La diga distrutta
Perché la diga distrutta di Nova Khakovka è importante: punto strategico per la Crimea e per Zaporizhzhia
Esteri - di Rossella Grasso
La mattina del 6 giugno è scattata l’allerta: la diga di Nova Khakovka è stata distrutta durante la notte. La Russia e l’Ucraina subito hanno iniziato ad accusarsi a vicenda della distruzione di quello che è un punto strategico per numerosi motivi. In primis per le inondazioni delle zone circostanti. La diga si trova sul fiume Dnipro, nella regione di Cherson attualmente sotto il controllo delle truppe russe. Si tratta di un imponente impianto idroelettrico alto 30 metri e lungo 3,2 chilometri circa che regola un bacino idrico di 18 milioni di metri cubi d’acqua. Da qui parte l’acqua che rifornisce l’impianto di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia e soprattutto fornisce l’acqua per la penisola di Crimea, annessa militarmente da Vladimir Putin nel 2014. Un’opera imponente costruita tra il 1950 e il 1956.
La diga si trova dunque in un punto geografico strategico sin dall’inizio dell’invasione conteso tra ucraini e russi. Per questo motivo è subito iniziato un rimpallo di accuse tra i due contendenti. L’Ucraina ha infatti accusato la Russia, che occupa la maggior parte del territorio, definendo l’accaduto come “il più grande disastro tecnologico d’Europa degli ultimi decenni” e mirato a “creare ostacoli insormontabili all’avanzata” di Kiev. A sua volta, la Federazione è convinta che dietro l’esplosione ci siano le truppe ucraine. La preoccupazione è che l’acqua trattenuta nella diga possa provocare inondazioni nell’area circostante e, secondo l’amministratore filorusso della zona, Vladimir Leontiev, “mettere in pericolo almeno 22mila persone”.
Secondo glio esperti il rischio è concreto e potrebbe essere immediato: A causa dei danni alla diga, l’acqua potrebbe raggiungere un livello critico “in 5 ore”, ha detto il governatore della regione di Cherson, Oleksandr Prokudin. Il picco, secondo l’ex ministro e presidente della Kyiv School of Economics, Tymofiy Mylovanov, potrebbe essere previsto, intorno alle 12 locali. E sono già iniziate le evacuazioni della zona. Nella “zona critica” ci sono almeno 16mila persone.
Le possibili inondazioni, secondo un professore della University of QLD School of Civil Engineering, citato dal Guardian, potrebbero avere “effetti devastanti”. Per Hubert Chanson, “Chiunque viva in aree basse a valle della diga potrebbe annegare. Non mi sorprenderebbe se la distruzione della diga fosse stata organizzata per rallentare l’azione militare più a valle”, ha detto il professore, riferendosi all’offensiva annunciata dalla truppe di Kiev e al suo secondo giorno. Il ripristino della diga non sarà facile, “e la grande massa d’acqua – continua – potrebbe causare un’inondazione di lunga durata che non si esaurirà in un paio di giorni”. La diga di Kakhovka, infatti, negli ultimi giorni – stando ai dati diffusi dal giornalista del Washington Post, aveva raggiunto livelli molto alti.
Il punto è militarmente strategico come già dimostrato anche in passato. Il Corriere della Sera ricorda che quando Putin annesse la Crimea nel 2014, gli ucraini avevano fermato il flusso ma, quando il 24 febbraio è stata conquistata dall’Armata, i russi hanno fatto saltare la diga che fermava il canale di Crimea e l’approvvigionamento idrico ristabilito. Poi nelle prime fasi dell’invasione, furono gli stessi ucraini ad aprire intenzionalmente la diga nei pressi di Demydiv, inondando la cittadina a nord di Kiev e i campi circostanti per rallentare l’avanzata russa e salvare la capitale. Operazione che ne valse una vittoria tattica e che consentì loro di guadagnare tempo per preparare le difese. Ora, se la diga fosse completamente distrutta e l’acqua inondasse i territori circostanti senza modo per fermarla, arriverebbe in poche ore a Kherson, distruggerebbe l’impianto idroelettrico della zona rendendo ancora più drammatica la situazione energetica nel Paese; lascerebbe la centrale di Zaporizhzhia senza acqua di raffreddamento.
Cresce l’allerta anche per la centrale nucleare di Zaporizhzhia anche se i tecnici ucraini di Energoatom affermano che la situazione è ancora sotto controllo. “La notte del 6 giugno 2023, gli invasori russi hanno fatto saltare in aria la diga dell’Hpp (la centrale idroelettrica di Kakhovska, ndr)”, ha scritto l’operatore in un comunicato spiegando che i livelli dell’acqua “in rapida diminuzione” nel bacino idrico rappresentano una “minaccia aggiuntiva per la centrale nucleare di Zaporizhzhia temporaneamente occupata”. Per ora, tuttavia, lo stagno di raffreddamento della centrale nucleare è pieno, ha aggiunto. “L’acqua del bacino idrico di Kakhovsky è necessaria affinché la stazione riceva energia per i condensatori delle turbine e i sistemi di sicurezza della Znnp (la centrale di Zaporizhzhia, ndr). Lo stagno di raffreddamento della stazione è ora pieno: alle 8:00 il livello dell’acqua è di 16,6 metri, sufficiente per le esigenze della stazione”, ha concluso Energoatom.