La legge di bilancio

Sigarette, aumenti in arrivo nella Manovra: sulle “bionde” rincari superiori a un euro in un triennio

Economia - di Redazione

17 Ottobre 2025 alle 17:44

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Sigarette, aumenti in arrivo nella Manovra: sulle “bionde” rincari superiori a un euro in un triennio

Torna un grande classico per rastrellare soldi per finanziare la legge di bilancio. Come confermato nella conferenza stampa tenuta oggi dopo il Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera alla manovra, sono in arrivo nuovi aumenti per le sigarette.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per finanziare la legge di bilancio da 18 miliardi, una delle più “piccole” come valore degli ultimi anni, ha confermato un rincaro sulle “bionde”.

Cifre nere su bianco ancora non ci sono, ma il ministro ha spiegato che in manovra “c’è un rinnovo del calendario fiscale dei tabacchi”. “Le sigarette poco poco ma sì, aumentano“, ha detto poi rispondendo a chi gli chiedeva di possibili aumenti delle sigarette.

Rincari che scatteranno a partire dal 2026 e che dovrebbero avere durata triennale: ad essere colpite con l’aumento delle accise sia i prodotti da combustione che le sigarette elettroniche, anche se l’incremento sarà più alto per le sigarette tradizionali. Secondo Repubblica, che già nelle scorse settimane aveva anticipato l’intenzione dell’esecutivo di andare a colpire il settore, la portata dell’aumento dovrebbe essere di poco più di 1,5 euro nell’arco di un triennio.

Gli aumenti delle accise dovrebbero essere progressivi: da pochi centesimi nel 2026 e nel 2027 ma con un effetto cumulato rilevante entro il 2028 fino a raggiungere, nel complesso, 1,5 euro in più a pacchetto.

Ad oggi, come spiega il quotidiano il prezzo finale delle sigarette si compone in modo piuttosto articolato: da una parte il ricavo del venditore, dall’altro le componenti fiscali divise a loro volta dall’accisa, definita da una componente fissa pari a 29,5 euro per 1.000 sigarette, e una proporzionale pari al 49,5% del prezzo di vendita al pubblico, a cui si aggiunge l’Iva pari al 22 per cento del prezzo di vendita al pubblico. Nel prezzo finale va poi aggiunto l’aggio per il rivenditore al dettaglio, che vale il 10% del prezzo di vendita. L’impatto complessivo previsto dalla legge di bilancio del governo Meloni dipenderà comunque dalle politiche di prezzo adottate dalle singole aziende del settore.

di: Redazione - 17 Ottobre 2025

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