Napoli
Sciame sismico ai Campi Flegrei, ancora scosse tra sabato e domenica: la più forte magnitudo 2.9 nel pomeriggo
Prosegue l'attività sismica. Alcune scosse avvertite anche a Napoli
Ambiente - di Redazione Web
Continua lo sciame sismico sui Campi Flegrei, l’area vulcanica a nord ovest di Napoli. Un’ultima scossa, alle 15:33 di oggi, a una profondità di due chilometri, è stata registrata dalla Sala Operativa INGV-OV di Napoli. Magnitudo 2.9. Già nella notte erano state avvertite scosse alle 3.15 e alle 3.18 rispettivamente di magnitudo 2.1 e 1.4, con epicentro nel golfo di Pozzuoli e in zona Pisciarelli. Un’altra alle 6.43, magnitudo 2.2, con epicentro nel golfo di Pozzuoli tra Pozzuoli e Bacoli a una profondità di cinque chilometri e alle 8.22 una scossa di 1.3.
Da giorni l’area è oggetto di uno sciame sismico sempre più frequente e di maggiore intensità: l’evento più forte si è registrato il 27 settembre, un terremoto di magnitudo 4.2, la più alta negli ultimi 39 anni. La crisi bradisismica in corso è partita dal 2005. Da allora il suolo si è sollevato e ha raggiunto il massimo di poco più di 113 centimetri nella zona del Rione Terra. La deformazione del suolo procede di pari passo con l’attività sismica. 80 gli eventi sismici di magnitudo inferiore a 3.2 registrati dall’inizio di questa fase, lo scorso 26 settembre.
- L’esercitazione per l’evacuazione dei Campi Flegrei, l’annuncio di De Luca
- Quali sono gli scenari possibili ai Campi Flegrei dopo le ultime e violente scosse
- Terremoti ai Campi Flegrei a Napoli, crisi sismica in corso: “Non vediamo la fine, è diversa dagli anni ‘80”
- Quartieri di Napoli nella zona rossa dei Campi Flegrei: con quali regioni sono gemellati
L’area dei Campi Flegrei, dal greco “campi ardenti”, che comprende i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli, è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, noto anche come risorgenza calderica, movimenti lenti di sollevamento o di abbassamento del suolo che si verificano in aree vulcaniche. L’area ha fatto registrare due importanti crisi bradisismiche, a inizio anni ’70 e a inizio anni ’80, entrambe accompagnate da intense attività sismiche. Questa volta però sembra diversa, come ha osservato a Lapresse Giuseppe Mastrolorenzo dell‘Ingv. “Non bisogna comparare in modo così sicuro le fasi bradisismiche del passato con quelle attuali. Questo è un bradisismo completamente diverso come dinamica. Mentre nelle fasi precedenti il sollevamento era molto più rapido, in questo caso c’è una lunga fase bradisismica, con un lento sollevamento del suolo, ma la sismicità è arrivata agli stessi livelli delle fasi precedenti“.
Sulla base dei dati del monitoraggio e delle valutazioni della Commissione Grandi Rischi, la Protezione Civile aveva alzato il livello di allerta da VERDE a GIALLA che indica l’attività ordinaria del vulcano. Il Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato la settimana scorsa parte del contenuto di una Pec trasmessa al prefetto di Napoli dal professore Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, già direttore dell’Osservatorio Vesuviano, in cui si suggeriva di evacuare gli edifici localizzati nell’area di Agnano-Solfatara. Il Presidente della Campania Vincenzo De Luca ha avvisato la settimana prossima un’esercitazione di evacuazione. “Potremo fare un’evacuazione limitata a poche centinaia di persone per verificare un po’ la funzionalità del piano di evacuazione in caso di emergenza“.