La due giorni del Pd

Schlein sfida De Luca nella sua terra: a Napoli la segretaria va all’assalto dell’autonomia differenziata

L’evento ai Quartieri spagnoli si è concluso ieri con l’intervento di Schlein. Presenti molti big del partito. Ma il vero derby è col governatore assente

Politica - di David Romoli - 15 Luglio 2023

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Schlein sfida De Luca nella sua terra: a Napoli la segretaria va all’assalto dell’autonomia differenziata

La manifestazione è stata in dubbio fino all’ultimo, tanta era ed è la paura del flop. Basta questo a chiarire quanto enorme e irrisolto sia il problema della guerra senza quartiere tra la segreteria Schlein e il governatore Vincenzo De Luca in Campania. Alla fine si è deciso di confermarla, senza neppure spostarla in altra e più sicura regione, perché la prova di debolezza sarebbe stata un rimedio peggiore del male.
La manifestazione in questione non è una iniziativa locale come tante.

È una tappa fondamentale, a livello nazionale, della “mobilitazione estiva” lanciata nell’ultima direzione dalla segretaria, l’avvio ufficiale della campagna contro l’autonomia differenziata di Calderoli. Con il salario minimo trattasi di uno dei due principali cavalli di battaglia del Nazareno contro il governo. La seduta plenaria di oggi, nelle sale di Foqus al centro dei Quartieri Spagnoli, sarà conclusa dalla segretaria in persona, dopo un’assemblea alla quale saranno presenti, qualcuno in platea, molti sul palco, una sventagliata di nomi illustrissimi: i governatori Bonaccini ed Emiliano, il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Decaro, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, i capibastone schleiniani in Campania Marco Sarracino e Sandro Ruotolo, uno dei più determinati nella guerra contro il “cacicco” governatore. Più naturalmente quasi tutto il gruppo dirigente centrale e due ospiti, entrambi napoletani, la cui presenza è fondamentale per restituire l’immagine di una campagna dell’intera opposizione di sinistra: Roberto Fico per i 5S, Peppe De Cristofaro per Avs.

Il governatore De Luca, figura non precisamente secondaria in Campania, non c’era ieri e non ci sarà oggi. Con lui diserteranno l’appuntamento tutti i consiglieri regionali, con la sola possibile eccezione di Massimiliano Manfredi, fratello del sindaco e contrario al boicottaggio sin dall’inizio. La decisione di dare buca all’appuntamento più importante organizzato dal Pd di Elly non solo a Napoli e in Campania ma nell’intero sud è stata presa la settimana scorsa, in una lunghissima riunione presieduta non da De Luca ma dal vicepresidente della Regione Bonavitacola. È passata la linea dura ispirata dal governatore: nessun riavvicinamento e fronteggiamento totale sino a quando ci saranno i commissari inviati dalla segretaria, Misiani nella Regione e Camusso a Caserta, e fino a quando non sarà convocato il congresso regionale.

Lo stesso De Luca ieri si è scagliato, nel suo sermone settimanale, soprattutto contro la destra ma senza risparmiare una frecciata particolarmente velenosa contro la segreteria. Stavolta ha messo da parte lo show a base di insulti personali e ha preso di mira proprio il fiore all’occhiello della mobilitazione estiva, il salario minimo: “Serve un’operazione di verità. Bisogna capire se i 9 euro proposti sono netti o lordi, se sono comprese le indennità, il notturno e il festivo, la tredicesima. Ci sono settori nei quali con il salario minimo si rischia la discesa invece che l’aumento del salario e bisogna stare attenti a che gli aumenti salariali non si scarichino sull’aumento dei costi dei prodotti alimentari”. Più o meno le critiche che muove alla proposta del Pd Giorgia Meloni.

Lo scontro con il cacicco per eccellenza rischia di costare molto caro al Pd. Non nelle prossime europee, come pure qualcuno paventa: il sistema di potere di De Luca è solido ma articolato in modo tale da non avere grande impatto in una prova come quella del prossimo giugno, dove il voto d’opinione sarà egemone. Tutt’altro discorso per le prossime regionali. Il vero scontro è su quella scadenza, sulla terza candidatura di De Luca che la segretaria non può accettare, pur non avendo ancora preso posizione ufficialmente. Schlein si è già spinta troppo oltre: ricandidare il governatore sarebbe non una resa ma una rotta. Non candidarlo significa però trovarselo contro, lui e la rete di “liste civiche”, per non dire clientelari, che controlla.

È grazie a quella rete di liste, che ha in buona parte ereditato la clientela già democristiana e poi forzista, se la Campania è l’unica regione d’Italia, se non addirittura d’Europa, in cui la destra è costretta all’angolo. De Luca contro il Pd e la sinistra rischia di vincere e ha la certezza di far comunque perdere il partito della nemica Elly. La sola via d’uscita, per la segretaria, è sperare che i due anni che mancano di qui alle elezioni erodano quel sistema di potere e rendano meno disastroso lo scontro con il potente governatore.

15 Luglio 2023

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