovere del giudice di stralciare tutto ciò che riguarda i terzi” vietando che si indichino “i loro dati”. Il termine ‘Banda Bassotti’ “non credo rientri nel diritto di cronaca – ha notato Delmastro – ma scivoliamo nella spettacolarizzazione”.
Tra le altre misure prese dal governo per evitare la divulgazione di notizie che “potrebbero danneggiare” chi è coinvolto nelle indagini, ma non è ancora condannato con sentenza definitiva, il sottosegretario ha menzionato il decreto del 2021 “per il rafforzamento del diritto alla difesa” secondo il quale il Pm “mantiene personalmente o tramite persona incaricata i rapporti con la stampa solo attraverso comunicati o conferenze stampa”.
È vietato poi ai magistrati, ha affermato, “di dare informazioni al di fuori di questi mezzi o dare denominazioni ai procedimenti lesive della presunzione d’innocenza”.
Costa si è detto “parzialmente soddisfatto” della risposta e ha annunciato che si farà carico, “nella rassegna stampa, di trasferire al Ministero – ogni volta che mi imbatterò in denominazioni di indagini più o meno rilevanti che siano contrastanti con la presunzione di innocenza – questi documenti, nella forma dell’atto di sindacato ispettivo, ma anche nella forma di comunicazione più semplice, trasferendo gli articoli di stampa, perché questi documenti si trovano negli articoli di stampa”.