Il video del tycoon imbarazza la premier

Trump smaschera Meloni con il video bomba anti-Europa: “Tratta sottobanco sui dazi e vuole tagliare gli aiuti all’Ucraina”

La mossa del tycoon è stata decisa a freddo ed è segno che presto, sui dazi o sull’Ucraina o su entrambi i fronti, la tensione tra gli Usa e la Ue potrebbe tornare a impennarsi.

Politica - di David Romoli

21 Ottobre 2025 alle 07:00

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Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse
Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

“Meloni tratta separatamente con gli Usa sui dazi e vuol tagliare gli aiuti all’Ucraina”. Prima di sgonfiarsi il caso del video esplosivo lanciato sui social da Trump monta fino a assumere le ciclopiche proporzioni di un a bomba in grado di scardinare la Ue. Ma anche quando l’esplosiva notizia sembra un po’ ridimensionarsi restano aperti parecchi interrogativi: primo fra tutti perché palazzo Chigi ha lasciato passare molte, moltissime ore prima di decidersi a smentire.

La notiziona campeggiava su Repubblica ieri ma la fonte era, o sembrava, la più autorevole di tutte: Donald Trump in persona. Era stato lui a rilanciare sul suo social Truth un video nel quale si affermava che Giorgia Meloni ha in corso una trattativa separata con Washington sui dazi, anche a costo di spaccare irreparabilmente l’Europa e che la stessa Giorgia avrebbe confessato all’amico Donald di voler “ridimensionare” gli aiuti per Kiev. Materiale nucleare. Tajani prova a metterci la proverbiale pezza: “Noi abbiamo sempre lavorato con la Ue. Con il commissario Sefcovic c’è perfetta sintonia e grazie all’Italia si è potuto fare qualche importante passo avanti”. Però nemmeno lui se la sente di smentire e gli attacchi dell’opposizione s’intensificano. Pd e Iv sono in assetto di guerra ma si fa sentire, con il capo dei senatori De Cristofaro, anche Avs: “Se Meloni vuol fare un accordo separato con Trump venga a dirlo in Parlamento”.

Il video era stato originariamente diffuso dal sito @frontlinepulse, che quanto a fake news e video farlocchi è un habituè, postato su X da @LynneP, con tanto di foto della consigliera di Trump Lynne Patton. Il rilancio del presidente però sembra certificare che non si tratti di una bufala. Quando a tarda notte da Repubblica chiedono lumi a Chigi si sentono rispondere un sospetto No Comment. Inevitabilmente, col passare delle ore, il fuoco dell’opposizione diventa ad alzo zero. Partono per il Pd Gori e De Luca, ancora cauti. Chiedono a Chigi di fare chiarezza. Da Iv si aggiunge Borghi. La presidenza del Consiglio fa finta di niente. A quel punto scendono in campo i pezzi da novanta, i capigruppo Braga e Boccia.Meloni non può far finta di nulla. Deve chiarire da che parte sta l’Italia”, parte la capogruppo alla Camera. Boccia è più ultimativo: “Il governo smentisca e dica in Parlamento da che parte sta”.

Solo a quel punto, alle 14 passate, Palazzo Chigi si decide ad affidare alle anonime fonti qualche paroletta. Una dichiarazione che più laconica non si può e per di più non ufficiale: “La trattativa la conduce la Commissione, essendo competenza della Ue”. Formula sibillina, prudentissima ma che sembra escludere ogni possibilità di accordo separato. A cosa si devono l’imbarazzo reticente di palazzo Chigi, il ritardo inconcepibile per una vicenda così grave, la smentita ufficiosa e ridotta all’osso? Può essere che pesi il fatto che una trattativa separata in corso effettivamente c’è, quella sulla pasta sulla quale Trump vuol caricare dazi stellari che ne raddoppierebbero il costo negli Usa? No, dal momento che di quella trattativa la Ue è al corrente e favorevole, come chiariscono prima Palazzo Chigi poi, sempre in forma ufficiosa, anche Bruxelles.

L’ipotesi più probabile è che l’imbarazzo estremo di Roma derivi dal non capire bene quale sia stato il ruolo di Trump in questa vicenda. Sulla carta non si può escludere che abbia licenziato quel video per pura superficialità, senza ordinare che fosse messo in circolazione e senza rendersi conto che si trattava di un falso. Però è difficile credere che il presidente degli Usa non sappia se è davvero in corso una trattativa separata con il governo italiano. Anzi sarebbe quasi impossibile crederlo se quel presidente non fosse Donald Trump. Ma anche trattandosi del colorito Don resta comunque più credibile l’ipotesi opposta: quella che Trump abbia usato l’Italia e i decantati rapporti particolari con Roma per tirare un siluro contro l’Europa fingendo di aver già raggiunto l’obiettivo al quale mira: costringere la Ue a una trattativa separata con i singoli Paesi. Per il governo italiano quest’ultima ipotesi è particolarmente imbarazzante perché rivelerebbe in pieno la spregiudicatezza con cui il presidente usa l’Italia, senza peritarsi affatto dei danni che può provocare alla carissima alleata.

Alla fine Palazzo Chigi decide di credere all’ingenuità del presidente. “Certo che non ne sapeva niente” fa trapelare Giorgia e Bruxelles si affretta comunque a confermare che Roma dice la verità quando afferma che a trattare è solo la Commissione. Caso chiuso dunque? Forse. Perché se al contrario di quanto afferma di credere Chigi la mossa del tycoon è stata decisa a freddo è segno che presto, sui dazi o sull’Ucraina o su entrambi i fronti, la tensione tra gli Usa e la Ue potrebbe tornare a impennarsi. Il presidente sembra non voler tornare alla carica però: “L’Europa si è approfittata di noi ma ora non più. L’accordo sui dazi è equo”, concede. E in Europa tutti tengono le dita incrociate augurandosi che The Donald non cambi idea nel giro di giorni, ore o settimane come succede spesso.

21 Ottobre 2025

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