Le scelte della maggioranza
Stop al Reddito di cittadinanza, Meloni tira dritto e allerta le prefetture contro le proteste: ma il Governo è impreparato
Politica - di Carmine Di Niro
Nonostante le polemiche, i rischi di una estate caldissima a livello sociale, Giorgia Meloni e soci non vogliono sentire ragione: in campagna elettorale avevano promesso l’abbandono del Reddito di cittadinanza e così sarà. Ma le modalità scelte dall’Inps, un brutale sms recapitato venerdì a 169mila famiglie a cui si dava informazione che la loro unica forma di sostegno economica era finita, ha alzato i toni dello scontro.
Nella giornata odierna sono previste manifestazioni e sit-in di protesta in diversità città italiane, in particolare del Sud: l’area più a rischio è quella di Napoli, dove l’sms dell’Inps ha raggiunto ben 21mila persone in tutta la provincia, 37mila a livello regionale, che perderanno in media 566 euro. I prefetti sarebbero già stati sensibilizzati dal Viminale sulle misure da adottare per scongiurare il rischio di incidenti. E non si escludono circolari ad hoc nei prossimi giorni.
Eppure, come detto, il governo tira dritto e parla di polemiche pretestuose dell’opposizione. Linea espressa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, fedelissimo della premier e “autore” del programma di Fratelli d’Italia. Le critiche “di Conte, Schlein, Cgil sono pretestuose: si sapeva da 7 mesi che queste persone avrebbero perso il Reddito, noi tuteliamo i fragili”, le parole di Fazzolari.
Di ben altro avviso sindacati e opposizioni, sul piede di guerra per lo stop al Reddito di cittadinanza, per di più con modalità feroci. “Il governo – dice il segretario della Cgil Maurizio Landini – taglia il reddito a 169 mila famiglie e contemporaneamente continua a fare sanatorie fiscali. Non sta né in cielo né in terra in un Paese in cui si è poveri lavorando e in cui metà Paese fa fatica ad arrivare alla fine del mese“. Dal sindacato arriva inoltre un allarme. “Centinaia di migliaia di persone – aggiunge Daniela Barbaresi, responsabile delle politiche sociali – dai prossimi giorni si ritroveranno senza sostegni“.
Il reddito “si poteva aggiustare, finalizzare all’inserimento al lavoro“, dice invece la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, ma “hanno scelto la strada più facile e più ingiusta: cancellarlo con l’arroganza di un sms“. “La sinistra è ipocrita – è la replica di Forza Italia con Licia Ronzulli – si sapeva da otto mesi che ci sarebbe stato uno stop alla misura“.
Ma se l’addio al Rdc era cosa nota, il governo Meloni si è fatto trovare impreparato: il Supporto per la formazione da 350 euro al mese per 12 mesi (non ripetibile) al momento non è pronto. Come sottolinea Repubblica, manca la piattaforma informatica dove inserire le domande, la disponibilità a lavorare e soprattutto i corsi di formazione da seguire.
A non aiutare il clima di tensione, sociale e politica, è anche la proposta arrivata da Fratelli d’Italia di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sull’operato dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, accusato sostanzialmente di aver utilizzato l’istituto di previdenza come un bancomat a fini politico-elettorali e come agenzia di propaganda del Movimento 5 Stelle, che lo aveva piazzato sulla poltrona di presidente dell’ente.