Altro femminicidio a Milano
Luciana Ronchi uccisa in strada a coltellate, l’ex marito Luigi Morcaldi catturato dopo la fuga: “Datemi l’ergastolo”
Non ce l'ha fatta la 62enne, aggredita sotto casa. L'uomo rintracciato e catturato dopo che per pochi istanti ha acceso il telefono cellulare. La coppia era separata da tre anni e aveva avuto un figlio
Cronaca - di Redazione Web
Luciana Ronchi è morta dopo esser stata accoltellata ripetutamente in strada, all’addome e al torace. Luigi Morcaldi è stato arrestato dopo una fuga che si è conclusa dopo una giornata di caccia all’uomo. “Datemi direttamente l’ergastolo”, avrebbe detto agli agenti che l’hanno trovato. Era l’ex marito della vittima, soccorsa in strada a Bruzzano, sanguinante e sofferente, una scena straziante e traumatica per un altro femminicidio, ancora a Milano, a pochi giorni da quello Pamela Genini che pure aveva sconvolto per le modalità e le avvisaglie che lo avevano caratterizzato e preceduto.
La 62enne è morta ieri pomeriggio nell’ospedale Niguarda di Milano, era stata trovata in via Grassini, nella periferia Nord. L’ex marito l’avrebbe aspettata sotto casa. Alcuni vicini hanno raccontato di averlo redarguito più di una volta per tenere troppo sotto controllo la donna nelle ultime settimane. Ronchi, dipendente in una mensa, aveva trovato un nuovo compagno dopo la separazione, tre anni fa, che aveva avuto degli strascichi forse anche di natura economica oltre che personale. La coppia aveva avuto un figlio.
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L’ex marito, 64enne napoletano, era disoccupato da tempo e abitava nel palazzo di fronte a quello della vittima prima di rifugiarsi nella sua automobile. Nessuna denuncia per maltrattamenti in passato. L’uomo sarebbe arrivato in motorino, senza neanche togliere il casco avrebbe attaccato urlando frasi come “la casa è mia”. La donna è stata colpita alla giugulare, all’addome e al torace. Si è accasciata sanguinante tra due automobili. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia locale, comandati da Gianluca Mirabelli, che hanno portato i primi soccorsi alla donna nell’attesa dei soccorritori del 118. La strada è stata subito transennata.
Morcaldi è stato rintracciato e fermato a causa di un errore nella fuga: ha acceso per pochi istanti il telefono cellulare che aveva spento ed è stato ritrovato nel parco Nord, a poco più di un chilometri di distanza. Ritrovato in un cestino in via Grassini il coltello che potrebbe rivelarsi come l’arma del delitto, è stato sequestrato. L’uomo avrebbe lasciato una lettera in auto per denigrare la donna con il figlio e spiegare il suo gesto. Anche in questo caso, come in quello di Pamela Genini, si allungano le ombre di un dramma prevenibile, forse: alcuni vicini di casa e conoscenti, in più occasioni sui media, hanno raccontato che l’uomo da tempo si appostava e spiava l’ex moglie.
Sconcerto a Bruzzano: appena lo scorso 8 agosto, nella vasca da bagno della sua abitazione, era stata trovata morta Silvana Damato, ex tabaccaia di 69 anni. Era semivestita e con una ferita al collo. Ancora un giallo. “È ragionevole e giusto prevedere una forma di querela anonima, anche se la vittima non lo vuole? – la domanda in un articolo del sindaco di Milano, Beppe Sala, sull’opportunità di prevedere nuove tutele e norme per prevenire questi reati – Forse sì, se però dall’altra parte corrisponde una corretta sensibilità delle forze dell’ordine, preposte alla protezione, e, in pari misura, del sistema giudiziario. Perché, oltre alle denunce mancate, si contano molte richieste di aiuto alle autorità che non hanno seguito. Di quante donne uccise necessitiamo perché parenti, amici e custodi dell’ordine facciano di tutto per impedire la pronuncia di questa parola, ‘femminicidio’?”.