La denuncia

Torture in Libia, fino a 12 mila dollari per rilasciare i prigionieri

È da luoghi di tortura come questo che le donne, gli uomini e i bambini migranti che abbiamo soccorso meno di un mese fa con la Mare Jonio, stavano tentando di fuggire.

Editoriali - di Luca Casarini - 7 Novembre 2023

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Lager in Libia
Lager in Libia

Alcuni giorni fa “Refugees in Libya”, la rete che supporta i rifugiati intrappolati in Libia, ha diffuso un video inviato dai carcerieri del lager di Beni Walid alle famiglie di alcuni prigionieri eritrei ed etiopi. Nel video si vedono due donne prese ripetutamente a bastonate sulla schiena. Sulla pelle i segni evidenti di precedenti torture. Le milizie hanno chiesto 12mila dollari ai familiari per rilasciare i prigionieri, in alternativa continueranno a torturarli.

È da luoghi di tortura come questo che le donne, gli uomini e i bambini migranti che abbiamo soccorso meno di un mese fa con la Mare Jonio, stavano tentando di fuggire. Il governo ci ha punito, applicando il Decreto Piantedosi, perché ci siamo rifiutati di riportarli a Tripoli. Per la prima volta l’hanno scritto nero su bianco, in calce all’ordinanza.

La deportazione, che viola qualsiasi norma ma soprattutto sfregia la coscienza civile, deve diventare una prassi. Ne discutono da tempo in Inghilterra, in Austria anche. In Danimarca già lo fanno. Deportare, come gli ebrei ad Auschwitz. Riconsegnare agli aguzzini, ai carcerieri, all’oblio.

Esseri umani, come in quel video, che diventano nuda vita, come a Gaza, come nei kibbuz del 7 ottobre. E da quelli che vengono considerati solo corpi, senza alcun diritto e senza alcuna anima, l’ultimo anello della catena degli orrori, tenta di farci gli ultimi soldi, prima che esalino l’ultimo respiro. Anche dai rifiuti, in fondo, si possono ricavare soldi.

Continuiamo pure a stigmatizzare le orribili violenze degli altri: è l’unico modo per convivere con le proprie. Continuiamo a stabilire le classifiche: è l’unico modo per far finta di essere colpevoli ma per necessità. Continuiamo pure. Le grida delle vittime, tutte le vittime, un giorno ci getteranno a terra, a strisciare come vermi e ad implorare pietà. Quella che stiamo cancellando dal mondo.

7 Novembre 2023

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