"Decapitazioni" non confermate

Il massacro di Kfar Aza: così Hamas ha ucciso oltre 200 persone nel kibbutz, tra le vittime decine di bambini

Esteri - di Redazione

11 Ottobre 2023 alle 13:31 - Ultimo agg. 11 Ottobre 2023 alle 17:16

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Il massacro di Kfar Aza: così Hamas ha ucciso oltre 200 persone nel kibbutz, tra le vittime decine di bambini

Un massacro di proporzioni ancora sconosciute. È quello che si sono trovati di fronte i soldati dell’IDF, le forze armate israeliane che nella giornata di martedì hanno fatto il loro ingresso assieme ad un piccolo gruppo di giornalisti nel kibbutz di Kfar Aza, la comunità agricola fondata nel 1951 e in cui abitavano poco meno di 800 persone.

Qui, assieme al vicino kibbutz di Be’eri, è andato in scena uno dei peggiori massacri compiuti dai miliziani di Hamas sabato 7 ottobre, quando c’è stata l’offensiva terroristica partita dalla Striscia di Gaza a suon di migliaia di missili scagliati contro il Sud dello Stato ebraico e con la penetrazione da parte di diverse centinaia di miliziani nelle cittadine più vicine al confine.

Secondo i volontari del servizio di emergenza israeliano Zaka (un’organizzazione che collabora nell’identificazione delle vittime di terrorismo per garantire una sepoltura secondo i dettami religiosi ebraici), che in questi giorni sono stati i primi ad arrivare nelle cittadine israeliane attaccate, a Be’eri sono stati uccisi almeno 108 israeliani: a Kfar Aza il bilancio è ancora peggiore, i numeri ancora provvisori parlano di oltre 200 vittime, così come le violenze perpetrate durante l’assalto di Hamas.

A destare scandalo nell’opinione pubblica occidentale in particolare quanto riferito dalla giornalista del canale canale israeliano i24News Nicole Zedeck. In un video girato dal kibbutz la reporter aveva infatti parlato di “quaranta bambini con le teste mozzate” facendo riferimento alle testimonianze di soldati israeliani, e di “famiglie intere uccise nei propri letti”.

La notizia sulla presunta decapitazione dei bambini nel kibbutz al momento resta non confermata: più giornalisti che hanno visitato Kfar Aza martedì hanno infatti affermato di non aver potuto verificare di persona la presunta decapitazione da parte dei guerriglieri di Hamas.

Lo ha scritto ad esempio su X (l’ex Twitter) il reporter francese Samuel Forey, corrispondente per Le Monde e Le Soir: “Ho contattato due servizi di emergenza (che desiderano rimanere anonimi, poiché l’argomento è delicato), che hanno raccolto diversi cadaveri. Entrambi affermano di non aver assistito a tali abusi, senza dire che non sono esistiti”. Forey sottolinea di non voler “minimizzare le atrocità commesse dai combattenti di Hamas”, ma di chiarire che “non sono stato in grado di verificare queste decapitazioni di bambini”.

Parole simili arrivano da Oren Ziv, reporter di 972mag: “I soldati con cui ho parlato ieri a Kfar Aza non hanno menzionato “bambini decapitati”. Il portavoce dell’esercito ha dichiarato: “Non possiamo confermare a questo punto… siamo consapevoli degli atti atroci di cui Hamas è capace”. Anche in questo caso Ziv sottolinea che “ciò non significa che non siano stati commessi crimini di guerra, le scene a Kfar Aza erano orribili, con dozzine di corpi di israeliani assassinati nelle loro case”. La questione, è bene chiarirlo, non è negare l’orrore compiuto da Hamas, ma di porgere la massima attenzione sulla narrazione del conflitto e sui suoi effetti nell’opinione pubblica.

Lo stesso IDF, le forze armate israeliane, ha precisato tramite un portavoce all’agenzia di stampa turca Anadolu e a Sky News di non avere informazioni che confermino il fatto che Hamas abbia decapitato bambini.

Le testimonianze

Avidor Schwartzman, uno dei sopravvissuti all’attacco di Kfar Azza, ha raccontato all’agenzia Reuters di essersi nascosto con la moglie e la figlia di un anno in una stanza del suo alloggio per più di 20 ore, prima di essere salvato dai soldati israeliani: “C’erano corpi ovunque. Cadaveri ovunque. Abbiamo visto che il nostro piccolo pezzo di paradiso, il nostro piccolo pezzo di paradiso, era completamente bruciato – bruciato e con sangue ovunque”.

Abbiamo sentito degli spari e siamo rimasti praticamente barricati lì dentro per 21 ore finché l’esercito non ci ha salvato”, ha raccontato la moglie Keren Flash. “Continuavamo a sentire spari, spari, bombe e allarmi, e non sapevamo cosa stesse succedendo”.

Gli uomini armati di Hamas hanno sfondato la recinzione del kibbutz, forse usando una scavatrice. Da lì hanno aperto la strada ad altri uomini armati, con i terroristi arrivati anche in motocicletta e in deltaplano, ha spiegato il generale israeliano Itai Veruv: nella comunità agricola sarebbero entrati un totale di circa 70 uomini armati, dotati di kalashnikov, razzi e bombe a mano.

di: Redazione - 11 Ottobre 2023

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