Fine della kermesse
Atreju, Meloni scatenata chiude la festa Fdi: attacchi a Schlein, Conte e Ferragni
Discorso a tutto campo della premier, 70 minuti, in chiusura dell'Atreju più mediatico e discusso di sempre. "Non siamo un fuoco di paglia, non siamo improvvisati"
News - di Redazione Web
Attacchi a sinistra e a manca, un “grazie tesò” al pubblico, un intervento a tutto campo quello della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla kermesse del suo partito Fratelli d’Italia. Finisce oggi la festa del primo partito italiano, vertice del centrodestra, a Castel Sant’Angelo a Roma. Atreju mai come quest’anno mediatica, polemica, criticata, ricca di interventi e personaggi anche di livello internazionale. Meloni, che ha costruito e partecipato e organizzato la manifestazione dal 1998 fino al suo arrivo a Palazzo Chigi, ha chiuso con un discorso lungo e ricchissimo di contenuti. Centrodestra al governo da “14 mesi e a me sembrano 14 anni, ha scherzato. “Chi ci combatte tifa contro l’Italia con noi vince. Abbiamo il dovere morale di dare a tutti italiani l’orgoglio di voler rivendicare qui e fuori dai confini nazionali il fatto che ‘io sono italiano’. È la più grande rivoluzione che si possa regalare”.
E infatti lo slogan della manifestazione era: Bentornato Orgoglio Italiano. “Siamo andati al governo perché c’era un’Italia dimenticata dalla sinistra, un’Italia stanca di essere scavalcata dai furbi e dai privilegi dove per andare avanti dovevi avere le amicizie giuste“. La premier ha ammesso che sulla migrazione “i risultati non sono quelli che ci si attendeva, è il fenomeno più complesso che mi sia trovata a gestire. Ma la verità è che non mi interessano le scorciatoie, sono pronta a pagare un prezzo in termini di consenso per dare una soluzione definitiva”, ha ricordato Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Dalla Chiesa, Emanuela Loi, la cattura di Matteo Messina Denaro che non “considero un merito del governo ma sempre merito degli inquirenti e delle forze dell’ordine che continuiamo a ringraziare”, lanciato un appello alle donne italiane a denunciare i casi di violenza, “siamo ancora lontani dallo sradicare il cancro” dei femminicidi, ha rivendicato la legge sui rave party. “Non siamo un fuoco di paglia: non siamo arrivati al governo per fortuna, da improvvisati della politica, ma perché per decenni abbiamo studiato ed elaborato un progetto”.
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Giorgia Meloni ha ricordato dal palco l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha fatto gli auguri a Papa Francesco. Non si è privata di un puntuale riferimento al Signore degli Anelli. “Tutti sanno che amo Tolkien e la straordinaria metafora che è. Qualcuno dice che è l’unico libro che ho letto e io continuo a citarlo per non togliere alla sinistra una delle poche certezze che ha. Lo amo ora ancora di più ora perché Tolkien aveva ragione, quell’anello è insidioso, cerca di farti perdere il senso della realtà. Una cosa è più forte di quell’anello e si chiama compagnia. Quell’anello non ci avrà mai: siamo le stesse persone che eravamo ieri e saremo domani le stesse persone che siamo oggi e porteremo a termine il nostro lavoro”.
L’attacco a Elly Schlein: “Come Ecce Bombo”
“Cara Elly – si è rivolta alla segretaria del Partito Democratico Schlein – , puoi anche decidere di non partecipare, ma non insultare chi ha accettato un invito qui perché ha avuto il coraggio che a voi difetta. Facciamo una citazione di sinistra” ha continuato ironizzando e citando Ecce Bombo su “chi non accetta l’invito” alla kermesse di Fdi “e chi invece si lamenta di non essere stato invitato. Mi ha ricordato quella scena memorabile di Nanni Moretti: mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo?'”.
Non si è fatta attendere la replica di Schlein: “Mentre fa festa ad Atreju il governo lascia 900 mila famiglie in povertà senza nessun tipo di aiuto, fa cassa sui poveri solo per finanziare i suoi condoni fiscali. Cara Giorgia, non continuate a insultare gli italiani. Una volta si diceva panem et circenses, voi alle famiglie il pane lo state togliendo. E date solo uno spettacolino di terz’ordine con eversori che vorrebbero appendere le persone a testa in giù. La misura è colma, tornate al lavoro e occupatevi del lavoro povero: perché è a voi che è mancato il coraggio di venire in parlamento a votare contro il salario minimo, avete preferito annullare la discussione. Ma i problemi degli italiani non li potete annullare nel vostro patetico show”.
L’attacco a Giuseppe Conte e al Movimento 5 Stelle
“L’autoproclamatosi partito dell’onestà ha finito per arricchire soprattutto i disonesti. Non ci stupisce, perché su ogni cosa hanno fatto esattamente il contrario di quello che avevano promesso”, ha detto attaccando il M5s. “A ogni italiano quel” poter ristrutturare le case “gratuitamente ha lasciato un debito di circa 2mila euro a testa, e non voglio parlare delle truffe. Ogni giorno ce ne sono per centinaia di milioni per una norma scritta così male: all’inizio l’intento era condivisibile, ma è diventato il più grande regalo italiano ai truffatori”. Proprio questa settimana la premier aveva attaccato Conte in aula sventolando un documento sul Mes salvo poi essere smentita da date e circostanze.
L’attacco a Chiara Ferragni
“Il vero modello da seguire non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti, mostrando delle borse o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari. Il vero modello da seguire è il modello di chi quella eccellenza italiana la inventa, la disegna, la produce e tiene a testa a tutti nel mercato globale, solo perché semplicemente siamo più bravi e lo sappiamo fare meglio. Ai giovani bisogna spiegare che creare quei prodotti è decisamente più straordinario che limitarsi a mostrarli”.
L’attacco all’Europa
La premier ha descritto “una Europa da far tremare le vene ai polsi ma non abbiamo avuto paura, abbiamo lavorato a testa bassa, realizzato il programma e raggiunto i risultati che italiani riescono a vedere anche oltre racconto livoroso e di parte di alcuni media”. Con la solita retorica ha aggiunto: “Veniamo accusati di fare una politica di austerità dai alcuni partiti dell’opposizione. Quello di cui ci accusano è di aver smesso di sperperare i soldi dei contribuenti in bonus monopattini e banchi a rotelle, geniali superbonus e susdidi a pioggia in chi non voleva lavorare e questa non si chiama austerità”.
La premier ha ribadito il sostegno all’Ucraina sventolando i fantasmi dell'”imperialismo sovietico”, ha chiesto a Israele di difendersi “in linea col diritto internazionale preservando la popolazione civile” a Gaza, ha attaccato il centrosinistra sull’Europa che “66 anni fa” “comunisti e socialisti votarono contro preferendo l’adesione all’internazionale socialista, anche per questo i loro discendenti non vengano a darci lezioni sull’Europa”. Ha rivendicato anche il taglio al reddito di cittadinanza. “L’abolizione del reddito di cittadinanza? Lo rifarei mille volte. Occorre distinguere tra chi può lavorare e chi no, si chiama giustizia. Io non intendo comprare il consenso della gente”.
Singolare la rivendicazione del progetto di legge sulla maternità surrogata, dopo l’ospitata di Elon Musk, l’imprenditore e magnate che ha avuto il suo decimo figlio proprio tramite quella pratica. Altro attacco alla proposta di legge sul salario minimo: “C’è tanto da fare per combattere il lavoro povero, che anni di governi di sinistra ci hanno consegnato. Oggi parlano del salario minimo, che nel nostro sistema rischia di abbassare il salario dei lavoratori e fare favori alle grande concentrazioni economiche. Non mi stupisce che quando erano al governo non hanno fato nulla. Non lo mettevano nelle buste paga ma nel reddito di cittadinanza, così aumentava il salario di chi non lavorava”. Ha definito un “macigno” il Superbonus.
E per non farsi mancare niente, un attacco off topic anche allo scrittore Roberto Saviano: “Caivano è un territorio che era stato abbandonato dallo Stato. Voglio ringraziare di cuore le forze dell’ordine che presidiano quel territorio, uomini e donne talvolta figli e figlie di quei territori che hanno scelto la libertà e la legge che difende quella libertà. Storie da raccontare che nessuno scrittore racconta, forse perché i camorristi fanno vendere molto di più, ci si fanno le serie televisive, regalano celebrità, ricchezza e magari un pulpito da New York da cui dare lezioni di legalità agli italiani, sempre si intende a pagamento”.
La missione
“La grandezza della missione che ci è stata affidata non consente di perdere tempo con le bassezze, e io personalmente sono molto più resistente di quanto i miei avversari si aspettino, e vedremo chi dei due arriverà alla fine. Solo gli italiani possono decidere quando sia ora di dire basta, fin quando io saprò che ho alle spalle il consenso del popolo italiano non c’è verso di liberarsi di me. Possono fare tutto quello che vogliono, non lasciatemi sola e io farò sempre la mia parte. Non so perché è stato dato a me questo compito, però so che posso portarlo a termine perché in vita mia non sono scappata mai e decisamente non intendo farlo ora”.
Il discorso ricco di propaganda della premier è durato 70 minuti. Con una felpa azzurra di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, la premier ha cantato l’inno di Mameli. Meloni si è commossa e alla fine ha salutato uno a uno i ragazzi sul palco con lei. “Si conclude un anno durissimo, se ne sta per aprire un altro con sfide talmente imponenti che solo una comunità politica capace di enormi slanci ideali e fisici può affrontare. Noi verremo contrastati con ogni mezzo anche non proprio legittimi temo, ma in fin dai conti è un bene. Gli avversari sono sempre un bene perché ti spingono a fare meglio”.