Il caso dell’opera d’arte
Rogo della Venere di Stracci del Pistoletto: “Arrogante metterla lì, basta dare colpa ai napoletani”, parla l’artista Piero Golia
Cultura - di Piero de Cindio
“Si ho sentito che hanno bruciato la Venere di Pistoletto a Piazza Municipio. Tutti subito a dare la colpa ai napoletani, alla gente di strada, agli scugnizzi, ma forse bisognerebbe guardare un po’ all’arroganza di chi ha messo quella struttura lì”. Così Piero Golia, artista concettuale napoletano, ha commentato quanto accaduto all’alba nella sua città. Intorno alle 5 del mattino qualcuno ha dato alle fiamme la monumentale opera di Michelangelo Pistoletto, La Venere degli Stracci, posta nel mezzo della piazza Municipio appena il 28 giugno. Un modo per celerare anche i 90 anni dell’artista.
Gli investigatori hanno subito ipotizzato che si fosse trattato di un incendio doloso ma le indagini sono ancora in corso. E subito dalla città si sono levate voci di indignazione per il brutto gesto. Ma Golia non ci sta a far ricadere la colpa sulla gente. E, raggiunto al telefono da L’Unità mentre è in Islanda per filmare l’eruzione del vulcano Fagradalsfjall, ha dato la sua opinione fuori dal coro su quanto accaduto: “C’è una differenza tra una semplice scultura ed un monumento reale e la differenza è proprio nel rapporto con il luogo e con la gente. Un vero monumento crea un rapporto emozionale con il pubblico che in questo caso probabilmente non c’era. Forse possiamo cercare la colpa in chi pensava che quel lavoro potesse solo essere messo li, come su una scultura su un piedistallo. La Venere di Pistoletto funziona in un museo, dove è conservata, al centro di una stanza, dove hai questa sensazione dell’Arte, ma probabilmente la sua scultura non regge la strada”. E si spiega meglio: “Gli stessi avrebbero bruciato Michelangelo? Dubito”.
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Classe 1974, Golia è un artista concettuale, famoso per le sue provocazioni di impronta neodada. Con le sue azioni al limite del reale ha sempre puntato il dito con ironia contro le contraddizioni della contemporaneità. “Forse è il caso di smettere di andare a cercare le colpe nella gente e cercarle negli artisti che ossessionati dal loro lavoro da non capire che la realtà è molto più grande di loro. Credo che Pistoletto debba continuare a conservare le sue opere in ambienti sicuri dove è difeso e protetto. La realtà è molto lontana da lui. Salviamo la gente. Mi dispiace, maestro Pistoletto, ma forse il Suo lavoro non è pronto per le piazze”.