Colpiscono un quarto della popolazione mondiale
Quando le sanzioni sono peggio delle guerre, il disastro umanitario che colpisce un quarto della popolazione mondiale
Un convegno a Roma per denunciare le conseguenze delle cosiddette MCU. Sono corresponsabili della morte di 38 milioni di persone, delle quali la metà bambini sotto i 5 anni
Esteri - di Susanna Schimperna
L’esempio più eclatante delle sanzioni economiche lo conosciamo tutti e riguarda Cuba: “el bloqueo”, l’embargo commerciale e finanziario imposto dagli Usa, dura dal 1962, il più lungo della storia, con misure che sono diventate via via sempre più dure. Dal 1992 le risoluzioni dell’Onu ne chiedono l’abolizione, ma le richieste dell’Assemblea vengono regolarmente ignorate. Obama aveva tentato di allentarlo, questo bloqueo, Trump l’ha inasprito. E l’impatto sulla popolazione e sul Paese intero è terribile.
Ogni giorno ci sono blackout, il cibo è scarso perché non si possono importare i fertilizzanti, le macchine agricole e i semi che occorrerebbero alla coltivazione; manca il 69% delle medicine, oltre ai vaccini; qualunque macchinario deve essere riparato costruendone le componenti artigianalmente, e questo vale naturalmente anche per i computer, che non possono usufruire delle applicazioni, sono obsoleti, lenti, poco funzionali. Non c’è settore che non sia colpito dall’embargo, e il dramma quando non la tragedia, colpisce soprattutto i più fragili, dunque i malati, gli anziani, i bambini.
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Cuba e non solo Cuba: secondo i report dei relatori delle Nazioni Unite, le famigerate MCU, Misure Coercitive Unilaterali, pesano, a livello mondiale, sul 28% della popolazione e il 72% del territorio. Si va dal Venezuela alla Bosnia Erzegovina, dall’Eritrea alla Russia, dall’Iraq al Myanmar, per un totale di trentuno Paesi che in tempi brevi potrebbero diventare ancora di più. Cosa hanno in comune, al di là delle motivazioni ufficiali, queste sanzioni? Marilyn Di Luca Santaella, ambasciatrice del Venezuela e rappresentante permanente presso la FAO, è molto chiara nella denuncia: «Sono Paesi che hanno cercato di darsi una gestione democratica, che difendono la loro autodeterminazione e sovranità». Gli studi, continua Santaella esibendo dati precisi, dicono che le MCU, ovunque siano state applicate, hanno aumentato le malattie, la denutrizione, e sono state in gran parte responsabili di 38 milioni di morti, di cui il 51% bambini sotto i cinque anni.
Proprio a partire da quest’anno l’Onu ha deciso di istituire una Giornata mondiale contro le Misure Coercitive Unilaterali, e il giorno scelto è stato il 4 dicembre. Nell’occasione a Roma si è tenuto un forum a cui hanno partecipato rappresentanti della Bielorussia, della Russia, di Cuba, del Venezuela, e il fondatore e presidente di Carità Politica, prof. Alfredo Luciani. Con molta partecipazione e commozione, ma anche non poca sorpresa, nel forum si sono sentite (finalmente) espressioni come “violazione del diritto internazionale”, “crimine contro l’umanità”, “attentato al sacro diritto all’alimentazione”. Perché non tratta soltanto di bloccare lo sviluppo di un Paese (tra l’altro, le sanzioni contro la Bielorussia, in cui il costo dell’energia è un decimo di quello in Italia, o la Cina, che si avvia a superare l’America come potenza economica, è ovvio non possano avere le stesse conseguenze di quelle contro Paesi i poveri), ma di causare disagio, fame e morte per centinaia di milioni di persone. Interrompendo il commercio internazionale si provoca l’aumento dei prezzi, e senza fertilizzanti si riduce la produzione che a sua volta spinge alla migrazione rurale.
Il 4 dicembre è simbolicamente una vittoria dei Paesi che combattono per la giustizia sociale e il sacrosanto diritto all’alimentazione, ed è incredibile che siano state necessarie centinaia di migliaia di morti (se non milioni) prima che un organismo internazionale come la FAO riconoscesse il problema. Ancora più incredibile è che i media siano quasi indifferenti al tema. Al massimo, ci si è occupati delle sanzioni in chiave egoistica, perché quelle contro la Russia hanno causato un aumento dei prezzi del gas in Europa e quindi portato alle stelle le bollette degli Italiani, e il Daily Telegraph, quotidiano tradizionalmente filoconservatore, è arrivato a fare una previsione molto poco piacevole per i britannici: continuando con le sanzioni, nel 2040 il Regno Unito sarà più povero della Turchia.
Della catastrofe umanitaria provocata dalle MCU, sembra che nessuno abbia voglia di parlare. Prova ne è il disinteresse in cui è caduta la giornata del 4 dicembre. Nota tristemente comica: se si cerca “4 dicembre giornata contro le MCU” su google, la prima voce ci informa che MCU è il Marvel Cinematic Universe, media franchise statunitense incentrato su una serie di film di supereroi, e anche scorrendo le voci sotto non si ha miglior fortuna. È necessario cambiare questa situazione. Portare il problema alla ribalta. I Paesi che stanno soffrendo devono unirsi, e quelli che appoggiano o anche solo accettano il sistema delle sanzioni unilaterali devono capire che il problema è globale, e avrà ricadute gravissime su tutto il mondo, ricadute ancora peggiori di quelle che già stiamo sperimentando. Quello che si sta compiendo è un crimine contro l’umanità, appunto.
Riconoscere il problema, monitorare le condizioni delle aree colpite dalle MCU ancora più di quanto già non si faccia, rafforzare il dialogo e la cooperazione, non smettere di pensare che l’autodeterminazione dei popoli non può e non deve essere ostacolata da misure coercitive che portino fame e morte. Una battaglia che l’anno prossimo il prof. Luciani con Carità Politica ha promesso di combattere insieme ai centottantatré ambasciatori accreditati presso la Santa Sede: il più piccolo Stato del mondo si occupa di ciò che gli altri fingono di non vedere.
Veementi e indimenticabili le parole dell’ambasciatrice Santaella: «Qui non possiamo arrenderci. Qui non si stanca nessuno. Stancarsi è una mancanza di coscienza».