La proposta

Occhio Meloni, la Biancofiore ha risolto il ‘problema’ migranti: mandiamoli sopra un’isola artificiale

I flop del governo sulle politiche di accoglienza - integrazione e sullo stop agli sbarchi, hanno raggiunto un nuovo livello: quello del grottesco e della farsa. Ci ha pensato la senatrice eletta con Coraggio Italia a donarci l'ennesima perla di questo esecutivo

Politica - di Andrea Aversa

21 Settembre 2023 alle 17:39 - Ultimo agg. 21 Settembre 2023 alle 17:45

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Chi è Michaela Biancofiore la senatrice che vuole un’isola artificiale per i migranti

C’è già una sceneggiatura pronta. È quella di un’ottima e classica barzelletta che inizia per, “Ci sono quattro ministri, uno è quello dei Trasporti, l’altro è quello degli Esteri, poi c’è quello degli Interni e infine quello della Difesa“. La scena è questa. Matteo Salvini, dopo aver garantito la costruzione del Ponte sullo stretto, è già impegnato in un’altra super opera: la costruzione di un’isola artificiale da porre in acque internazionali. L’atollo italiano in mare estero accoglierà tutti i migranti che invaderanno le nostre coste. Antonio Tajani è già in ‘missione’. Il titolare della Farnesina è in contatto con i propri omologhi dei paesi europei che affacciano sul Mediterraneo.

Una barzelletta

Matteo Piantedosi Guido Crosetto faranno il resto: in coordinamento con le autorità e gli eserciti di questi stati dell’Ue, organizzeranno il trasferimento degli immigrati verso questa nuova isola. A proposito quale sarà il suo nome? Ovvio, si ispirerà a colei che ha avuto la brillante idea di costruirla: sarà L’Isola Biancofiore, dall’omonima senatrice Michaela che ha praticamente risolto per il governo Meloni il ‘problema’ migranti.

Chi è Michaela Biancofiore la senatrice che vuole un’isola artificiale per i migranti

Si, perché durante la trasmissione di La VeritàDimmi la verità‘, la capogruppo al Senato per Civici d’Italia-Noi Moderati-Coraggio Italia-Udc-Maie, ha testualmente detto: “Costruire, immediatamente, in acque internazionali un’isola artificiale nel Mediterraneo, una sorta di ‘pit stop’ di approdo, sulla fattispecie dell’Isola delle Rose, dove realizzare un hub di accoglienza e salvezza, e di verifica se gli immigrati abbiano titolo a venire in Europa o siano clandestini. Un’iniziativa in accordo con l’Ue e l’Onu, sul modello australiano. Un po’ quanto ha suggerito anche la Grecia: un luogo neutro di cooperazione internazionale nel quale, di concerto con la Croce Rossa internazionale e altre associazioni umanitarie, ci si possa prendere cura di questi disperati, farli approdare senza lasciarli annegare ma, allo stesso tempo, gli si prendano le impronte per le identificazioni e per valutare il loro diritto a chiedere ed ottenere asilo.

Il modello australiano e quello dell’Isola delle Rose

Chi non ha i requisiti dovrà essere rimpatriato, come sottolineato dalla presidente Von der Leyen. Si impedirebbe così il dramma di Lampedusa o Porto Empedocle o altri luoghi rivieraschi del nostro Paese o della Spagna, della Grecia, di Malta e così via. Benissimo quanto sta facendo la premier Meloni per fermare gli sbarchi di clandestini e per non far diventare l’Italia il campo profughi dell’Ue. Dobbiamo imprimere una vera svolta al fenomeno migratorio impedendo che i clandestini arrivino sulle nostre coste che sono, ricordiamolo, i confini dell’Europa“.

La cooperazione

Ora, dando per scontato che le intenzioni della Biancofiore siano più che buone, non possiamo dimenticare alcuni piccoli aspetti che dimostrano quanto questa proposta sia campata in aria. Innanzitutto, gli stati che compongono l’Unione Europea non sono in grado di bypassare i propri egoismi nazionali per cercare di evitare le morti in mare, figuriamoci se fossero capaci di trovare un accordo per la costruzione di un’isola artificiale. Secondo aspetto: quanto costerebbe un’opera del genere, soprattutto se attrezzata non per farne un lager a cielo aperto ma un luogo di sana umanità? E quanto tempo ci vorrà per costruirla?

I modelli di riferimento

Nel frattempo altre centinaia di persone saranno partite dall’Africa e dal Medio Oriente e i trafficanti di essere umani, insieme ai dittatori che li foraggiano, staranno banchettando sui loro scalpi. Si è parlato di modello australiano. Il paese del Commonwealth non è certo famoso per le politiche di accoglienza e integrazione. Anzi, le prigioni in mezzo al mare utilizzate per i migranti sono note proprio per le più vergognose violazioni dei diritti umani. L’ultimo esempio, non uguale all’idea della Biancofiore ma simile, viene dall’Inghilterra: il governo ha stipato sopra una chiatta gigante centinaia di migranti pur di non farli stare sulla terra ferma.

La biografia

Ma chi è Michaela Biancofiore la senatrice che vuole un’isola artificiale per i migranti? Nata a Bolzano, 53 anni, aveva il papà di origini pugliesi e la madre di origini romane. A causa della perdita del padre (dipendente statale) ha frequentato un convitto a Spoleto dove poi ha conseguito il titolo di studio. La sua carriera ha avuto diverse esperienze professionali in settori differenti. Prima ha lavorato nel mondo del cinema come assistente alla regia, il produttore era Vittorio Cecchi Gori. È diventata imprenditrice nel mondo del welness ed è stata anche vicepresidente della squadra di calcio della sua città natale.

Sempre a (centro) destra

Completato il ciclo di studi (in giurisprudenza prima e Diritto Internazionale poi), a partire dagli inizi degli anni 2000 è ‘esploso’ il suo percorso politico. Consigliere provinciale e comunale a Bolzano, deputata eletta con Forza Italia per la prima volta nel 2006 e con il Popolo delle Libertà in occasione delle successive competizioni elettorali (tranne che nel 2013, quando dopo la dissoluzione del Pdl, la Biancofiore è tornata con Fi). Nel 2019 ha dato l’addio agli azzurri per essere eletta al Senato lo scorso anno nella coalizione di centrodestra tra le file di Noi Moderati.

21 Settembre 2023

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