Il disastro

Diga di Kakhovka, l’inchiesta del New York Times: “Distrutta dai russi, ci sono le prove”

Dal giorno del disastro Kiev e Mosca si addossavano a vicenda le responsabilità dell'esplosione. La diga era stata "costruita in epoca sovietica, la Russia aveva ogni pagina dei disegni tecnici e sapeva dov'era"

Esteri - di Redazione Web - 18 Giugno 2023

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Diga di Kakhovka, l’inchiesta del New York Times: “Distrutta dai russi, ci sono le prove”

Il New York Times non ha dubbi: a far esplodere la difa di Kakhovka in Ucraina sono stati i russi. Le responsabilità sul crollo che ha causato morti e feriti e inondazioni di città e vaste porzioni di territorio, era dal giorno dell’accaduto rimpallato tra le autorità ucraine e quelle russe. Il Nyt, pur riconoscendo che sarebbero “teoricamente possibili molteplici spiegazioni”, le prove indicherebbero chiaramente che la diga “è stata paralizzata da un’esplosione provocata dalla parte che la controlla: la Russia”.

Il bilancio delle vittime causate dalla grande massa di acqua che è defluita dalla diga dopo l’esplosione continua a salire, almeno 16 i morti nel territorio controllato dagli ucraini e 29 in quello controllato dalla Russia. Ancora 31 i dispersi secondo il ministero dell’Interno ucraino. Il capo dell’amministrazione militare della regione di Kherson, Oleksandr Prokudin, ha fatto sapere che sei insediamenti sono ancora allagati. “Il livello medio dell’acqua era di 1,1 metri alle 21:00 (del 17 giugno). Sei insediamenti sono allagati sulla riva destra del fiume Dnipro, vale a dire Kherson, Bilozerka, Dniprovske, Novohradnieve e Blahodativka. Ben 1.274 le case rimangono sott’acqua lì”.

Il quotidiano statunitense ha “interrogato” ingegneri ed esperti di esplosivi. La diga era stata “costruita in epoca sovietica, Mosca aveva ogni pagina dei disegni tecnici e sapeva dov’era”, ha “un enorme blocco di cemento alla base” ed è attraversata da “un piccolo passaggio, raggiungibile dalla sala macchine”: proprio qui “suggeriscono le prove”, “è esplosa la carica che ha distrutto la struttura”.

L’infrastruttura che si trova nei pressi della città di Nova Kakhovka era stata distrutta nella notte tra lunedì 5 e martedì 5 giugno. La diga si trova sul fiume Dnipro, in una zona controllata dai russi. Subito dopo lo scoppio l’acqua aveva sommerso molte strade della città. La diga alimenta una grande centrale idroelettrica che a sua volta rifornisce la penisola di Crimea, occupata dal 2014 dai russi. E viene utilizzata per l’agricoltura e i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Già lo scorso ottobre Volodymyr Zelensky aveva messo in guardia da azioni sulla diga, che avrebbero portato a rapide inondazioni e terribili conseguenze.

L’esplosione aveva portato alla fuoriuscita di una grande massa d’acqua che ha portato all’esondazione del fiume in vari punti. Almeno 40mila persone erano state portate all’evacuazione delle abitazioni lungo il fiume Dnipro nell’Ucraina meridionale nelle ore successive al disastro. Fin dalle prime ore dopo il disastro, analisti e osservatori avevano ipotizzato che l’esplosione fosse stata causata presumibilmente dall’interno. Lo scoppio avrebbe portato al cedimento di una parte della diga già danneggiata.

18 Giugno 2023

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