Il dramma a Cellole
Aggredito per un rimprovero, Giovanni muore dopo uno spintone: indagato un 17enne

Ha lottato per otto giorni tra la vita e la morte ricoverato nella clinica Pineta Grande di Castel Volturno con una frattura alla base cranica: nella giornata di domenica, 18 giugno, Giovanni Sasso è morto per le conseguenze di quelle ferite.
L’imprenditore 48enne Giovanni Sasso, originario di Cellole, località di mare in provincia di Caserta al confine con il litorale sud pontino del Lazio, era stato trasportato in gravissime condizioni lo scorso 9 giugno dopo esser stato aggredito davanti al suo autosalone di via Risorgimento: ad aggredirlo un giovanissimo di 17 anni, che avrebbe reagito ad un suo rimprovero.
Sasso, secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Sessa Aurunca su delega della Procura di Santa Maria Capua Vetere, aveva ripreso il minore perché stava gettando a terra i gusci della arachidi proprio davanti alla sua concessionaria d’auto. Ne sarebbe nato un diverbio, prima verbale e poi si è passati “alle mani”, con spinte forse reciproche fino a quella fatale per Sasso, caduto a terra sbattendo pesantemente la testa e perdendo i sensi.
Il giovane studente era in compagnia di altri ragazzi: a chiedergli di smetterla di sporcare l’area davanti l’autosalone era stata inizialmente la compagna di Sasso, Teresa, madre dei suoi tre bambini. Il marito era invece sul balcone di casa, che affaccia a sua volta sulla concessionaria: di fronte a quella scena Sasso era dunque sceso per prendere le parti della compagna, ma la situazione è precipitata prima con gli insulti e poi con gli spintoni.
Il 17enne, iscritto al quarto anno di un istituto professionale, è formalmente indagato con la competenza delle indagini ovviamente passata alla Procura per i minori di Napoli: il capo di imputazione nei suoi confronti, che era di lesioni gravissime, potrebbe cambiare in omicidio preterintenzionale o colposo a seconda delle valutazioni e delle attenuanti che vorranno concedere i giudici minorili.
Secondo quanto riferisce il Corriere del Mezzogiorno, che cita “ambienti investigativi”, il 17enne non era mai stato protagonista prima di atti violenti o risse, proviene da un nucleo familiare “tranquillo”.
A rappresentare il dolore di un’intera comunità per la morte del 48enne è stato il sindaco di Cellole, Guido Di Leone, con un post su Facebook: “È un giorno triste per Cellole – ha scritto il primo cittadino – non doveva andare così. Giovanni era un ragazzo pieno di vita, con tanta voglia di vivere e realizzare. L’intera comunità ha pregato per lui. Ogni parola è superflua davanti ad una tragedia del genere, meglio meditare in silenzio, nel dolore e nel rispetto. Mi stringo al dolore delle famiglie, è difficile da comprendere, è impossibile da accettare. Fai buon viaggio Giovà, ci mancherai“.