Il rapporto sul mercato del lavoro

Secondo OCSE servono più immigrati: popolazione sempre più vecchia, scarseggia la manodopera

È solo propaganda quella della destra che paventa l’invasione. Il problema più grande? Gli stipendi molto più bassi, soprattutto in Italia

Politica - di Angela Stella

4 Novembre 2025 alle 09:00

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Secondo OCSE servono più immigrati: popolazione sempre più vecchia, scarseggia la manodopera

“Malgrado il rallentamento della crescita economica, i mercati del lavoro nei Paesi dell’Ocse restano sotto pressione, con penurie persistenti di manodopera in settori critici. Queste penurie non sono solo cicliche, ma riflettono cambiamenti strutturali legati all’invecchiamento demografico. Se le migrazioni non possono risolvere le sfide poste dall’invecchiamento delle popolazioni sul mercato del lavoro dell’Ocse, possono contribuire ad attenuarne gli effetti”: è quanto ha scritto il direttore per l’Occupazione, il Lavoro e gli Affari sociali dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), Stefano Scarpetta, introducendo le Prospettive internazionali sulle migrazioni 2025 pubblicate ieri.

Dell’OCSE, oltre a 22 Paesi dell’Unione europea, fanno parte Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Islanda, Israele, Giappone, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Svizzera e Turchia. “Gli immigrati – si prosegue nel testo – sono lavoratori essenziali non solo nei settori della salute e delle cure, ma anche in altri settori come l’agricoltura, l’edilizia, l’alloggio, la ristorazione o le tecnologie dell’informazione”. Secondo il rapporto Ocse poi, “le migrazioni professionali, permanenti o temporanee, sono rimaste ben al di sopra dei livelli pre-pandemici malgrado un lieve calo nel 2004, rispettivamente 32% e 26% al di sopra dei livelli del 2019”. “Se i datori di lavoro svolgono un ruolo cruciale nell’attrarre talenti internazionali, sono anche essenziali per valorizzare le competenze degli immigrati già presenti nei Paesi di accoglienza”, ha puntualizzato l’Ocse, evidenziando che al loro arrivo nel Paese di accoglienza, “gli immigrati percepiscono una remunerazione mediamente inferiore del 34% a quella dei lavoratori della stessa età e dello stesso sesso nati nel Paese” in questione. Un divario salariale che varia dal 28 per cento circa in Danimarca, Francia e Portogallo fino al 45 per cento in Italia. Tra l’altro, gli immigrati “non lavorano solo nei settori meno ben remunerati ma anche per quei datori di lavoro che pagano meno in questi settori”.

Per quanto concerne l’Italia “l’Ucraina, l’Albania e la Romania” sono i tre principali Paesi d’origine dei migranti giunti qui nel 2023. Tra i 15 principali Paesi d’origine, precisa l’Ocse, “l’Egitto ha registrato il più forte aumento (8.300) e la Romania la più forte diminuzione (-5.100) dei flussi verso l’Italia rispetto all’anno precedente”. Invece nel 2024, le persone che hanno rivolto per la prima volta una richiesta d’asilo all’Italia “sono aumentate del 16%, per raggiungere quota 151.000. La maggioranza dei richiedenti era originario di Bangladesh (33.000), Peru (16.000) e Pakistan (12 000)”. Il più forte aumento dal 2023 riguarda i cittadini bengalesi (9 700) e la più forte diminuzione i cittadini egiziani (-6 600). “Sulle 79.000 decisioni assunte nel 2024, 36% sono state positive”, precisa l’Ocse. Mentre “l’emigrazione dei cittadini italiani verso i Paesi dell’Ocse è rimasta stabile nel 2023, per raggiungere quota 152.000 persone”, si legge ancora nella scheda. “Circa il 32% – si precisa – è emigrato verso la Spagna, 15% verso la Germania e 13% verso la Svizzera”. Rispetto ai migranti “abbiamo bisogno dei loro talenti, delle competenze e dell’energia”, ha detto il commissario europeo alle migrazioni, Magnus Brunner, in conferenza stampa a Bruxelles, aggiungendo che per avere migrazioni legali “sostenibili” bisogna però “gestirle” in modo adeguato. “Bisogna ascoltare le preoccupazioni nel dibattito pubblico”. E lottare contro i “trafficanti di uomini”, ha avvertito, sottolineando che nell’Ue ci sono “delle leggi” e queste “leggi vanno rispettate”. I trafficanti sono “criminali” che “sfruttano i più vulnerabili. Questo non è accettabile per noi”.

Sull’asilo,dobbiamo ovviamente rispettare i diritti fondamentali. Come Ue abbiamo una responsabilità, ma per farlo, abbiamo bisogno di un sistema d’asilo che funzioni. Essere sicuri che le procedure funzionino”. Gianfranco Schiavone, socio dell’Asgi così commenta: “Quello che mi colpisce è che tra il 2019 e il 2024 rispetto alla media dell’Unione europea c’è stato un aumento di quasi 7 punti della percentuale degli stranieri che hanno ricevuto un permesso di soggiorno permanente. La tendenza all’incremento della percentuale dei lungo soggiornanti è molto forte in Paesi come la Spagna e il Portogallo, ma anche in Austria e Svizzera, e diminuisce in quelli che hanno attuato politiche ostili non favorevoli all’inclusione, come la Slovacchia, l’Estonia, la Lituania. Tra questi l’Italia si situa con un piccolo aumento solo dell’1,1%, in contrazione del 16 per cento nell’ultimo biennio. Mi sembra evidente che nel nostro Paese c’è una larga parte della popolazione straniera che vive in una condizione di soggiorno precaria, un dato che si collega al fatto che l’Italia spicca sempre per le percentuali riguardanti gli stipendi bassi degli stranieri rispetto agli italiani e a una scarsa mobilità socio lavorativa. Sorprendente il dato relativo alla percentuale del lavoro sottoqualificato che pone l’Italia di gran lunga al peggiore posto in Europa. Questi dati, in pratica, indicano come il nostro sia un Paese poco appetibile, a cui gli stranieri con maggiori qualifiche professionali non puntano, o che abbandonano dopo poco”.

4 Novembre 2025

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