Rivendicato da Hamas

Attentato a Gerusalemme, in bilico la tregua tra Israele e Hamas

I due killer uccisi dopo l’assalto. L’organizzazione terroristica rivendica: “Una risposta ai crimini di Bibi”. Il grido del Papa: “No al terrore contro i civili”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

1 Dicembre 2023 alle 14:00

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L’attentato a Gerusalemme
L’attentato a Gerusalemme

Attentato a Gerusalemme, vittime un rabbino, una preside e un’insegnante

Le tre vittime dell’attentato a Gerusalemme sono state identificate come il rabbino Elimelech Wasserman, 73 anni, Hanna Ifergan, 67 anni, e Liviya Dickman, 24 anni. Wasserman era un giudice di un tribunale rabbinico. Hanna Ifergan era la preside di una scuola femminile, la giovane donna incinta una insegnante. Lo scrive Haaretz.

Hamas rivendica l’attentato a Gerusalemme

Hamas ha rivendicato la responsabilità dell’attentato a Gerusalemme. In un comunicato ha affermato che «l’operazione è arrivata come una risposta naturale ai crimini senza precedenti commessi dall’occupazione», citando la campagna militare israeliana a Gaza e il trattamento dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Lo riporta al Jazeera.

Shin Bet: “I terroristi erano fratelli, membri di Hamas già condannati per terrorismo”

I due terroristi autori dell’attentato di stamane in Israele, in cui sono morte tre persone, erano due fratelli con legami con Hamas. Lo ha reso noto lo Shin Bet. Murad and Ibrahim Namer, rispettivamente di 38 anni e 30 anni, nel passato erano stati condannati e incarcerati con l’accusa di terrorismo.

Durante la perquisizione della polizia alla loro auto, sono state trovate cartucce e molte munizioni. L’attacco ha preso di mira una fermata dell’autobus nel sobborgo di Ramot, all’ingresso nord-occidentale della città di Gerusalemme. Il bilancio è di tre morti e cinque feriti, tre dei quali gravi. La polizia ha confermato che i due fratelli, residenti a Gerusalemme Est, sono morti sul colpo, «neutralizzati», ovvero messi in condizione di non nuocere, da due soldati fuori servizio e un civile armato.

Netanyahu ordina distruzione case autori attacco a Gerusalemme

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato che le case degli autori dell’attacco di ieri a Gerusalemme vengano sigillate e distrutte. È quanto si legge in una nota del Governo israeliano dopo una riunione con il ministro degli Interni, delle Finanze, il commissario di polizia e il capo dello Shin Bet.

Il primo ministro Netanyahu, si legge, «ha ordinato di sigillare e demolire le case dei terroristi che hanno compiuto l’attacco a Gerusalemme oggi (ieri per chi legge, ndr) , di effettuare arresti su vasta scala contro i loro sostenitori e contro i mittenti, di attuare azioni mirate e operative contro i gruppi di sostegno dei terroristi».

Ben-Gvir: “Con l’attentato a Gerusalemme Hamas ha violato tregua”

“Con una mano Hamas firma un cessate il fuoco, con l’altra manda i terroristi a uccidere gli ebrei a Gerusalemme”, ha affermato il leader dell’estrema destra e ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir. contrario alla pausa nei combattimenti.

Israele: due donne rilasciate a Gaza e consegnate alla Croce Rossa

La 21enne Mia Schem e la 40enne Amit Soussana sono libere: consegnate da Hamas alla Croce Rossa, le due israeliane sono state trasferite nelle mani delle forze armate. Schem, cittadina israelo-francese, era stata rapita dai terroristi di Hamas il 7 ottobre mentre si trovava al festival musicale vicino Re’im.

La 21enne, ferita mentre cercava di scappare, è stato il primo ostaggio ad apparire in un video girato da Hamas a Gaza, in cui viene mostrata mentre riceve cure mediche. La 40enne Soussana, 40 anni, originaria del Kibbutz Kfar Aza, il 7 ottobre aveva scritto ai genitori che era nascosta in un armadio all’interno della stanza sicura di casa sua ed era poi scomparsa.

Macron: Mia è libera, gioia per la famiglia e tutti i francesi

«Mia Schem è libera. È una grande gioia che condivido con la sua famiglia e tutti i francesi». Lo scrive su X il presidente francese Emmanuel Macron dopo il rilascio a Gaza della giovane israeliana con doppia nazionalità, già arrivata in Israele. «Esprimo anche la mia solidarietà con tutti coloro che restano in ostaggio di Hamas. La Francia lavora con i suoi partner per ottenere la loro liberazione al più presto», aggiunge il capo dell’Eliseo.

Familiari dei beduini rapiti: liberi Aisha e Bilal,17 e 18 anni, ma altri restano in ostaggio a Gaza

I familiari di Aisha (17 anni) e Bilal (18 anni) Al-Ziadna, sorella e fratello beduini, hanno annunciato di aver ricevuto un messaggio secondo cui i due sono sulla lista dei rapiti che Hamas ha rilasciato in serata, oltre alla restituzione dei cadaveri di tre sequestrati morti a Gaza. Lo riporta Ynet.

«Dopo aver visto l’elenco delle persone rilasciate, abbiamo ricevuto telefonate dall’esercito israeliano e da funzionari della sicurezza che ci hanno informato che Aisha e il fratello Bilal saranno rilasciati. Siamo felici, ma la gioia mancherà finché non verranno liberati tutti i rapiti. Vogliamo vedere tutta la famiglia. Degli altri parenti non abbiamo ancora informazioni e questo ci preoccupa», ha detto Daham al-Ziadna, un parente dei rapiti.

Wsj: Israele pensa all’esilio come soluzione per sradicare Hamas

Tra le varie strategie per sradicare per sempre Hamas, Israele starebbe valutando l’ipotesi dell’esilio dei terroristi, almeno quelli di basso livello, da Gaza. Lo rivelano funzionari israeliani e americani al Wall Street Journal che ha anche preso visione di una bozza del piano per la Striscia post-Hamas.

L’idea dell’esilio ricorda l’accordo mediato dagli Stati Uniti che permise al leader palestinese Yasser Arafat di fuggire con migliaia di combattenti da Beirut durante l’assedio israeliano del 1982. Questa prospettiva, riferiscono le fonti, sarebbe emersa dai colloqui tra israeliani e americani su chi governerà Gaza una volta finita la guerra e su come evitare che il territorio sia ancora sfruttato per organizzare un attacco contro Israele come quello del 7 ottobre, il peggiore nella storia della nazione.

Blinken a Netanyahu: “Imperativo proteggere civili Gaza”

Durante il suo incontro con il premier israeliano, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha “sottolineato che è imperativo tenere conto delle esigenze umanitarie e di protezione dei civili nel sud della Striscia di Gaza prima di qualsiasi operazione militare”. Lo ha affermato il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller. Lo riporta al Jazeera. Blinken ha anche “esortato Israele a prendere ogni misura possibile per evitare danni ai civili”.

Blinken ad Abu Mazen: ribadito impegno Usa per Stato palestinese

«Ho parlato con il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas a Ramallah», scrive il segretario di Stato Usa Antony Blinken su X, «del conflitto a Gaza e delle misure per migliorare la sicurezza e la libertà per i palestinesi in Cisgiordania. Ho ribadito l’impegno degli Stati Uniti a promuovere la creazione di uno Stato palestinese».

Il Papa: “No al terrore contro i civili a Gaza”

Papa Francesco ha qualificato come “terrore” l’intervento militare israeliano a Gaza nel corso di una telefonata avvenuta nelle scorse settimane con il presidente israeliano Isaac Herzog. A riferirlo, citando come fonte un alto funzionario israeliano, è il Washington Post. Secondo il quotidiano statunitense, nel corso di una telefonata avvenuta a fine ottobre Herzog ha parlato al Pontefice dell’eccidio compiuto da Hamas il 7 ottobre al sud di Israele e Bergoglio ha replicato che è “vietato rispondere al terrore con il terrore”.

1 Dicembre 2023

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