L'emergenza

Detenuto si è tolto la vita nel carcere di Padova, già contiamo 3 morti in 9 giorni avvenute in cella dall’inizio dell’anno: ora basta!

L'ultimo caso ha riguardato un ragazzo di 26 anni. Prima di lui ci sono stati il suicidio di Matteo Concetti a Montacuto (Ancona) e il decesso (forse per omicidio) di Alexandro Esposito a Poggioreale (Napoli). Anche loro erano giovanissimi: avevano rispettivamente 23 e 32 anni. Nel 2023 sono stati registrati 155 decessi nei penitenziari italiani, di questi 68 sono stati suicidi (quelli accertati). Si metterà mai fine a questa mattanza di Stato?

Editoriali - di Andrea Aversa

9 Gennaio 2024 alle 17:04 - Ultimo agg. 10 Gennaio 2024 alle 10:11

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Detenuto si è tolto la vita nel carcere di Padova, già contiamo 3 morti in 9 giorni avvenuti in cella dall’inizio dell’anno: ora basta!

L’ultimo dramma accaduto nelle carceri italiane è successo a Padova. Secondo quanto appreso da l’Unità grazie alle segnalazioni degli attivisti dell’associazione Sbarre di zucchero, un detenuto di soli 26 anni si è tolto la vita nel penitenziario della città veneta. È il terzo decesso avvenuto dietro le sbarre, il secondo suicidio, in soli nove giorni. Sono già tre le persone che sono morte nelle celle del Belpaese dall’inizio dell’anno. Tutte molto giovani. Prima del 26enne, lo scorso venerdì 5 gennaio, ben due ragazzi hanno perso la vita in carcere: il 23enne Matteo Concetti nel penitenziario di Montacuto ad Ancona e il 32enne Alexandro Esposito in quello di Poggioreale a Napoli.

Carceri italiane: il caso di Alexandro Esposito

Per quest’ultimo è stata aperta un’indagine per omicidio. Sul corpo del ragazzo, infatti, sono state trovati i segni di una presunta aggressione. Ieri doveva essere eseguita l’autopsia sulla salma ma l’indisponibilità (per motivi di salute) di uno dei periti incaricati dal Tribunale, ha costretto l’autorità giudiziaria a rinviare l’esame autoptico a data da destinarsi. Quella di Concetti, invece, è stata una morte annunciata. Il giorno prima, durante il colloquio con la madre, il 23enne aveva minacciato di togliersi la vita, se fosse stato messo di nuovo in isolamento. La punizione era scattata a causa di un’aggressione nei confronti di un agente della Polizia Penitenziaria.

Carceri italiane: il caso di Matteo Concetti

E così è andata, Matteo si è impiccato. Nessuno si è interessato a lui. Nessuno ha dato importanza all’allarme che aveva lanciato. Cosa hanno in comune lui e Alexandro? Detenuti per motivi diversi (rispettivamente per reati contro il patrimonio e per violenze in famiglia), oltre ad essere entrambi giovani, i due ragazzi erano affetti da problemi psichici. Molto probabilmente entrambi non dovevano stare in carcere. Per loro sarebbe stato necessario uno specifico percorso clinico e terapeutico. Un percorso che li avrebbe aiutati a curarsi e a reinserirsi in società. Tutte cose normali e previste dalla nostra Costituzione ma utopiche per la realtà detentiva italiana.

Carceri italiane: i numeri del 2023 e il tragico inizio del 2024

Una realtà che vede i penitenziari come discariche sociali. Dove all’interno vengono letteralmente buttati, non solo i colpevoli di reati o i soggetti definiti pericolosi per la società (come dovrebbe essere e senza dimenticare che anche per loro vale l’articolo 27 della Costituzione), ma i tossicodipendenti, i malati di mente, i presunti innocenti, coloro che potrebbero scontare le pene in modo alternativo, gli anziani o i giovani, come il 25enne Kelvin Egubor che ha già trascorso 20 mesi di detenzione a Poggioreale per poi essere condannato in appello a 5 anni. Il motivo? Un’estorsione di due euro. Per fortuna, ora il ragazzo sta scontando la pena in una comunità in provincia di Caserta.

Carceri italiane: giustizia e politica

Strutture fatiscenti, carenza di organico, poche attività lavorative e trattamentali, diritto alla salute spesso non garantito, sovraffollamento. Ecco cosa sono le carceri in Italia. Lo scorso anno, nel 2023, ci sono stati nei penitenziari italiani, in totale 155 decessi. Di questi 68 sono stati dei suicidi (quelli accertati). Ben 155 persone che hanno perso la vita mentre erano in custodia dello Stato e altrettante 68 che hanno deciso di farla finita. Per i più svariati motivi. Per le condizioni disumane alle quali si è costretti a vivere in cella. Condizioni che privano l’essere umano della sua dignità. Perché spesso per un detenuto non esiste nient’altro che il carcere. Fuori non c’è nessuno che lo vuole, nessuno che lo aspetta. Nessuna prospettiva di vita. Perché molte volte ci si trova in carcere ingiustamente e il peso di questo trauma diventa insopportabile.

Carceri italiane: diritti umani e civili

I numeri del 2024 non stanno dando alcun segnale di ottimismo. Anzi. Dal governo (e da quelli precedenti) non sono arrivate risposte e non ne arriveranno. Il carcere e la comunità penitenziaria non portano voti. Forse li fanno perdere. Ed è per questo che gran parte dei politici preferiscono far finta che il problema non esista. Far finta che i penitenziari siano un mondo lontano dal nostro. Una realtà invisibile. Peccato che tutto ciò sia smentito dai numeri e dalle statistiche. La realtà afferma ben altro: un sistema penitenziario efficiente è socialmente ed economicamente utile. Senza considerare quanto questo tema sia fondamentale dal punto di vista dei diritti umani e civili. Ma figuriamoci, tra bavagli, Pozzolo, Ferragni e braccia tese a qualche raduno nostalgico, a chi importa delle vite di qualche migliaio di persone?

Carceri italiane: tante le segnalazioni di mala sanità e tentativi di suicidi

P.S. Nel carcere di Montorio a Verona, purtroppo famoso per suicidi e morti sospette, sono stati segnalati altri due tentativi di suicidio. Domenica, in terza sezione, un ragazzo italiano ha tentato di togliersi la vita, non è chiaro se col gas o ingerendo candeggina ma comunque ‘con qualcosa di chimico’, lasciando anche una lettera per la moglie dove le chiedeva di prendersi cura del figlio. Fortunatamente è stato salvato. Lunedì pomeriggio (ieri, ndr), verso le 16, un ragazzo russo – sempre della terza sezione – si è tagliato gola e polso con una lametta ed ora si trova in ospedale in condizioni critiche.

9 Gennaio 2024

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