In attesa del Riesame
Rogo della ‘Venere degli Stracci’, perché Simone Isaia va scarcerato: “Nel video compare anche una donna”
Incensurato, a 32 anni si trova in cella a Poggioreale con altre 7 persone. Potrebbe andare in comunità. L'avvocato Gabriella Di Nardo: "L'impianto accusatorio lascia molti dubbi, così come il filmato che lo incastrerebbe. Simone è un ragazzo colto ed educato. Va aiutato". Il Garante Ciambriello: "Il populismo mediatico e penale ha preso il sopravvento sulla vera emergenza, quella sociale e del precariato. Chi pensa alle persone come Simone?"
Giustizia - di Andrea Aversa
Tra dieci giorni sarà un mese che Simone Isaia si trova in custodia cautelare e preventiva in carcere. In una cella a Poggioreale insieme ad altre 7 persone. Il 32enne di Casalnuovo è accusato di aver dato fuoco alla Venere degli Stracci, l’opera di Michelangelo Pistoletto installata in Piazza Municipio. A causa dell’assenza di un domicilio (Isaia non poteva fare ritorno a casa dalla famiglia, per alcune incompatibilità che in passato l’avevano portato ad allontanarsene), il giovane – incensurato – è stato tradotto nel peggiore penitenziario d’Italia. Da presunto innocente, fino a prova contraria, il 32enne continua a dichiararsi tale. Oggi il suo avvocato Gabriella Di Nardo ha presentato un’istanza di scarcerazione. Infatti, grazie al lavoro congiunto tra il legale difensore di Isaia e il Garante per i diritti dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello, il giovane potrebbe essere trasferito in una comunità di Salerno. Il Tribunale del Riesame dovrebbe esprimersi in merito nel giro di 48 ore.
Simone Isaia e la Venere degli Stracci
“Resta inspiegabile – ha dichiarato a l’Unità l’avvocato Di Nardo – come un giovane incensurato con probabili fragilità mentali e comportamentali possa essere stato tradotto in carcere. È diventato un detenuto qualsiasi nonostante l’impianto accusatorio non sia così forte quanto si è fatto credere. Addirittura, dalle immagini registrate dalle telecamere di video sorveglianza (il filmato è la prova principale dell’indagine, ndr), non solo l’incendio ha inizio un paio di minuti dopo il passaggio di Simone, ma oltre a lui si vede vicino all’opera una donna che passa davanti alla Venere per ben due volte. Quest’ultima per gli inquirenti è una runner, cosa che non si evince in modo chiaro. Ecco – ha spiegato l’avvocato – ho l’impressione che le indagini siano state condotte e chiuse troppo in fretta, con la voglia di trovare rapidamente un colpevole“.
Chi è Simone Isaia e le indagini a suo carico
L’avvocato Di Nardo ha incontrato due volte Isaia in carcere: “L’ho visto tranquillo ma provato. Rispetto alla permanenza in cella mi ha detto, ‘Ce la faccio’. Ma l’ambiente carcerario non gli appartiene. Stiamo parlando di un ragazzo di buona famiglia, che parla quattro lingue. È un giovane colto e sensibile. È educato e non è assolutamente un violento. Un caso del genere va gestito con cautela. Uno come Simone – ha concluso l’avvocato – va aiutato e non certo abbattuto con la detenzione. Potrebbe persino essere una scelta saggia da parte della Procura chiedere una perizia psichiatrica e non escludo che possa farne richiesta la difesa. Ma ora aspettiamo la decisione del Riesame, per la quale nutro molto ottimismo“.
Populismo mediatico e penale
Anche il Garante Ciambriello si è occupato in prima persona del caso. Oltre ad aver lavorato affinché si trovasse per Simone un’alternativa al carcere, si è tenuto continuamente in contatto con lui e la sua famiglia (il 32enne oltre ai genitori, ha un fratello e una sorella, ndr). “Si è parlato di lui come un clochard, poi di un senza fissa dimora senza sapere che quella di Simone è stata una precisa scelta di vita. O in alcuni casi queste parole sono state utilizzate quasi con disprezzo. Simone ha frequentato la Caritas e fatto volontariato. Qualcuno lo sapeva? Ho percepito – ha detto Ciambriello a l’Unità – un forte populismo mediatico e penale scaturito da questa vicenda. Istituzioni e autorità avevano un solo obiettivo: trovare il responsabile.
Si sono tutti preoccupati della Venere e nessuno ha prestato attenzione alla povertà dilagante che c’è a Napoli. E i media hanno cavalcato la cosa. C’è un precariato diventato insostenibile. L’emergenza sociale è più che una realtà. Purtroppo i clochard esistono e in città sono ovunque. Chi se ne sta occupando? Chi sta pensando alla solitudine di Simone e di tutti i giovani come lui?“.