L'editoriale su Haaretz

Accordo sugli ostaggi e Barghouti va liberato, Haaretz e il compromesso per l’intesa

Chiunque sostenga che il rilascio di Barghouti o la restituzione del corpo di Sinwar siano motivi sufficienti per bloccare l’intesa sta dicendo che vuole morti gli ostaggi

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

10 Ottobre 2025 alle 18:00

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FILE – Senior Fatah leader Marwan Barghouti appears in Jerusalem’s court on Jan. 25, 2012. (AP Photo/Bernat Armangue, File) 


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FILE – Senior Fatah leader Marwan Barghouti appears in Jerusalem’s court on Jan. 25, 2012. (AP Photo/Bernat Armangue, File) associated Press / LaPresse Only italy and spain

Un accordo sugli ostaggi adesso, anche se Barghouti viene liberato. Questo è il titolo dell’editoriale di ieri mattina di Haaretz, il giornale politico israeliano più letto, assieme a Yediot Ahronot. Riportiamo ampi stralci di questo articolo.

“Per la prima volta da mesi, sono in corso negoziati seri su un accordo globale per il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra nella Striscia di Gaza. A Sharm el-Sheikh si sono riunite le delegazioni di Israele, Hamas, Egitto, Qatar e Stati Uniti, mentre il presidente americano Donald Trump esercita pressioni su tutti loro, compreso il primo ministro Benjamin Netanyahu. Sembra che nessuna delle parti coinvolte nei colloqui voglia mettersi contro il presidente, il che è una buona notizia per tutti coloro che sperano nella fine della guerra e nel ritorno degli ostaggi. È proprio in questo momento che non dobbiamo permettere agli oppositori dell’accordo – nel governo, nei media, sui social media e nelle strade – di farlo fallire. Coloro che aspirano alla ‘vittoria totale’, ovvero alla conquista della Striscia di Gaza, all’espulsione dei suoi abitanti e alla creazione di insediamenti, non vogliono porre fine alla guerra e restituire gli ostaggi. Vogliono continuare la guerra a tutti i costi.”.

“L’opposizione a un accordo viene sempre mascherata come una nuova ‘linea rossa’. Questa volta si tratta di Marwan Barghouti. Hamas ha fornito a Israele un elenco di prigionieri che vuole liberati: 250 nomi che soddisfano i criteri di età e tempo scontato. Barghouti, Ahmad Sa’adat, Hassan Salama e altri sono inclusi nell’elenco. Mercoledì, il Wall Street Journal ha riportato che Hamas avrebbe chiesto la restituzione dei corpi di Yahya e Mohammed Sinwar (l’organizzazione terroristica nega). La lista, e Barghouti in particolare, ha fornito ai contrari all’accordo nuove munizioni con cui cercare di affossarlo. Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich hanno già ottenuto da Netanyahu la promessa che Barghouti non sarà liberato. Essi giustificano la loro opposizione con motivi di sicurezza, ma in realtà si tratta di una questione politica: la possibilità che Barghouti diventi il prossimo leader palestinese. Questo non è un motivo valido per affossare l’accordo”.

Rimarca l’editoriale: “Israele deve essere aperto a un cambiamento nella struttura della leadership palestinese, soprattutto alla luce delle richieste americane di riforme da parte dell’Autorità Palestinese, dell’uccisione della leadership di Hamas e del consenso internazionale sul fatto che il gruppo terroristico non possa avere un ruolo nel ‘day after’ a Gaza. Lo stesso vale per la restituzione del corpo di Sinwar, se davvero Hamas lo sta chiedendo. Questo non dovrebbe compromettere l’accordo. Qui non si tratta di deterrenza, ma piuttosto di una cieca adesione a vecchi simboli e alla vendetta. Un accordo, per sua stessa natura, comporta un prezzo da pagare. Chiunque sostenga che il rilascio di Barghouti o la restituzione del corpo di Sinwar siano motivi sufficienti per bloccare un accordo, in realtà sta dicendo che vuole tornare a combattere e lasciare gli ostaggi al loro destino. L’unica cosa importante è la vita degli ostaggi, la fine della morte e della distruzione a Gaza e un futuro sia per gli israeliani che per i palestinesi. L’estrema destra ricorderà chi ha liberato Barghouti, ma la storia non dimenticherà chi ha impedito il salvataggio di israeliani innocenti e li ha di fatto condannati a morte. Non possiamo – conclude Haaretz – permettere loro di sprecare l’opportunità di porre fine alla guerra”.

10 Ottobre 2025

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