Lettera dell’Unità a Elly Schlein: sinistra senz’anima, la segretaria deve ridarle il pensiero
Se la destra italiana verrà interamente fagocitata dai neo-almirantiani il futuro dell’Europa assume tinte molto fosche. E la sinistra? Da troppi anni è seduta.
Politica - di Redazione
Ieri hanno parlato il segretario di Forza Italia e la segretaria del Pd. Tajani e Schlein. Il Pd e Forza Italia avranno un ruolo molto importante nella battaglia politica che nei prossimi anni determinerà il destino di questo paese. Forza Italia, che è restata senza Berlusconi, dovrà evitare di farsi trascinare dall’impeto della Meloni e cercare di assumere una posizione moderata e centrista. Non sarà facile. Senza l’autorevolezza, il carisma e la forza di Berlusconi e con una potenza elettorale contenuta, il compito è arduo.
Si tratta di frenare la deriva fascista che la coalizione di destra rischia di prendere, finendo nell’orbita reazionaria di Vox, della Le Pen, della destra estrema greca e dei neonazisti tedeschi. Nei giorni scorsi Tajani ha avuto parole nette di presa di distanze dalla destra estrema. È stato chiaro e coraggioso. Poi però si porranno problemi concreti e le cose si complicheranno. C’è da governare insieme alla Lega e alla Meloni in Italia, c’è da affrontare il nodo della riforma della giustizia (e gran parte del centrodestra è giustizialista e galerista), e poi si dovrà vedere in che modo andare in Europa dopo le elezioni dell’anno prossimo.
Per Tajani è la prova della vita. Grande rischio e grande occasione. Ma non solo per lui. Per tutti. Se la destra italiana verrà interamente fagocitata dai neo-almirantiani – mentre i neo-franchisti tornano al potere in Spagna e la Francia affronta il rischio Le Pen – il futuro dell’Europa assume tinte molto fosche. Per Elly Schlein la sfida è diversa e ancora più difficile. Lei non dovrà contenere una spinta ma creare una spinta. La sinistra da troppi anni è seduta. In tutta Europa, per la verità, ma in Italia in modo particolare. Resta in piedi il Pd, che comunque è un partito largo e forte. Manca il programma. Manca l’anima. Manca la prospettiva.
Da tempo la discussione si aggroviglia attorno al tema: partito per governare o per opporsi. È una domanda stupida. La politica non è riducibile all’alternativa tra governare o opporsi, è una cosa molto più complessa, legata alla costruzione di pensiero, di idee, di lotte di massa. Non serve decidere se e come vincere le elezioni. Si vedrà. Serve individuare una strategia, compiere le scelte essenziali, radunare forze intellettuali e politiche capaci di dare spessore e intelligenza collettiva a un partito che sul piano organizzativo è già esistente. Poi si vedrà la questione delle alleanze, delle prove elettorali, delle tattiche.
Elly Schlein è in grado di affrontare questa sfida. Noi dell’Unità forse non siamo molto simpatici alla segretaria del Pd. Non sappiamo perché. Lei non ha mai voluto discutere con noi. Sembra che le diamo un po’ fastidio. È vero: siamo rompiscatole. Non ci adeguiamo facilmente. Per esempio non ci piace una sinistra non pacifista che sulla guerra ha le stesse posizioni di Giorgia Meloni. Né una sinistra giustizialista, che sulla giustizia ha le stesse posizioni di Giorgia Meloni. Però pensiamo che sia impossibile ricostruire una sinistra moderna, radicale, libertaria, socialista e cristiana, senza tenere conto del Pd, delle sue sensibilità, del suo gruppo dirigente.
E coerentemente speriamo che Schlein ce la faccia a superare l’impasse. Ha fatto bene ieri a sfidare il governatore De Luca e ad andare a Napoli a contestare il leghismo autonomista e antimeridionale. Benissimo. Però ora si tratta di affrontare alcuni temi essenziali che non possono essere tralasciati: la guerra, lo stato di diritto, l’accoglienza dei migranti, le carceri, il welfare e i diritti del lavoro. Se Elly riuscirà a prendere in mano questi dossier, e ad aprire una discussione seria, vera, le batteremo le mani. Ma non bastano gli slogan, la propaganda. Serve il pensiero. E anche l’informazione. Noi, se possiamo dare una mano, siamo qui.
P.S. Ieri la segretaria del Pd ha detto di avere letto il titolo di un giornale che denunciava l’annegamento di 289 bambini nel Mediterraneo in sei mesi. Beh, le facciamo sapere, senza nessuna irritazione, che quel giornale si chiama l’Unità, nata 100 anni fa su una idea di Antonio Gramsci. Che ha una storia molto lunga e gloriosa. E che ancora oggi ha tra i suoi lettori migliaia di militanti del Pd.