Poche idee ma confuse

Emergenza migranti, il governo spaccato smentisce Salvini: “No all’uso della Marina Militare”

Il decreto anti-migranti annunciato contiene una stretta sui minorenni e prevede nuovi rimpatri, ma sui flussi non c’è nulla. E Tajani rilancia Sophia

Politica - di David Romoli

16 Settembre 2023 alle 10:00 - Ultimo agg. 16 Settembre 2023 alle 12:02

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Emergenza migranti, il governo spaccato smentisce Salvini: “No all’uso della Marina Militare”

Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, quasi lo annuncia: “È possibile che già lunedì il cdm vari nuovi provvedimenti sull’immigrazione”. Palazzo Chigi smentisce: “Lunedì, prima del cdm, ci sarà la riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza presieduta da Giorgia Meloni ma non ci saranno misure nel cdm”. Il decreto arriverà, su questo non c’è dubbio.

Il ministro degli Interni Piantedosi ci sta lavorando già da giorni, l’approdo nel cdm di lunedì prossimo era dato per certo anche prima che ne parlasse Tajani. Invece serve più tempo, probabilmente perché le decisioni già messe quasi a punto non sembrano adeguate e sufficienti per una fase incandescente come quella in corso. La montagna che partorisce il topolino, insomma, e dopo il fallimento clamoroso del dl Cutro e di quello precedente, che hanno solo peggiorato di molto la situazione, il governo ha capito di doversi muovere con i piedi di piombo e senza corse sgangherate.

Il dl, al momento, conta essenzialmente su tre nuove norme: una accelerazione drastica dei rimpatri per gli irregolari che commettono crimini, l’istituzione di centri per l’accoglienza e il rimpatrio in ogni regione, una stretta sui minorenni. Al momento quando è impossibile stabilire l’età degli irregolari ci si basa sulla circonferenza del polso e, nei numerosi casi di incertezza, si considera il soggetto minorenne. Grazie alla nuova norma la valutazione verrebbe rovesciata: nel dubbio i soggetti verranno trattati come maggiorenni. Mettendo insieme il dl Caivano e quello in preparazione verrebbe da pensare che questo governo ha un conto aperto con i minorenni e non perde occasione di prenderli di mira.

Il problema è che questo dl si occupa solo di rimpatri, che rappresentano sì un nodo essenziale ma non quello in prima pagina, cioè sbarchi e arrivi. Salvini, impegnato ad alzare la voce e la posta per accreditarsi come il vero castigamatti della destra, ventila la discesa in campo della marina militare. Fuor di metafora sarebbe qualcosa di molto simile a quel blocco navale del quale amava chiacchierare la premier prima di arrivare al governo ma che ha giustamente riposto in un cassetto chiuso a chiave una volta approdata a palazzo Chigi. Salvini insiste. La Lega chiede di tornare ai decreti che “il Capitano” varò quando era ministro degli Interni. Forza Italia boccia l’ipotesi con un secco “Non servono”. Giorgia Meloni, che non a caso ha messo il dossier nelle mani del sottosegretario Mantovano, concorda.

Però qualcosa sugli sbarchi deve essere fatta, perché in caso contrario il dl, almeno dal punto di vista della resa d’immagine, sarebbe un flop controproducente. Tajani lancia una proposta: la resurrezione dell’operazione Sophia: “L’Europa potrebbe pensare a una nuova Operazione Sophia che nei vari gradi di azione prevedeva anche fermezza nei confronti di migranti irregolari per cercare di risolvere il problema con grande determinazione”. L’operazione, che si prolungò per cinque anni dal 2015 al 2020, prevedeva il pattugliamento del Mediterraneo da parte di navi militari di diversi Paesi europei, col compito di individuare, catturare e distruggere le imbarcazioni dei trafficanti.

Un’operazione del genere, al di là della sua effettiva utilità, richiederebbe però un impegno europeo e in effetti se c’è un punto sul quale tutti, maggioranza divisa e opposizione concordano, è proprio l’invocazione rivolta alla Ue. “L’Europa non può far finta di nulla. Appena tornato dagli Usa andrò a Parigi e Berlino”. “Senza un intervento dell’Europa sulla rotta balcanica vivremo in stato di emergenza permanente”, si affianca il governatore leghista Fedriga.

Sulla carta l’Europa è pronta. “L’Italia ha il nostro pieno supporto politico. Serve una maggiore solidarietà”, dichiara la portavoce della Commissione Anitta Hipper. “Il dovere di tutti gli europei è non lasciare sola l’Italia”, tuona Macron: detto fatto il ministro italiano Piantedosi e il collega francese Darmanin, già ipercritico nei confronti della politica italiana sulle migrazioni, si sono sentiti al telefono per coordinare gli interventi. La realtà però recita un copione diverso. L’Austria ieri ha “intensificato il monitoraggio al confine del Brennero”. Cioè ha blindato il confine come aveva già fatto la Francia due giorni fa a Ventimiglia.

La Germania fa sapere di aver voluto, con la sospensione dell’accoglienza volontaria, “lanciare un segnale all’Italia”. Le ricollocazioni previste dal Meccanismo volontario di solidarietà riprenderanno quando “l’Italia adempirà alla sua obbligazione di riprendere i rifugiati in conformità agli accordi di Dublino”. Non è precisamente il clima ideale per una cooperazione europea sul tema che, in fase pre-elettorale, tutti i governi vogliono trattare come se si trattasse di una bomba ad alto potenziale esplosivo.

16 Settembre 2023

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