La crisi a Parigi
Francia nel caos, il premier Lecornu si dimette dopo 27 giorni: il governo presentato domenica è già finito
Esteri - di Carmine Di Niro
Il governo Lecornu è già finito. Sebastien Lecornu, fedelissimo del presidente francese Emmanuel Macron nominato lo scorso 9 settembre come premier, ha rassegnato le proprie dimissioni, accettate dall’Eliseo.
Una mossa clamorosa che arriva a 24 ore dalla presentazione della sua squadra di governo, in larga parte una riconferma del precedente esecutivo guidato da François Bayrou. Domani Lecornu, ex ministro della Difesa che aveva ricoperto quel ruolo dal 2022, martedì avrebbe dovuto pronunciare la sua dichiarazione di politica generale all’Assemblea nazionale.
Un governo da record negativo, come ricorda il quotidiano francese Le Figaro: lasciando Matignon (la sede del governo, ndr) 27 giorni della sua nomina, il 38enne Lecornu diventa il primo ministro con il mandato più breve della storia. “Non c’erano le condizioni per proseguire, hanno prevalso interessi di parte”, ha dichiarato Lecornu parlando da palazzo Matignon.
L’annuncio dei membri del governo aveva scatenato le proteste e le critiche da sinistra a destra, ma anche all’interno della stessa maggioranza. In particolare il leader del Partito Socialista Olivier Faure, aveva dichiarato prima dell’annuncio delle dimissioni che il suo partito avrebbe votato contro il nuovo governo, “allo stato attuale delle cose”. “Il sentimento prevalente è di sgomento… La realtà è che stiamo assistendo a una crisi politica senza precedenti”, aveva dichiarato alla radio France Inter.
Ma critiche erano arrivate anche da chi era all’interno della maggioranza e del governo, come il ministro dell’Interno Bruno Retailleau, appena riconfermato. Per il ministro l’esecutivo “non riflette la rottura promessa”, e aveva convocato una riunione d’emergenza del suo partito, i Republicains.
Una squadra di governo che sostanzialmente rifletteva quella già “saltata” con Bayrou, costretto alle dimissioni dopo la bocciatura del bilancio. L’unico cambio di rilievo era stato quello di Bruno Le Maire, storico ministro dell’Economia dal 2017 al 2024 che aveva recentemente annunciato l’addio alla politica, tornato invece ad occupare la poltrona di ministro della Difesa. Altra sostituzione notevole quella di Eric Lombard, in carica da dicembre 2024, con Roland Lescure, già ministro dell’Industria e vicinissimo a Macron, con quest’ultimo nominato ministro dell’Economia.
Si apre ora una situazione di caos e ricca di incognite per la Francia. Il presidente Emmanuel Macron ha di fronte a sé due opzioni: cambiare linea dopo la nomina di tre primi ministri di centrodestra (Barnier, Bayrou e Lecornu) provando ad allargare al centrosinistra socialista l’esecutivo, pur con scarse possibilità di superare i voti contrari in Parlmaento, o prendere atto di una situazione di stallo politico e indire dunque nuove elezioni anticipate.
Sia l’estrema destra che la sinistra radicale hanno chiesto di tornare al voto. Il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella ha chiesto a Macron, di sciogliere l’Assemblea Nazionale e convocare nuove elezioni: “Non può esserci un ripristino della stabilià’ senza un ritorno alle urne e senza lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale”. Dello stesso avviso il leader della France Insoumis Jean-Luc Melenchon, che ha chiesto “l’esame immediato” della mozione di destituzione di Emmanuel Macron. “A seguito delle dimissioni di Sebastien Lecornu, chiediamo un esame immediato della mozione presentata da 104 deputati per la destituzione di Emmanuel Macron”, le parole del leader della sinistra radicale.