La denuncia e il ricordo

La campagna di Pannella per il rischio Vesuvio e i Campi Flegrei, l’allarme lanciato 40 anni fa

Il Partito Radicale, ai tempi in cui il proprio leader era Consigliere comunale a Napoli, lanciò questa battaglia (e quella contro il dissesto idrogeologico) negli anni '80. Venti anni dopo, i radicali promossero una raccolta firme tra i residenti della zona rossa. Un'iniziativa politica tra piani urbanistici a firma dell'architetto Aldo Loris Rossi e documentazioni inviate alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Marco Cerrone (Pr): "In mezza giornata raccogliemmo le firme necessarie". Eppure politica e istituzioni restarono sorde a quei progetti

Politica - di Andrea Aversa

25 Ottobre 2023 alle 09:08 - Ultimo agg. 25 Ottobre 2023 alle 09:37

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La campagna di Pannella per il rischio Vesuvio e i Campi Flegrei

Siamo alla metà degli anni ’80, a Napoli si viveva il dramma del post terremoto dell’Irpinia. Era il periodo della conta dei danni e soprattutto dei fondi da destinare al territorio. Il Consiglio comunale di allora era composto da personalità politiche di assoluta eccellenza e rilevanza nazionale. Tra queste spiccava quella di Marco Pannella. Il leader radicale mise subito sul tavolo un’iniziativa politica d’avanguardia: quella di predisporre una Commissione per l’approvazione di una legge speciale affinché potesse nascere l’Area Metropolitana di Napoli. Oggi le aree metropolitane per quanto incompiute sono una realtà. All’epoca sarebbe stata una grande innovazione e Napoli (che conta ben 95 comuni, per una popolazione di oltre 3 milioni di abitanti), sarebbe diventata la prima grande città italiana ad aver istituito tale ente pubblico.

La campagna di Pannella per il rischio Vesuvio e i Campi Flegrei

Il modello proposto da Pannella era quello di Parigi. Un modo per iniziare a dare alle metropoli italiane, da un punto di vista amministrativo e urbanistico, una connotazione europea. “In quegli anni Marco – ha raccontato a l’Unità Antonio Cerrone, componente del Consiglio generale del Partito Radicale aveva acceso l’attenzione sulla questione ambientale. Nella sua testa non c’era solo il rischio che un’eruzione del Vesuvio o dei Campi flegrei avrebbe potuto comportare, ma anche tutte le conseguenze di un altro fenomeno: quello del dissesto idrogeologico. Pannella per questo motivo propose la figura del ‘geologo di quartiere’, proprio per offrire un monitoraggio continuo di specifiche aree, che viste in ottica metropolitana, non potevano essere gestite in chiave centralista“.

Il masterplan

Nacque così la fondamentale collaborazione con l’architetto Aldo Loris Rossi che iniziò a parlare di rottamazione edilizia: ovvero la demolizione o messa in sicurezza di tutti gli edifici costruiti a partire dagli anni ’70 in modo non antisismico. In merito fu realizzato e presentato un masterplan alla presenza di autorità e istituzioni anche internazionali. Ovviamente il piano prevedeva una strategia per i residenti che abitavano nelle zone rosse. Questi ultimi avrebbero dovuto lasciare le proprie case, acquistate dallo Stato, per poi andare a vivere in ‘nuove città‘, costruite di proposito secondo progetti urbanistici moderni, innovativi e soprattutto che avrebbero rispettato le basilari e principali regole di vivibilità.

Gli anni 2000

Nel 2000 Pannella si candidò alle elezioni regionali della Campania con la Lista Bonino. Tra le sue priorità programmatiche c’erano il rischio VesuvioCampi Flegrei. Il Partito Radicale per l’occasione promosse una raccolta firme tra i comuni della zona rossa vesuviana. Un’iniziativa tradotta in un documento-denuncia che fu presentato alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu). I radicali raccolsero testimonianze su due fronti: da un lato per l’inadeguatezza di un’eventuale piano di emergenza ed evacuazione, dall’altro per la totale disinformazione sul tema da parte dei cittadini.

Raccolta firme e denuncia alla Cedu

Pannella – ha spiegato Marco Cerrone, anche lui membro del Consiglio generale del Partito Radicaleaveva già denunciato a partire dagli anni ’80 l’abusivismo incontrastato che ha prodotto un insediamento di circa settecentomila abitanti alle pendici del Vesuvio. Una situazione che la rivista scientifica Nature definì come una ‘bomba ad orologeria’ che avrebbe causato una strage. Ricordo quando Pannella mi telefonò per annunciarmi l’inizio della raccolta firme. I gli dissi, ‘ok, dammi una settimana’, ma lui, ‘una settimana? Ti basteranno 7 ore’. E così fu, in mezza giornata girammo i comuni vesuviani e raccogliemmo le firme“. All’iniziativa aderirono 12 cittadini per altrettanti diversi comuni dell’area vesuviana.

L’esito

Come spesso è accaduto nella storia politica di questo paese, dove le iniziative migliori sono rimaste inascoltate, anche questa di Pannella e del Partito Radicale è rimasta incompiuta. Da un lato la sfortuna. Dall’altro la negligenza politica. Nel primo caso, agli inizi degli anni ’90, la maggioranza in Consiglio comunale a Napoli cadde e con lei la possibile Commissione per istituire la Citta Metropolitana. In seguito, il progetto fu presentato da Elio Vito in Parlamento.

Esecutivi che cadono

Ma nonostante il sostegno di più forze politiche, il governo di allora fu sfiduciato e anche quell’occasione fu persa. Nel 2000, invece, Marco Di Lello (l’allora Assessore regionale all’Urbanistica, edilizia pubblica abitativa e beni culturali per la Giunta guidata dal Presidente Antonio Bassolino), sviluppò un piano secondo il quale i cittadini residenti nelle zone rosse avrebbero potuto vendere la propria casa per 150mila euro. Nessuno accettò.

25 Ottobre 2023

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