L’inchiesta sull’urbanistica
Inchiesta sull’urbanistica a Milano, crolla il castello di accuse contro Sala e Boeri
Domiciliari per l’ex assessore e Catella, in carcere Bezziccheri. Non valida l’induzione indebita contestata al sindaco. E resta il problema stadio
Cronaca - di Frank Cimini
“Gravi indizi di colpevolezza e rischio di reiterazione dei reati”. Con questa motivazione, il giudice delle indagini preliminari Mattia Fiorentini ha deciso gli arresti domiciliari per Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione paesaggio, per l’ex assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, per lo sviluppatore immobiliare Manfredi Catella, per gli imprenditori Alessandro Scandurra e Federico Pella. Per un altro imprenditore, Andrea Bezziccheri, il giudice ha deciso per la reclusione in carcere. Il giudice non ha ritenuto valida l’accusa di induzione indebita contestata al sindaco Giuseppe Sala – insieme a un falso – e all’architetto Stefano Boeri per la vicenda del Pirellino.
L’inchiesta sull’urbanistica di Milano fa quindi un salto di qualità, non solo per le misure cautelari, ma soprattutto perché l’impianto accusatorio della procura viene riconosciuto valido su tutta la linea. Le accuse sono di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. In un comunicato, il procuratore capo della Repubblica Marcello Viola spiega che il provvedimento è in esecuzione da parte della Guardia di Finanza e ricorda la presunzione di non colpevolezza delle persone sottoposte a indagini preliminari fino alla sentenza irrevocabile. Non si sono rivelati utili dunque per gli indagati gli interrogatori preventivi fatti lo scorso 23 luglio, durante i quali tutti avevano respinto le accuse rispondendo alle domande del gip e depositando memorie difensive. Non mancano le reazioni politiche. Il capogruppo della Lega a palazzo Marino, Samuele Piscina, dice che le scelte del sindaco con questi arresti vengono rimesse in discussione. “Perché non possiamo andare avanti con una giunta che ha avuto uno scandalo incredibile”, aggiunge il collega di partito, Alessandro Verri, per il quale la giunta dovrebbe dimettersi per favorire nuove elezioni.
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A questo punto, il problema è esclusivamente politico, perché le difficoltà per la maggioranza di centrosinistra nascono anche dal problema stadio, sul quale il sindaco non avrebbe i numeri per procedere con la vendita alle due società Milan e Inter. Anche sullo stadio c’è un fascicolo di indagine aperto. Almeno per ora, emerge lo spaccato di un “sistema di speculazione edilizia selvaggia”, che secondo la procura sarebbe rimasto indisturbato per anni. La commissione paesaggio di Palazzo Marino sarebbe stata utilizzata per aggirare il piano di governo del territorio. I suoi componenti in conflitto di interesse avrebbero approvato le operazioni immobiliari preparate da architetti loro colleghi con cui erano in affari per altre pratiche. Importanti costruttori, scrive il gip, potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse. Questi arresti hanno un peso politico enorme insieme a tutta l’indagine. Gli indagati destinatari delle misure cautelari ricorreranno al Tribunale del Riesame, ma per la giunta milanese si annuncia un agosto di fuoco.